Dropshipping, un modello vincente di vendita


Roma, 5 marzo 2025 – E’ un modello di business sempre più diffuso, anche se non ancora conosciuto da tutti, e che entro il 2026, stando agli analisti, dovrebbe raggiungere a livello planetario i 500 miliardi di dollari di volume d’affari: si tratta del dropshipping. Ma cos’è e come funziona?

Cos’è il dropshipping

Il dropshipping è un modello di business con una serie di particolari caratteristiche, che ne hanno promosso lo sviluppo anche fra quanti non dispongono di grosse cifre per avviare un commercio. Uno dei principali vantaggi, infatti, è l’assenza di un magazzino, in quanto il dropshipper non ha la necessità di conservare i prodotti, e nemmeno di accumularli in attesa di venderli. Infatti, li prenderà in carico solo quando già si è configurato un acquisto online. Così facendo, si risparmiano sia i costi di stoccaggio, che quelli di affitto di un magazzino.

Come detto, entro il 2026, grazie all’abbattimento dei costi di avvio, sono previsti nuovi ingressi in questo business, con un volume d’affari stimato in 500 miliardi di dollari annui.

Nella pratica, questo sistema consiste nell’esternalizzare la vendita di prodotti, da una società ad un dropshipper, sia perché in certi periodi le aziende non riescono a smaltire tutti gli ordini, sia perché così facendo evitano multe sui ritardi di consegna, sia ancora perché si riducono i problemi relativi ai resi e ai costi per preparare il prodotto. Inoltre, un altro dei motivi per cui alcune aziende scelgono questo modello, è quello di aumentare la pubblicità in maniera quasi gratuita, considerando che il dropshipper ha tutto l’interesse a replicare cataloghi e offerte dell’azienda che gli “passa” il lavoro, usando i propri siti e social. I vantaggi di chi fa invece il dropshipper, come detto, sono quelli di non avere costi d’impianto, o di affitto magazzino, e nemmeno di stoccaggio. Prende in carica, difatti, un prodotto già venduto. Il guadagno, dunque, sarà sul margine fra il prezzo di vendita dell’azienda, e il suo prezzo finale, che solitamente sarà più alto di circa il 10%, e sui grandi numeri questo può significare guadagni importanti. Ma quali sono i prodotti più spesso oggetto di questo commercio? In prevalenza, il dropshipper tratta di abbigliamento, di articoli per la casa o di prodotti per la cura della persona, vale a dire tutta quella merce che non ha necessità di essere “smaltita” immediatamente.

Gli adempimenti fiscali

Per avviare tale attività, occorre ovviamente aprire una partita Iva, quindi verificare che i prodotti che si andranno a vendere non violino in alcun modo i copyright, dunque che non siano contraffatti e che rispettino la proprietà intellettuale del marchio. Occorre poi controllare che i diritti dei consumatori vengano rispettati, come il diritto di recesso che nei Paesi dell’Unione Europea dura 14 giorni dall’acquisto. E’ poi necessario seguire le indicazioni del Gdpr in tema di tutela dei dati personali degli acquirenti, pena multe e sospensione dell’attività. Infine, con l’iscrizione al registro delle imprese, si ha l’obbligo di fatturare le vendite e di pagare le tasse in base al regime fiscale della propria attività. Il codice Ateco è 47.91.10, quello cioè per il commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet. 

Quanto è possibile guadagnare con il dropshipping?

E’ difficile fare una stima del possibile guadagno che si può portare a casa con questo business, essendo come tutte le attività commerciali, soggetto a molte variabili. Ad incidere sarà il tempo che vi si dedicherà, la scelta dei prodotti e dei siti dai quali ottenere l’intermediazione, nonché il regime fiscale del proprio Paese, e gli eventuali costi per collaboratori, commercialisti e pubblicità. Di sicuro, ancora oggi si può pensare che lavorando con serietà, impegno e avvalendosi di bravi collaboratori e professionisti, sia un business che può avere la sua redditività. A supporto di questa tesi, vi sono alcune statistiche, come quella che segnala che il 23% di tutte le vendite online nel mondo si completano attraverso il dropshipping. Parliamo dunque di 85 miliardi di dollari che potenzialmente potrebbero essere l’oggetto del proprio business. Infatti, il 27% di tutti i rivenditori online ha usato questa tecnica come principale forma di evasione dei propri ordini. Nel caso di Amazon, tale statistica sale addirittura al 34%. Su eBay, la media mensile di fatturato dei dropshipper a livello mondiale è pari a 1000 dollari al mese, con punte di oltre 7700 dollari. Rispetto a chi ha gestito in maniera autonoma il proprio business, i dropshipper ottengono circa il 50% in più di guadagno, grazie all’eliminazione dei costi di stoccaggio, imballaggio e manodopera di magazzino. Stando al report di “The Insight partners”, il mercato globale sfiorerà i 900 miliardi di dollari entro il 2031, anche grazie al probabile utilizzo crescente dell’intelligenza artificiale e dell’automazione, un aspetto fondamentale del dropshipping.

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