Il Servizio Sanitario Nazionale affronta sfide sempre più complesse, tra sottofinanziamento, disuguaglianze regionali e una crescente domanda di salute. In questa intervista per TrendSanità parliamo con Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, delle criticità attuali e delle azioni necessarie per rafforzare l’equità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria in Italia, approfondendo le attività e la metodologia della Fondazione.
Evidence for Health: l’integrazione delle migliori evidenze scientifiche nelle decisioni sanitarie è spesso ostacolata da fattori politici ed economici. Quali strumenti o iniziative potrebbero favorire una maggiore evidence-based policy in Italia e rendere le scelte sanitarie più trasparenti ed efficaci?
L’adozione di politiche sanitarie basate sulle evidenze scientifiche è ancora troppo spesso influenzata da interessi politici, economici e corporativi. Per garantire scelte sanitarie più trasparenti ed efficaci, è fondamentale rafforzare il ruolo delle evidenze scientifiche come riferimento imprescindibile per le decisioni di politica sanitaria. Un passo decisivo potrebbe essere l’istituzione di un ente nazionale indipendente per la valutazione delle politiche sanitarie, con il compito di analizzare in modo imparziale efficacia, sicurezza e sostenibilità delle misure adottate.
L’adozione di politiche sanitarie basate sulle evidenze scientifiche è ancora troppo spesso influenzata da interessi politici, economici e corporativi
Contestualmente, occorre potenziare la trasparenza nei processi decisionali, attraverso indicatori chiari e misurabili, in grado di verificare l’impatto delle scelte politiche sulla salute pubblica. La diffusione della cultura della medicina basata sulle evidenze tra professionisti sanitari, manager e decisori politici mediante percorsi di formazione continua è essenziale per favorire decisioni rigorose. Infine, una maggiore partecipazione civica, con il coinvolgimento delle associazioni di pazienti e cittadini, può contribuire a promuovere scelte più razionali e basate sui dati.
La salute è influenzata da molteplici determinanti esterni al settore sanitario. In che modo il principio di Health in All Policies potrebbe essere rafforzato in Italia per garantire che tutte le politiche settoriali – dal lavoro all’ambiente, dall’istruzione all’urbanistica – contribuiscano attivamente alla tutela e alla promozione della salute pubblica?
Il principio di Health in All Policies riconosce che la salute pubblica non dipende esclusivamente dal sistema sanitario, ma è fortemente influenzata da determinanti sociali, economici e ambientali. Per renderlo operativo occorre innanzitutto un coordinamento intersettoriale più efficace, affidando al Ministero della Salute un ruolo attivo nelle decisioni che riguardano ambiti chiave come ambiente, sviluppo industriale, lavoro, politiche sociali, istruzione, agricoltura, trasporti. Un passo decisivo sarebbe rendere obbligatoria la Valutazione d’Impatto sulla Salute (VIS) nei processi decisionali strategici, affinché ogni politica pubblica venga valutata anche in termini di effetti sulla salute della popolazione. Parallelamente è essenziale ridurre le disuguaglianze di salute, rafforzando interventi sui determinanti socioeconomici, come il contrasto alla povertà, l’accesso a un’alimentazione sana e il miglioramento della qualità dell’ambiente urbano. Infine, per dare maggiore concretezza al principio Health in All Policies, servirebbe un Piano Nazionale che definisca obiettivi, strategie e responsabilità per integrare la tutela della salute attraverso un approccio intersettoriale.
L’Osservatorio GIMBE svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio del servizio sanitario nazionale. Quali sono i criteri con cui vengono selezionate le aree di analisi e in che modo il vostro lavoro può supportare decisioni politiche e gestionali più informate?
L’Osservatorio GIMBE analizza criticità e tendenze del SSN attraverso valutazioni indipendenti basate su dati ed evidenze scientifiche. Le priorità vengono selezionate in base alla loro rilevanza sanitaria, economica e sociale, con particolare attenzione a temi cruciali come il finanziamento pubblico, le liste d’attesa, l’appropriatezza delle cure e le disuguaglianze regionali nell’accesso ai servizi. Più che come una collaborazione diretta con le Istituzioni, il nostro lavoro si sviluppa attraverso un confronto continuo e, quando necessario, anche critico, con l’obiettivo di stimolare il dibattito pubblico e promuovere le riforme necessarie.
Le valutazioni dell’Osservatorio GIMBE si concentrano su temi di rilevanza sanitaria, economica e sociale
Attraverso un monitoraggio rigoroso delle politiche sanitarie, evidenziamo ritardi, inefficienze e scelte non basate su evidenze scientifiche o dati oggettivi, sollecitando azioni tempestive da parte delle Istituzioni. Un esempio concreto è stato il nostro monitoraggio del DL Liste d’Attesa, che ha messo in evidenza i ritardi nell’emanazione dei decreti attuativi portando il tema al centro del dibattito pubblico. Un altro caso rilevante riguarda l’analisi sulla spesa sanitaria privata out-of-pocket, che ha contribuito a sfatare alcuni luoghi comuni e a sottolineare la necessità di una riforma della sanità integrativa. L’Osservatorio GIMBE non si limita a pubblicare dati: rappresenta uno strumento di accountability pubblica, essenziale per valutare criticamente le politiche sanitarie e stimolare interventi concreti a difesa del diritto alla tutela della salute.
L’emergenza pandemica ha accelerato alcune innovazioni nel SSN, dalla digitalizzazione alla riorganizzazione della sanità territoriale. Quali insegnamenti positivi dovrebbero essere consolidati per rendere il sistema sanitario più resiliente ed efficace nel lungo periodo?
L’emergenza pandemica ha accelerato processi di cambiamento che, se consolidati, potrebbero migliorare la resilienza del SSN. Uno degli aspetti più rilevanti è stato il potenziamento della sanità digitale, con strumenti come il Fascicolo Sanitario Elettronico e la telemedicina, che possono migliorare la continuità assistenziale e ridurre gli accessi inappropriati in ospedale. Un’altra lezione riguarda la fragilità della sanità territoriale, il cui rafforzamento è stato previsto dal PNRR tramite una complessa riorganizzazione che prevede Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali e Ospedali di Comunità. Tuttavia, senza un adeguato finanziamento per il personale e un modello organizzativo chiaro, queste strutture rischiano di rimanere cattedrali nel deserto, prive di un impatto concreto nella presa in carico dei pazienti.
Un rilancio del finanziamento pubblico e riforme coraggiose sono indispensabili per rispondere alla crescente domanda di salute e salvaguardare il SSN
La pandemia ha inoltre evidenziato l’importanza della sorveglianza epidemiologica e della gestione delle emergenze sanitarie, aspetti che richiedono investimenti strutturali per rendere il Paese pronto ad affrontare future crisi sanitarie. In questo contesto, il nuovo Piano Pandemico riconosce la centralità di strumenti come i vaccini e il lockdown, smontando le narrazioni populiste di alcuni esponenti di maggioranza e ribadendo la necessità di un approccio flessibile basato sull’evoluzione delle evidenze scientifiche. Tuttavia, per evitare errori del passato, è fondamentale che queste misure vengano pianificate con largo anticipo, supportate da modelli previsionali affidabili e comunicate con trasparenza alla popolazione. Solo così sarà possibile trovare il giusto equilibrio tra tutela della salute pubblica ed esigenze sociali ed economiche, evitando decisioni improvvisate che potrebbero compromettere la risposta alle emergenze future.
Alla luce delle attuali criticità del Servizio Sanitario Nazionale, quali interventi ritiene più urgenti per garantirne la sostenibilità a medio-lungo termine, assicurando al contempo equità di accesso e qualità delle cure?
Serve un rilancio consistente e progressivo del finanziamento pubblico accompagnato da coraggiose riforme di sistema. Senza un adeguato rifinanziamento, qualsiasi intervento sarà insufficiente a rispondere alla crescente domanda di salute e al progressivo deterioramento della sanità pubblica. Un’azione prioritaria riguarda la fuga del personale sanitario, che sta mettendo in crisi l’intero sistema. Parallelamente occorre riformare i meccanismi di accesso alle cure, garantendo tempi certi per visite ed esami diagnostici e rafforzando la rete dei servizi di prossimità, così da evitare ai cittadini di doversi rivolgere alla sanità privata per ottenere prestazioni essenziali. Tuttavia le misure finora adottate sono frammentarie e prive di una strategia di medio-lungo periodo.
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