La serata degli Oscar ci ha regalato grandi sorprese, ma nessuna grande come la vittoria di Flow – Un mondo da salvare” di Gints Zilbalodis, che si รจ preso la statuetta come Miglior Film d’animazione. Era stato accolto benissimo all’ultimo Festival di Cannes, nella selezione “Un certain regard”, ma tutti vedevano strafavoriti Il Robot Selvaggio o al limite Inside Out 2, forti di incassi e soprattutto della spinta di DreamWorks e Pixar. Invece l’ha spuntata questo film strano, originalissimo, artigianale e assieme avveniristico, frutto di un lavoro complesso e difficile, ma che ci dona un film in grado di dare veramente qualcosa di unico. Oscar meritato? Si. Peccato sia quasi passato in sordina, visto il clamore che si รจ fatto per il trionfo di Anora di Sean Baker, la delusione di Demi Moore ed il suoThe Substance, cosรฌ come le polemiche che hanno circondato le nomination per Emilia Perez di Jacques Audiard. Ora perรฒ Flow – Un mondo da salvare arriva in streaming, lo potrete trovare su Prime Video, Apple Tv+, Google Tv, Youtube, Timvision, Infinity e Chili, distribuito da CG Entertainment e da Teodora Film. Perderselo sarebbe un crimine, perchรฉ a dispetto dell’assenza totale di dialoghi (un marchio di fabbrica per Zilbadonis), Flow – Un mondo da salvare sa coinvolgere, commuovere, ma soprattutto di donarci un racconto animato diverso dal solito.
L’odissea di un gatto dentro un pianeta riconsegnato alla natura
Flow – Un mondo da salvare fin dal principio sposa un tono dove il favolistico, si connette ad con uno sguardo sostanzialmente naturalista, quasi discreto del regista. C’รจ un piccolo gatto nero, รจ solo, in mezzo ad un mondo dove si comprende l’uomo รจ stato messo da parte o almeno cosรฌ sembra. Di ciรฒ che la civiltร ha creato rimangono solo tracce, soprattutto barche, case, infrastrutture fatiscenti, cittร fantasma e sculture di gatti. Gli animali hanno reclamato il loro posto nel mondo, e quel gatto ci si muove con fare curioso ed impudente. Un’inondazione lo costringe a trovare rifugio in una barca lasciata in balia della corrente, lรฌ sopra perรฒ in breve a fargli compagnia troverร altri naufraghi come lui: un capibara, un labrador, un serpentario e un lemure. Tutti sono feriti o malmessi, soli, e saranno costretti a far fronte comune volenti o nolenti per sopravvivere. Ognuno di loro nel gruppo ricoprirร un ruolo, mostrerร pregi o difetti, cosรฌ come una personalitร definita. Flow – Un mondo da salvare si allontana completamente dall’antropomorfismo animale in stile disneyano o le varie alternative comunque parallele che l’animazione ci ha sempre offerto. Zilbadolis concepisce una narrazione dove gli eventi parlano, non gli animali, ovviamente distanti dalla veritร tout court, ma dotati di una personalitร metafora di quella umana, di come ci si puรฒ comportare verso gli altri. Il risultato รจ un film equilibratissimo, appassionante, pure se dominato dal silenzio, ma un silenzio mai sinonimo di vuoto o noia.
Questo avviene anche in virtรน di una dimensione estetica di grande impatto. Questo road-survival-movie รจ stato creato in ben 6 mesi di lavoro, con uno studio approfondito della fauna reale, la costruzione di un ecosistema incredibilmente vario, con 24 fps che scorrono perfetti come il fiume su cui si snoda gran parte di quest’avventura. L’acqua ha un grande ruolo in Flow – Un mondo da salvare. Essa simboleggia la dittatura degli elementi sui suoi abitanti, lo scorrere del tempo e della vita, la morte e il pericolo, ma anche il mistero. Bella la scelta della colonna sonora, creata dal regista assieme a Rihards Zaฤผupe, dove ogni momento viene accompagnato da suoni evocativi distanti dalla musicalitร canonica del genere. Zilbadolis non rinuncia ad affrontare temi importanti, come la solidarietร tra diversi, l’empatia, ma senza appesantire la narrazione, quanto rendendoli parte di un iter diegetico connesso alla fiaba moderna, cosรฌ come al mito, quello omerico in particolare. Questione di sfumature naturalmente, il tocco รจ sempre aggraziato, il fascino della scoperta e del superamento delle proprie paure, dell’uscire da una comfort zone รจ sviluppato in modo magnifico. Il paradosso? Flow – Un mondo da salvare รจ in fondo un film post-apocalittico, ma non pessimista, ammantato da un’ironia basilare, istintiva, anzi animalesca.
Flow – Un mondo da salvare รจ un mosca bianca in ciรฒ che รจ l’animazione di oggi, lo รจ per questa semplicitร di rappresentazione a cui perรฒ si accompagna la capacitร di parlarci di noi, della societร , dell’esistenza anche, concepita come una serie di prove da cui imparare. C’รจ chi va e chi viene, c’รจ l’importanza del libero arbitrio e della scelta personale, c’รจ la necessitร di cambiare idea su sรฉ stessi e gli altri. Anche di questo ha bisogno l’industria, soprattutto quella animata, ed รจ importante dire che al momento, non รจ che sul grande schermo Pixar e Disney stiano proprio garantendo chissร cosa. La DreamWorks alterna belle idee allo sfruttamento senza sosta dei suoi vecchi personaggi, vedasi alla voce Shrek e Dragon Trainer. La Pixar a parte sequel non รจ che faccia molto di diverso. Il regista lettone, con soli 4 milioni di budget, ha ricordato quanto anche in questo genere contano di piรน le idee genuine, l’originalitร di visione e l’andare oltre i fuochi d’artificio o il giร visto. Notizia di pochi giorni fa, la Disney ricomincerร a produrre film in 2D e animati a mano, l’era digitale, quella che dominato gli ultimi trent’anni o quasi da tempi di Toy Story, forse sta finendo. Ciรฒ che verrร dopo non potrร prescindere almeno in parte da quello che Gints Zilbalodis con Flow – Un mondo da salvare ci ha donato quest’anno, recuperando ciรฒ che Esopo, Jack London, Mark Twain hanno insegnato con storie piccole ma universali, capaci di insegnare tantissimo senza moralismi.
Sono nato a Padova nel 1985, da sempre grande appassionato di sport, cinema e arte, dopo dodici anni come allenatore e scoutman professionista nel mondo della pallavolo, ho deciso di intraprendere la carriera di giornalista.
Dal 2016 ho cominciato a collaborare con diverse riviste cartacee e on-line, in qualitร di critico ed inviato presso Festival come quello di Venezia, di Roma e quello di Fantascienza di Trieste.
Ho pubblicato con Viola Editrice “Il cinema al tempo del terrore”, analisi sul cinema post-11 settembre. Per Esquire mi occupo di cinema, televisione e di sport, sono in particolare grande appassionato di calcio, boxe, pallavolo e tennis.
In virtรน di tale passione curo anche su Facebook una pagina di approfondimento personale, intitolata L’Attimo Vincente.
Credo nel peso delle parole, nell’ironia, nell’essere sempre fedeli alla propria opinione quando si scrive e nel non pensare mai di essere infallibili.ย
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