Da oltre cinquant’anni è impegnato nel settore delle arti visive curando, con testi a catalogo, numerose mostre personali e collettive in sedi pubbliche e private, il noto critico d’arte Valerio Paolo Cremolini – ex dirigente della Cassa di Risparmio della Spezia – che svolge conferenze per varie associazioni, dedicando particolare interesse alla valorizzazione della tradizione artistica spezzina. Giornalista e scrittore, è stato componente della Commissione Arti Visive del Comune della Spezia per un ventennio, e successivamente, per nove anni, membro dell’Istituzione dei Servizi culturali spezzina, tanto per citare qualcosa del suo vastissimo curriculum.
Qual è, secondo lei, il ruolo del critico d’arte oggi rispetto al passato?
“La funzione del critico è tutt’altro che marginale. A lui compete pronunciarsi sulla qualità dell’opera, evitando di sostituirsi all’artista, come invece, talvolta, è accaduto. Nell’attuale clima di accentuata soggettività – Francesca Alinovi parlava opportunamente di ‘arte mia’ – il rischio è di esasperare il tecnicismo e la rincorsa alla forzata novità. Il critico, nell’analisi dell’opera, deve associare l’indiscussa abilità dell’artista ai suoi sentimenti e ai suoi più intimi pensieri”.
Quali sono le attuali tendenze nel mercato dell’arte contemporanea?
“Il mercato dell’arte rappresenta un esteso contenitore comprendente la creatività del passato e del presente. Non a tutti gli artisti è aperto tale mercato, fortemente selettivo e, soprattutto a livello internazionale, molto legato allo strumento delle aste. Una decina di anni fa ho studiato il comparto, anche particolarmente redditizio. Le aste erano 260 nel mondo, di cui 154 dedicate all’arte moderna e contemporanea. Per quanto concerne il mercato locale, le gallerie, oggi pressoché scomparse alla Spezia, hanno svolto un ruolo molto significativo, esprimendo nel contempo il senso di appartenenza degli spezzini verso i loro artisti. Il mio amico Vaccarone mi diceva spesso di dover ringraziare i suoi concittadini”.
L’arte contemporanea è ancora capace di provocare e innovare?
“In taluni casi la risposta è affermativa e non nascondo che visitando la Biennale di Venezia alcune opere, pur dall’elevato tasso di eccentricità, mi abbiano coinvolto. In altri casi la provocazione è del tutto effimera”.
Il sistema dell’arte è destinato a cambiare radicalmente o rimarrà strutturato come oggi?
“Credo che l’avvento di internet abbia già obbligato gli attori di questo sistema a un continuo adeguamento, per allargare l’informazione in modo esponenziale. La critica d’arte recita, al riguardo, un importante protagonismo, cercando, come dichiarava Tullio Kezich, autorevole critico cinematografico, di alimentare la curiosità”.
Quali sono le sfide che il mondo dell’arte dovrà affrontare nei prossimi anni?
“Nel 2007 ho svolto una conferenza promossa dal Museo Diocesano sul tema ‘I materiali nell’arte contemporanea’. Ho pensato che, quanto mostravo, rappresentasse in qualche modo una sfida del presente che guardava al futuro. Gli addetti ai lavori richiamano tuttora l’impatto che avranno, anche nel mondo dell’arte, i contenuti rivoluzionari dell’intelligenza artificiale. Non vado oltre”.
Sedici artisti viventi di differenti generazioni – ovviamente con la defezione dello scomparso Vaccarone, rappresentato, però da una tela selezionata dai figli Alessandro e Leonardo – così noti, che mai l’avevano fatto prima d’ora, si trovano a esporre insieme in ‘Pensieri d’Artista’. Cosa ne pensa?
“Ovviamente bene! Quando sono iniziate le interviste domenicali, che ho diligentemente raccolto, attendevo ogni volta la successiva con immutato interesse, chiedendomi a chi sarebbe toccato la volta successiva. Forse il numero era limitato ed alcuni artisti non compresi avrebbero ulteriormente valorizzato la lodevole iniziativa, particolarmente premiante”.
E in generale del progetto de La Nazione: libro e mostra?
“Confermo il mio giudizio positivo. Conosco, alcuni piuttosto bene, quasi tutti gli artisti, che nel loro insieme hanno sancito, lo evidenzierà la mostra, l’incrocio dei linguaggi e la vitalità artistica del nostro territorio, che vanta una bella tradizione. Il libro, poi, è un pregevole e indiscutibile valore aggiunto. Complimenti!”.
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