Il salto di qualità nelle inchieste sull’urbanistica milanese manda in soffitta il Salva Milano (a meno che la destra non se lo voglia intestare in solitaria). E colpisce la giunta Sala perché si è scoperto che uno degli arrestati, insieme a colui che oggi è l’assessore alla Casa, diceva a dicembre 2023 che la giunta Sala andava fatta cadere. La tegola è arrivata ieri mattina con il primo arresto in queste inchieste sull’edilizia meneghina avviate dalla Procura a ottobre 2022 e per la prima volta tra i reati contestati c’è anche la corruzione. Così dopo mesi di pressioni sul parlamento, ieri è arrivata l’ammissione: «Gli elementi di novità, e gravità, inducono questa amministrazione a non sostenere più l’approvazione del Salva Milano» spiaggiato al Senato dopo il sì della Camera.
FINO A IERI il braccio di ferro tra politica e magistratura aveva riguardato l’interpretazione delle norme urbanistiche, da ieri c’è anche la corruzione e cambia tutto perché gli indagati rivendicavano di averlo scritto loro il Salva Milano consegnandolo a Tommaso Foti di Fdi e Maurizio Lupi di Noi Moderati, entrambi non indagati. Il Salva Milano, scrivono i pm, serviva nella buona sostanza a bloccare le indagini della magistratura e «non buttare nel cesso» 30 anni di urbanistica milanese, come diceva l’arrestato. Ieri mattina su ordine del gip Mattia Fiorentini è stato messo agli arresti domiciliari Giovanni Oggioni, architetto, ex direttore dello Sportello unico edilizia del comune di Milano ed ex vicepresidente della commissione Paesaggio, oltre che consulente dell’Ance, l’associazione dei costruttori.
LE ACCUSE sono di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso per 16 progetti immobiliari. La procura usa la parola «sistema» per descrivere quanto successo attorno a Oggioni e alla commissione Paesaggio. Il «sistema» lavorava per favorire il rilascio di titoli edilizi illeciti e far realizzare operazioni immobiliari altamente speculative, dicono i pm. Oggioni avrebbe ricevuto utilità da un’associazione di categoria dei costruttori edili, Assimpredil-Ance Milano, e da un operatore economico del real estate, Abitare In, per favorire il buon esito di numerose pratiche edilizie. In base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, anche Assimpredil-Ance Milano e Abitare In risultano indagate. Tra le utilità ottenute da Giovanni Oggioni ci sarebbe proprio l’assunzione in Abitare In della figlia, anche lei architetto, con contratti tra il 2020 e il 2023 per oltre 124mila euro. Oggioni avrebbe ottenuto anche un contratto di consulenza da Assimpredil Ance per oltre 178mila euro tra il febbraio 2022 e novembre 2024.
DAL LIVELLO MILANESE a quello nazionale entra in gioco la scrittura della Salva Milano. Gli indagati dicono di aver scritto la norma facendola arrivare ai loro referenti politici: l’ex capogruppo Fdi alla Camera Foti, oggi ministro per gli Affari europei, Lupi. Con un Pd milanese e un sindaco area dem già convinti della correttezza dello strumento di interpretazione autentica della legge, era Fratelli d’Italia da portare su quella stessa posizione. La Lega aveva proposto di fare un classico condono, ma gli indagati non volevano perché il condono non avrebbe fermato le indagini, l’interpretazione autentica della norma sì. Nell’ordinanza d’arresto ci sono intercettazioni dalle quali si capisce che anche l’attuale assessore alla Casa della giunta Sala, Guido Bardelli (non indagato), in qualità di avvocato del principale studio amministrativista di Milano, avrebbe collaborato con gli indagati. Dalle carte emergono contatti tra l’arrestato e Bardelli, che nel dicembre 2023 scriveva in un messaggio: «Dobbiamo far cadere questa giunta». Bardelli, non indagato, è citato 30 volte nell’ordinanza del gip Mattia Fiorentini.
PER SALA e il centrosinistra milanese si apre un problema politico enorme: può restare in giunta un assessore che parlava in questo modo e che ha lavorato a stretto contatto con i principali indagati di questa inchiesta? «Dopo i gravi fatti emersi oggi dalla magistratura è evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti in una discussione sul ddl Salva Milano – ha detto la segreteria del Pd, Elly Schlein -. È una scelta giusta quella presa dal sindaco Sala di chiedere che non prosegua più l’iter parlamentare per l’approvazione del ddl Salva Milano. Ora la destra eviti blitz». Anche Fratoianni (Avs) dice: «Sul Salva Milano non si tentino blitz». Per il leader 5S Conte: «Non guardiamo a colori politici. Non permetteremo che passi».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link