La sfida di Agenas, destra litigiosa: rischio commissario


Il presidente dell’Iss Rocco Bellantone punta alla guida dell’agenzia con la sponda leghista. Ma Fratelli d’Italia vuole il capo di gabinetto del ministro Schillaci, Marco Mattei. Il pericolo è l’impasse 

Un crocevia di interessi di partito e un risiko di poltrone. E, tra una sfida e l’altra, l’epilogo potrebbe essere il commissariamento. La partita sulla presidenza di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, è ricca di incognite. Ma ci sono già delle certezze: gli appetiti dei “candidati” al posto lasciato vacante da vari mesi da Enrico Coscioni, rimosso dopo essere stato raggiunto da una misura cautelare interdittiva del divieto di esercizio della professione medica per un anno.

Un vuoto di potere acuito dalle dimissioni, arrivate a dicembre, di Domenico Mantoan da direttore generale, rimpiazzato come facente funzione da Giulio Siccardi, già direttore d’area. La questione, al momento, ruota intorno alla presidenza. Sempre più attivo risulta Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto superiore di sanità dalla fine del 2023, diventato noto come “il cugino di Fazzolari”, anche se i due non ci tengono a precisarlo. L’incarico all’Iss sembra stargli stretto.

Non sono più i tempi d’oro di Silvio Brusaferro, affermatosi come volto mediatico durante le prime ondate di Covid-19.

Dubbi e ambizioni

Secondo quanto risulta a Domani, Bellantone sta guardando con interesse alla guida dell’agenzia, che garantisce un peso maggiore negli equilibri della sanità. Si racconta che il clima nell’istituto non sia dei migliori. Qualche mese fa i dipendenti avevano proclamato lo stato di agitazione. Il piano di assunzioni concordato non aveva avuto il seguito sperato, irritando i sindacati interni. Un nuovo incontro, con buoni presupposti, è atteso a metà marzo per risolvere la vicenda.

Così come è stato respinto l’iniziale progetto di riorganizzazione dell’ente, firmato proprio da Bellantone. Si è giunti a una nuova soluzione, che ha accolto i rilievi dei sindacati. Ma comunque si sono allungate le tempistiche della riforma. Insomma, l’attuale ruolo pare complicato. Nei mesi scorsi, ha confidato a chi lo conosce di valutare l’accesso alla possibilità di operare, da chirurgo endocrinologo, in Qatar, paese arabo caratterizzato da un elevato tasso di strutture sanitarie private.

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Al netto delle ipotesi future, Bellantone continua tra i vari impegni a fare visite al policlinico Gemelli. Il calendario delle prenotazioni è sempre affollato, e il presidente dell’Iss ha serrato gli incontri: uno ogni 15 minuti, per la somma di 300 euro. Dunque, tra l’ospedale in cui è ancora ricoverato papa Francesco e l’incarico all’Istituto, valuta possibili sponde politiche per trovare spazio all’Agenas. «Si sta muovendo molto», raccontano dagli uffici dell’Iss.

Dentro Fratelli d’Italia vanta una copertura parentale, come detto, che riporta a Giovanbattista Fazzolari, potentissimo sottosegretario e consigliere principe di Giorgia Meloni.

Eppure, FdI sembra tiepida verso l’eventuale spostamento di Bellantone: l’approdo all’Istituto superiore di sanità è considerato già una buona promozione. Perciò l’interlocutore – da quanto si racconta in ambienti parlamentari – è diventato la Lega, nella figura di Claudio Durigon, vicesegretario del partito di Matteo Salvini e plenipotenziario leghista dal Lazio in giù.

La sponsorizzazione potrebbe non essere sufficiente. Perché la Lega ha sì gli occhi sulla presidenza di Agenas, visto che la facente funzione al posto è Manuela Lanzarin, attuale assessora alla Sanità della Regione Veneto e papabile erede di Luca Zaia, ma lo sguardo è rivolto al Nord.

La trattativa è nelle mani di un altro presidente di regione leghista, Massimiliano Fedriga (Friuli-Venezia Giulia), al timone della Conferenza delle regioni, chiamata a esprimersi soprattutto sulla nomina del direttore generale. Un pezzo del puzzle.

Il piano di Mattei

Ma Bellantone non sta correndo in solitaria. Anzi. L’altro nome in rampa di lancio per la presidenza dell’Agenas è quello di Marco Mattei. È stato il primo a circolare, secondo qualcuno sarebbe stato lanciato anche prima del tempo per «essere bruciato».

Dicerie che rendono l’idea del clima che si respira. Mattei ha un vantaggio: è l’attuale capo di gabinetto del ministro della Salute, Orazio Schillaci. Può contare sul gradimento degli uffici ministeriali.

In questo caso la matrice politica è quella di Fratelli d’Italia. Mattei è uno storico esponente del centrodestra laziale con un feudo nella zona dei Castelli Romani. Già assessore regionale con la giunta Polverini, quando era esponente di Forza Italia, da anni ha cessato un impegno diretto in politica ma gravita nell’orbita meloniana: oltre a essere collaboratore di Schillaci, è commissario liquidatore dell’ente strumentale della Croce rossa, per cui di recente è stato anche rimosso il vincolo temporale sul mandato.

Contabilità

Buste paga

 

Vanta poi ottimi rapporti con Marco Silvestroni, senatore di FdI. Mattei ci conta: pensa di avere un curriculum adeguato e le entrature politiche giuste. A meno che la Lega non si irrigidisca, considerando l’agenzia un proprio territorio. E il cortocircuito in agguato: la parola commissariamento all’Agenas non è più un tabù.

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