Terre rare e minerali critici sono al centro della geopolitica contemporanea tra conflitti e diplomazia. Il litio è fra questi ed è presto spiegato il motivo: giocando un ruolo fondamentale nella transizione energetica globale, viene impiegato principalmente nelle batterie agli ioni di litio, ed è essenziale per alimentare veicoli elettrici, dispositivi elettronici e sistemi di accumulo di energia rinnovabile.
Gli Usa e la sfida del litio
Tuttavia, le riserve mondiali di litio sono concentrate in pochi Paesi, tra cui Argentina, Cile e Australia, ponendo seri interrogativi sulla sicurezza dell’approvvigionamento, soprattutto considerando che l’Europa dipende quasi interamente dalle importazioni. A rendere la situazione ancora più delicata è la crescente influenza geopolitica dei principali produttori di litio, come la Cina, che ha acquisito una posizione di forza nel mercato globale.
Albemarle è il principale produttore di litio a livello globale, con operazioni in Nord America, Cile e Australia, e gestisce l’unica miniera produttiva di litio nel Nord America. Al secondo posto si trova la Sociedad Química y Minera de Chile (SQM), che ha una forte produzione di idrossido e carbonato di litio. Seguono Ganfeng Lithium, che ha attività in vari paesi, e Tianqi Lithium, presente in Australia, Cile e Cina. Mineral Resources, il maggiore minatore di spodumene, è un attore significativo in Australia, mentre Pilbara Minerals gestisce la miniera di Pilgangoora in Australia. Arcadium Lithium, nata dalla fusione di Allkem e Livent, possiede asset in Argentina, Australia, Stati Uniti, Cina, Giappone e Regno Unito. Infine, Liontown Resources ha avviato le sue esportazioni di litio in Australia.
Il “tesoro” della caldera McDermitt
Negli Stati Uniti, tuttavia, tra Oregon e Nevada, esiste un prodigio della natura che rischia di dare uno scossone alle agitate acque del mondo dei minerali critici. Si tratta della Caldera McDermitt, situata al confine tra i due Stati, una delle formazioni geologiche più significative degli Stati Uniti. Formata circa 16,4 milioni di anni fa a seguito di un’enorme eruzione vulcanica, ha dato vita a una caldera di circa 45 chilometri di lunghezza e 35 di larghezza, a seguito del collasso di un grande cono lavico di riolite. Oltre al suo valore geologico, la caldera sta guadagnando sempre più attenzione per il suo potenziale come fonte di litio, con stime che suggeriscono la presenza di uno dei più grandi giacimenti conosciuti al mondo, contenente tra i 20 e i 40 milioni di tonnellate. Geologicamente, la Caldera di McDermitt presenta molte somiglianze con quella di Yellowstone, indicando un’origine vulcanica comune.
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Lo scorso anno, la scoperta di una riserva di 4 milioni di tonnellate di litio nella formazione Smackover in Arkansas aveva entusiasmato i produttori, ma ora, alla luce di nuove scoperte, questa quantità appare risibile. In particolare, la caldera McDermitt potrebbe diventare un punto di svolta per gli Stati Uniti, che da tempo cercano di ridurre la dipendenza dalla Cina. Pechino, infatti, controlla il 60% della raffinazione mondiale di litio, e con le crescenti tensioni commerciali con Washington, sviluppare una filiera nazionale di litio è la nuova sfida dell’America first ma soprattutto del China second. Secondo l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, la domanda di litio per la produzione di batterie aumenterà di dieci volte entro il 2030. Tuttavia, nonostante le riserve degli Stati Uniti, il Paese non ha ancora sviluppato una capacità di estrazione e raffinazione competitiva rispetto a nazioni come la Cina, l’Australia e i Paesi del “triangolo del litio“ in Sud America. Al momento, infatti, l’unico impianto di litio operativo negli Stati Uniti è quello di Silver Peak, in Nevada.
Il progetto Thacker Pass
Ma le cose potrebbero cambiare drasticamente a partire dal prossimo anno. Il segreto di questa svolta è il cosiddetto Thacker Pass, all’estremità meridionale della caldera McDermitt, circa 60 miglia (100 km) a nord-ovest di Winnemucca, nella contea di Humboldt, nel Nevada settentrionale. Il Thacker Pass project, infatti, potrebbe abilitare una filiera di fornitura nazionale statunitense che consentirebbe ai produttori di automobili nazionali di produrre veicoli elettrici utilizzando materiali per batterie interamente reperiti e prodotti negli Stati Uniti, riducendo così l’impatto ambientale complessivo, i costi di trasporto e i rischi della filiera di fornitura.
L’area di Thacker Pass, che si estende su oltre 10.000 acri, è il fulcro del progetto minerario che si sviluppa attorno alla caldera McDermitt, realizzato dalla compagnia Lithium Americas. Il progetto prevede l’estrazione del litio da depositi di argilla, una metodologia relativamente nuova rispetto al tradizionale estrazione da minerali di roccia o da salamoie. Il percorso del Thacker Pass Project, tuttavia, non è stato esente da controversie e accidenti: gruppi ambientalisti, tribù di nativi americani e residenti locali hanno sollevato preoccupazioni riguardo all’impatto ecologico delle attività minerarie nella zona. Uno degli aspetti più discussi è stato la vicinanza del sito a terre sacre per la tribù Paiute e Shoshone di Fort McDermitt. Questi gruppi sostengono che la miniera potrebbe compromettere il loro patrimonio culturale e l’ambiente locale, che ospita una fauna unica e ecosistemi delicati.
Il litio arriverà nel 2026
Il progetto ha, infatti, affrontato sfide legali, con i sostenitori della causa ambientale e dei diritti dei nativi che chiedono una maggiore considerazione degli impatti potenziali. “Questa è la nostra terra natia, che si tratti di un titolo o di un trattato infranto, è semplicemente una terra che abbiamo sempre custodito“, ha affermato l’attivista indigeno Bhie-Cie Zahn-Nahtzu. Un giudice federale ha poi finito per emettere una sentenza contro le tribù che un paio di anni fa avevano intentato una causa per impedire il proseguimento del progetto, ma una manciata di membri della tribù ha affermato che continuerà a opporsi al progetto, anche se solo simbolicamente.
Thacker Pass ha ricevuto il suo imprimatur dal Bureau of Land Management (BLM) del Dipartimento degli Interni degli Stati Uniti nel gennaio 2021 e ha avviato la costruzione iniziale all’inizio del 2023. Lithium Americas ha ottenuto un prestito di 2,26 miliardi di dollari dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti nell’ambito del programma di prestiti per la produzione di veicoli a tecnologia avanzata, per finanziare la costruzione degli impianti di lavorazione. Quanto al prelievo, è stato siglato un accordo di acquisto con General Motors per il 100% dei volumi di produzione della Fase 1 per 20 anni, più il 38% dei volumi di produzione della Fase 2 per 20 anni e un diritto di prima offerta sui restanti volumi di produzione della Fase 2. Gli esperti sono pronti a scommettere: la prima produzione arriverà nella seconda metà del 2026.
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