Flessibilità sulle multe ma non solo. Nel D-Day dell’automotive europeo, Bruxelles conferma di voler mantenere la rotta verso la neutralità climatica del comparto ma cede alle richieste di Roma e di altre capitali di anticipare già «alla seconda metà del 2025» la revisione del regolamento che dal 2035 imporrà lo stop alla vendita di motori a combustione interna, diesel e benzina. «Non abbiamo tempo da perdere», ha scandito il commissario Ue Apostolos Tzitzikōstas presentando i dettagli del piano Ue per stimolare la domanda di e-cars e salvare il comparto dalla crisi. La revisione delle norme «avrà luogo nel terzo e quarto trimestre del 2025, invece del 2026», ha annunciato il commissario greco ai Trasporti. Una revisione che – promette Bruxelles – non toccherà il bando ai motori termici dal 2035 ma permetterà di sancire nero su bianco il principio di ‘neutralità tecnologica’ per i carburanti e di «aprire la strada a nuove o altre tecnologie» per il post-2035, quindi non solo agli e-fuels richiesti da Berlino che avranno ormai un futuro assicurato sul mercato. «Valuteremo quali altre tecnologie potrebbero avere un ruolo», ha assicurato il commissario, dando la sponda a Roma per il riconoscimento dei biocarburanti, finora sempre esclusi dalle trattative. A darne certezza dal nord della Francia il vicepresidente Stephane Sejourné in visita a un impianto di Renault, anticipando che nella revisione delle norme «biofuels, e-fuels e neutralità tecnologica saranno al centro delle discussioni». Proprio il governo di Roma rivendica di aver «costretto» Bruxelles «a rimuovere la trappola delle multe e anticipare la revisione: condizioni necessarie ma non sufficienti a evitare il collasso dell’industria dell’auto», ha osservato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, incalzando ora a «far fronte comune» per superare «la follia del Green Deal».
Il piano
Il piano svelato oggi di fatto conferma le anticipazioni fornite da Ursula von der Leyen in persona nei giorni scorsi, a partire dalla promessa di garantire flessibilità alle case automobilistiche per conformarsi agli standard scattati quest’anno: per scongiurare il rischio di multe – che il comparto stima in 15-16 miliardi – la conformità alle regole sarà calcolata su tre anni e non su uno solo. Per aumentare la domanda di veicoli elettrici, allo studio di Bruxelles ci sono schemi di incentivi all’acquisto, sia nazionali che a livello europeo, linee guida ai Ventisette per adottare programmi di leasing sociale per veicoli nuovi o di seconda mano e una proposta attesa entro l’anno per elettrificare le flotte aziendali, che oggi rappresentano il 60% del parco auto dell’Ue.
A sostenere il piano poche le risorse “fresche”, Bruxelles opta per una rimodulazione di fondi già esistenti promettendo un miliardo da Horizon Europe per l’innovazione del settore (priorità ai veicoli a “guida autonoma”), 500 miliardi di euro per le colonnine di ricarica e 1,8 miliardi per le batterie “Made in Europe” nei prossimi due anni. Accoglienza tiepida da Bruxelles dove l’Associazione europea dei produttori di auto (Acea) riconosce il piano come «un passo avanti per un approccio pragmatico alla decarbonizzaizione» ma incalza su misure urgenti per sostenere la domanda e le infrastrutture di ricarica. Dagli eurodeputati italiani, trasversalmente, l’attesa proposta è stata considerata «deludente», come definita dal capodelegazione di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza, o «insufficiente», nelle parole di Paolo Borchia della Lega, che denuncia «gravi lacune». Per il Ppe la Commissione Ue dovrebbe andare oltre «riconsiderando lo stop ai motori termici dal 2035», ha ricordato l’eurodeputato di Forza Italia, Salvatore De Meo. Critiche all’ambizione del piano anche da parte dell’europarlamentare dei Verdi Ue, Benedetta Scuderi, secondo cui si tratta di «una goccia nell’oceano, sia in termini di risorse che di visione» mentre la delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Ue ha annunciato una mobilitazione il 21 marzo davanti allo stabilimento Mirafiori di Torino per chiedere «un vero piano industriale che mobiliti ingenti risorse»
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