Nuovo taglio da 0,25 punti percentuali ai tassi di interesse di riferimento dell’area euro da parte della Bce. Una decisione destinata ad avere un effetto sui mutui soprattutto quelli variabili. Ma ad avere effetti sulle rate, oltre alla decisione della Bce di ridurre i tassi di interesse di 25 punti base, potrebbero esserci anche i dazi dell’America di Donald Trump, in grado potenzialmente di colpire negativamente i dati sull’inflazione.
La decisione della Bce di tagliare i tassi
Al termine del Consiglio direttivo, la Banca Centrale europea ha comunicato che il tasso sui depositi, che resta il principale riferimento per il mercato, scenderà dunque al 2,50%, il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento scenderà al 2,65% e il tasso sulle operazioni marginali al 2,95%. Si tratta di una decisione è in linea con le aspettative.
Una decisione, per altro, presa con un diffuso consenso nel Consiglio direttivo e un solo astenuto, l’austriaco Robert Holzmann, come riferito dalla presidente della Bce, Christine Lagarde. La stessa Lagarde ha poi spiegato che la Bce “non si impegna su alcun percorso” dei tassi e che le sue decisioni dipenderanno dai dati economici.
A beneficiare del taglio dei tassi di interesse sono i mutui a tasso fisso
Una posizione che “abbiamo espresso in passato ma che vale ancora di più adesso” data l’elevata incertezza, ha detto la presidente della Bce, aggiungendo che “se i dati ci diranno che non è il momento di tagliare, non taglieremo i tassi e faremo una pausa“.
Cosa cambia per i mutui
La riduzione del costo del denaro avrà effetti sui mutui. Il principio è che la diminuzione delle rate è più sensibile per i mutui più lunghi. In generale a beneficiare del taglio dei tassi di interesse, deciso dalla Bce, sono i mutui a tasso fisso: il tasso di un mutuo fisso avviato alle condizioni attuali, infatti, al massimo potrebbe risultare più alto per alcuni mesi, e lo farebbe di una ventina di centesimi rispetto a quello dell’indicizzato.
Una nota di Facile.it e Mutui.it spiega come l’Euribor a 3 mesi dovrebbe arrivare a 2,16% a giugno per poi scendere al di sotto del 2% entro la fine dell’anno. Per i prossimi mesi, infatti, le incognite sono numerose e “guardando all’andamento dei Futures sugli Euribor emerge che gli indici potrebbero continuare scendere gradualmente raggiungendo il punto più basso entro la fine dell’anno, per poi stabilizzarsi.
Se queste previsioni fossero corrette, si legge ancora nella nota, la rata del mutuo standard arriverebbe, entro dicembre 2025, a 611 euro, con un risparmio di circa 40 euro rispetto a oggi, per poi fermarsi”. Molti analisti poi scommettono che questo taglio della Bce “potrebbe essere, se non quello finale, uno degli ultimi”.
Associazione consumatori: “Il ribasso è un bene”
E poi c’è l’applauso delle associazioni dei consumatori al taglio di tassi della Bce. Come sottolinea l’Unione Nazionale Consumatori, si tratta di un’ottima notizia perché “il ribasso è un bene sia per l’abbassamento degli oneri sul debito pubblico sia per le imprese e le famiglie che devono chiedere un prestito sia per chi ha già sottoscritto un mutuo a tasso variabile”, ha detto Massimiliano Dona, presidente di Unc.
“L’importante, comunque, è che l’inflazione resti il faro che deve guidare le prossime decisioni della Bce, atteso che i possibili dazi di Trump potrebbero avere un effetto devastante sui prezzi”, ha aggiunto Massimiliano Dona.
L’incognita dei dazi di Trump sui mutui
Già, e poi c’è l’incognita dei dazi e delle prossime mosse del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. I dazi, infatti, potrebbe colpire negativamente i dati sull’inflazione. L’ipotesi di dazi reciproci tra Europa e America andrebbe a incidere sui prezzi a carico dei consumatori e porterebbe verso un aumento futuro dei tassi.
Fonte foto: 123RF
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