per l’Europa, per l’Italia, per Meloni – Euractiv Italia


Il presidente americano Trump ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina, che non potrà resistere a lungo senza un forte sostegno europeo. È arrivato il momento della scelta per l’Europa, per l’Italia, per Meloni.

Secondo il grande studioso William Riker le federazioni per integrazione si creano soltanto di fronte a una minaccia militare incombente, quando le unità politiche preesistenti si trovano nella situazione di “unirsi o perire”. Con la scelta di Trump di abbandonare l’Ucraina tale situazione si manifesta palesemente per l’Europa. Per difendere l’Ucraina, che è un Paese candidato all’adesione, e soprattutto se stessi, dalla minaccia russa, senza più la garanzia della protezione militare americana, gli europei devono creare una difesa e una politica estera europea, affidandole ad un governo federale.

Questa scelta richiede coraggio e lungimiranza da parte dei principali governi dei Paesi membri dell’Unione, inclusa l’Italia. Meloni deve scegliere se seguire le orme di Churchill o di Chamberlain e Petain. In questi tre anni di invasione russa è stata una strenua sostenitrice dell’Ucraina. Ma negli ultimi tempi si è dovuta a barcamenare, viste le posizioni di Trump. Ora è costretta a prendere posizione e con lei l’Italia. Non vi è dubbio che la moral suasion del Presidente della Repubblica Mattarella andrà dalla parte dell’Europa.

Molti sostengono che l’Europa non sarebbe in grado di difendere l’Ucraina e se stessa da sola. Non è vero. La Russia ha il PIL della Spagna e una spesa militare pari a metà di quella dei 27 Stati membri dell’UE, che insieme spendono il 33% degli Stati Uniti con una capacità del 10%, perché ci ostiniamo a tenere 27 inutili difese nazionali invece di creare una difesa europea. Il punto quindi non è che l’Unione non può, ma che gli stati membri finora non hanno voluto. È arrivato il momento dell’unità politica e militare dell’Europa.

Non ci si può illudere sulle caratteristiche del regime russo. Putin ha bisogno di guerre, di successi in politica internazionale per mantenere il consenso in una società stagnante economicamente e priva delle libertà fondamentali. Basti pensare ai suoi interventi in Cecenia, Georgia, Moldavia, all’annessione della Crimea, fino all’invasione dell’Ucraina.  Sperare dunque che Putin mantenga la parola in caso di un cessate il fuoco o un accordo di pace o che smetta di avere una politica aggressiva e espansionistica è irrealistico.

È ora che gli europei tolgano la testa da sotto la sabbia, si confrontino con la realtà di un mondo in cui sono tornati la politica di potenza e l’imperialismo in tante forme diverse, e gli Stati Uniti non sono più il pilastro dell’ordine mondiale. Le decisioni di Trump sull’uscita da molte delle principali organizzazioni e accordi internazionali, di sanzionare la Corte Penale Internazionale, e di abbandonare l’Ucraina al suo destino mostrano con chiarezza l’orientamento di questa amministrazione. Non ci si può illudere che gli USA tornino a garantire la sicurezza dell’Europa o che l’alleanza transatlantica possa mantenere le caratteristiche che aveva prima. D’altronde lo spostamento del focus strategico americano sul Pacifico era iniziato con Obama. Abbiamo avuto sedici anni per attrezzarci e non l’abbiamo fatto, temendo che farlo avrebbe accelerato l’uscita degli USA dall’Europa. Invece abbiamo solo ottenuto di ritrovarci ora soli e impauriti, per non aver fatto quel che serviva finché ne avevamo la possibilità senza essere sotto minaccia diretta. La responsabilità è delle leadership politiche europee di questo periodo.

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L’unico modo per far sopravvivere l’alleanza transatlantica è creare un forte Pilastro europeo della NATO, così che l’Europa smetta di essere un vuoto di potere e diventi anch’essa un attore internazionale. Non serve essere una superpotenza militare. Non è nell’interesse né nei desideri degli cittadini europei. E chi dice che ci vorranno anni per l’Europa per raggiungere le capacità militari americane sbaglia obiettivo. Gli USA sono la più grande superpotenza militare del mondo. Non c’è bisogno di arrivare fin lì per garantire la nostra sicurezza. L’UE è già una potenza sul piano economico, dispone di un notevole soft power, ma ha bisogno di dotarsi anche di hard power, di capacità militare coerenti con il suo livello di spesa militare, per poter essere un attore internazionale in grado di difendere i propri interessie e valori.

Luigi Einaudi dal Quirinale ammoniva: “Nella vita delle nazioni di solito l’errore di non saper cogliere l’attimo fuggente è irreparabile. La necessità di unificare l’Europa è evidente. Gli Stati esistenti sono polvere senza sostanza. Nessuno di essi è in grado di sopportare il costo di una difesa autonoma. Solo l’unione può farli durare”. È giunto il tempo delle decisioni storiche: vale per l’Europa, l’Italia e Giorgia Meloni.



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