Green, con molta flessibilità. L’Ue rivedrà le norme sull’auto, per ora resta lo stop al 2035


L’industria automobilistica europea del dopo 2035 potrebbe non essere soltanto elettrica. Per garantire la neutralità climatica l’Unione europea potrebbe prendere in considerazione anche il ruolo di “altre tecnologie” che non siano per forza soltanto i carburanti sintetici sui quali punta la Germania, ma potrebbero in prospettiva essere anche i biocarburanti che l’Italia punta a utilizzare per la mobilità del futuro. A deciderlo sarà la revisione del regolamento europeo sulle emissioni di CO2 che Bruxelles ha scelto di anticipare dal 2026 al terzo o quarto trimestre di quest’anno incalzata da politica e industria, che chiedono alla Ue di rivedere il proprio piano di conversione dell’auto, permettendo ai marchi europei di restare competitivi nei confronti dei concorrenti statunitensi e soprattutto asiatici. 

L’automotive, d’altronde, è una parte cruciale dell’economia europea. Dà lavoro a 40 milioni di cittadini e genera 1.000 miliardi di Pil.

“C’è così tanto potenziale inutilizzato nel mercato globale, quando si tratta di innovazione e soluzioni pulite. Voglio vedere la nostra industria automobilistica europea assumere la guida”, ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen commentando il Piano d’azione per l’automobile lanciato da Bruxelles il 6 marzo. 

Bruxelles sta provando ad allentare alcuni di dazi auto-imposti, come Mario Draghi ha definito l’eccessivo peso delle regole adottate dalla Ue, che ne frenano la competitività. La politica commerciale condotta a suon di minacce e tariffe dall’amministrazione statunitense di Donald Trump ha accelerato il processo e lasciato campo alle richieste di allentare e ripensare il Green Deal che aveva caratterizzato la passata legislatura europea dal 2019 al 2024. Da una parte la Ue deve fare i conti con la volontà trumpiana di favorire la propria industria dell’auto. “Avremo una crescita nell’industria automobilistica come nessuno ha mai visto. Stanno aprendo stabilimenti ovunque. Si stanno facendo affari, mai visti prima. È una combinazione di vittoria elettorale e tariffe” ha ribadito il presidente Usa davanti al Congresso nel torrenziale discorso sullo Stato dell’Unione, “Ho parlato con i maggiori gruppi oggi, tutti e tre, le persone più in alto, e sono così eccitati. Infatti, numerose case automobilistiche hanno già annunciato che costruiranno enormi stabilimenti automobilistici in America, con Honda che ha appena annunciato un nuovo stabilimento in Indiana, uno dei più grandi al mondo”.

Dall’altra i marchi europei devono adattarsi alla concorrenza cinese, che sulla svolta verso l’elettrico ha un vantaggio di 10 anni, oggi è molto avanti sullo sviluppo dell’auto a guida autonoma -proponendosi come possibile leader secondo le previsioni dell’agenzia di rating Standard & Poor’s –  e che anche per effetto di una guerra commerciale globale fatta di dazi potrebbe riversare la propria produzione a costi più contenuti di quella europea proprio sul Vecchio continente. 

I punti salienti della strategia comunitaria erano già trapelati nei giorni scorsi. La Ue intende sostenere la domanda con incentivi, soprattutto per le flotte aziendali, il trasporto pubblico, i taxi e il cosiddetto social leasing, e spingere per l’innovazione  dell’industria, guardando all’approvvigionamento delle batterie e allo sviluppo delle auto a guida autonoma. Il tutto senza discostarsi dagli obiettivi di neutralità climatica che hanno come data ultima il 2035. Nel farlo permette però più flessibilità alle case automobilistiche sulle multe per chi sfora il limite di emissioni fissato a 94 grammi per chilometro. L’asticella non è più al 2025, ma sarà spalmata fino al 2027. In pratica chi non avrà rispettato i  limiti previsti per il 2025 “dovrà compensare nei due anni successivi, se invece farà meglio del richiesto avrà minore pressione nel 2026 e 2027”. Una boccata d’aria per chi costruisce automobili. 

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“Un gradito primo passo verso un approccio più pragmatico alla decarbonizzazione, promette un po’ di respiro per i produttori di auto e furgoni”, ha commentato Sigrid de Vries, direttrice generale dell’Acea, l’associazione europea dei costruttori di automobili che in queste settimane ha avuto un dialogo costante con la Commissione. I passi successivi, dicono i produttori, dovranno essere il sostegno alla domanda “tanto necessaria” e “le misure infrastrutturali di ricarica”.  

Parte del piano vuole andare infatti nella creazione di un mercato che spinga gli automobilisti a scegliere un’auto elettrica. Oggi le elettriche rappresentano infatti appena il 15% delle immatricolazioni. Quanto meno nei prossimi due anni, ha spiegato de Vries, bisognerà avvicinarsi al 25%. 

Uno dei capisaldi della revisione sarà rendere più efficiente l’approvvigionamento delle batterie che oggi “rappresentano il 30-40% del valore di una elettrica media”, ha sottolineato il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas.  Il piano intende quindi creare una propria catena di approvvigionamento e produrre in proprio le batterie. Per farlo nei prossimi due anni metterà a disposizione 1,8 miliardi di euro, attingendo al Fondo per l’innovazione. Risorse già previste ma rese ora disponibili. 

La seconda direttrice della revisione vuole favorire la nascita di un’alleanza per la guida autonoma con l’intento di arrivare a software condivisi e anche a un corridoio transfrontaliero per la sperimentazione.  Obiettivi sui quali c’è a disposizione 1 miliardo e l’idea di coinvolgere privati per reperire ulteriori risorse nonché di affidarsi ai prestiti della Banca europea per gli investimenti, l’istituto comunitario che può finanziarsi sul mercato godendo di condizioni favorevoli considerato il suo rating tripla A, orientata negli ultimi anni 

Anche in questo caso il continente insegue la Cina. Ad agosto Pechino ha infatti annunciato di mettere a disposizione 32mila chilometri di strade in tutto il Paese per testare le tecnologie a guida autonoma, assegnato 160mila licenze. Sono inoltre 19 le città le cui strade sono attraversate da robot-taxi e bus-robot. 



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