Regime Forfettario E Concordato Preventivo: Conseguenze Dell’estromissione E Opportunità Fiscali – Studio Pizzano


L’estromissione dal regime forfettario rappresenta un passaggio critico per molti contribuenti che, superata la soglia di ricavi prevista dalla normativa, si trovano a dover affrontare una nuova configurazione fiscale. Cosa succede se un contribuente forfettario aderente al Concordato Preventivo Biennale (CPB) viene estromesso nel 2024? L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti attraverso la Circolare 32/E del 2023 e il Decreto Legislativo 13/2024, delineando un quadro normativo che introduce obblighi immediati e possibilità di opzione per regimi fiscali alternativi. In questo articolo analizziamo gli effetti dell’estromissione, l’impatto sulla tassazione e le scelte disponibili per il contribuente, con dettagli normativi e spiegazioni approfondite.

L’estromissione dal regime forfettario e le sue conseguenze fiscali

Un contribuente che ha adottato il regime forfettario nel 2023 e ha aderito al CPB per il 2024, ma che nel corso dell’anno supera il limite di 100.000 euro di ricavi o compensi effettivamente incassati, perde immediatamente il regime agevolato.

Secondo l’articolo 1, comma 71, della Legge 190/2014, il superamento della soglia comporta due effetti distinti:

  1. Immediata assoggettabilità a IVA dal momento dell’estromissione, con obbligo di emissione di fatture con imposta sul valore aggiunto e diritto alla detrazione dell’IVA sugli acquisti futuri;
  2. Applicazione del regime ordinario IRPEF per l’intero anno d’imposta, con obbligo di determinazione del reddito secondo le regole contabili ordinarie, indipendentemente dal momento dell’estromissione.

Questa differenziazione ha un impatto diretto sulla gestione amministrativa e fiscale del contribuente. Dal punto di vista operativo, l’estromissione implica un cambiamento immediato nella fatturazione e nella gestione contabile. Ad esempio, le fatture emesse prima dell’estromissione non contenevano IVA, mentre quelle emesse successivamente dovranno riportarla.

Di conseguenza, nel modello Redditi 2025, non sarà più possibile compilare il quadro LM (dedicato ai forfettari), ma sarà necessario utilizzare il quadro RE (per lavoratori autonomi) o RG (per imprese in contabilità semplificata). Questo comporta anche la necessità di registrare tutti i costi sostenuti, compresi quelli con IVA indetraibile sostenuti nella fase forfettaria.

Il mantenimento del CPB e le alternative fiscali

Una questione fondamentale riguarda la sorte del Concordato Preventivo Biennale dopo l’estromissione. Il Decreto Legislativo 13/2024, articolo 32, comma 1, modificato dal D.Lgs. 108/2024, stabilisce che:

  • Se i ricavi o compensi non superano i 150.000 euro, il contribuente perde il regime forfettario ma mantiene il concordato, il che consente di continuare a determinare il reddito imponibile sulla base della proposta concordataria approvata.
  • Se i ricavi o compensi superano i 150.000 euro, il concordato cessa di produrre effetti e il contribuente è soggetto alla tassazione ordinaria senza alcuna agevolazione.

Questa distinzione è stata ulteriormente chiarita dall’Agenzia delle Entrate nella Circolare 18/E del 17 settembre 2024, che precisa che nei casi in cui il contribuente rimanga all’interno della soglia dei 150.000 euro, il CPB resta valido e si può optare per un regime di tassazione agevolato.

La flat tax concordato: un’opzione vantaggiosa?

Una delle possibilità offerte al contribuente che supera i 100.000 euro ma resta sotto i 150.000 euro è la cosiddetta “flat tax concordato”, regolata dall’articolo 31-bis del decreto CPB.

Questa opzione consente di suddividere il reddito in due componenti:

  1. Una quota di reddito concordato che può essere tassata con un’imposta sostitutiva del 10%, riducendo l’incidenza dell’IRPEF ordinaria.
  2. Il reddito eccedente, che viene invece tassato con le aliquote IRPEF ordinarie.

Questo regime rappresenta un’opportunità per quei contribuenti che vogliono ridurre l’impatto della tassazione progressiva e assicurarsi una maggiore prevedibilità del carico fiscale.

Esempio pratico di tassazione

Facciamo un esempio per chiarire il meccanismo:

  • Reddito 2023 dichiarato: 40.000 euro
  • Reddito concordato per il 2024: 60.000 euro
  • Reddito effettivo 2024 (da scritture contabili): 135.000 euro

In questo caso, il contribuente può applicare le seguenti regole:

  • Se non opta per la flat tax concordato, l’intero reddito (60.000 euro concordati) è tassato secondo le aliquote IRPEF ordinarie.
  • Se opta per la flat tax concordato:
    • 20.000 euro (differenza tra il reddito concordato e il reddito dichiarato nel 2023) sono tassati al 10%.
    • 40.000 euro sono tassati con IRPEF ordinaria.
    • La parte eccedente i 60.000 euro (ovvero 75.000 euro) rimane detassata.

Questa strategia consente di ottimizzare il carico fiscale, riducendo l’impatto della progressività delle aliquote IRPEF e favorendo una pianificazione tributaria efficace.

In sintesi

IN SINTESI


Cosa accade se un contribuente forfettario aderente al Concordato Preventivo Biennale (CPB) viene estromesso nel 2024? L’Agenzia delle Entrate, attraverso la Circolare 32/E del 2023 e il Decreto Legislativo 13/2024, ha chiarito che l’estromissione dal regime forfettario comporta obblighi fiscali immediati e la possibilità di accedere a regimi alternativi.


Quali sono le conseguenze fiscali dell’estromissione dal regime forfettario? Se un contribuente supera la soglia di 100.000 euro di ricavi o compensi, perde immediatamente il regime forfettario con le due conseguenze principali: diventa soggetto a IVA dal momento dell’estromissione e deve adottare il regime ordinario IRPEF per tutto l’anno d’imposta. Questo impatta la gestione fiscale, obbligando all’emissione di fatture con IVA e alla tenuta della contabilità ordinaria.


Come cambia la dichiarazione dei redditi per chi viene estromesso dal regime forfettario? Nel modello Redditi 2025 non sarà più possibile utilizzare il quadro LM, riservato ai forfettari. Il contributore dovrà invece compilare il quadro RE (per lavoratori autonomi) o RG (per imprese in contabilità semplificata). Inoltre, sarà necessario registrare tutti i costi sostenuti, inclusi quelli con IVA indetraibile durante la fase forfettaria.


Cosa succede al Concordato Preventivo Biennale dopo l’estromissione? La normativa distingue due situazioni: se i ricavi non superano i 150.000 euro, il contribuente perde il regime forfettario ma può mantenere il concordato. Se invece superano i 150.000 euro, il concordato cessa di produrre effetti e si applica la tassazione ordinaria senza agevolazioni.


Quali sono le alternative fiscali disponibili dopo l’estromissione? Per chi rimane sotto la soglia dei 150.000 euro, è possibile optare per la “flat tax concordata”, che permette di tassare una parte del reddito con un’imposta sostitutiva del 10%, mentre il resto viene tassato con le aliquote IRPEF ordinarie. Questo regime offre vantaggi in termini di riduzione dell’impatto fiscale e maggiore prevedibilità del carico tributario.

 



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