tutti i fronti dell’indagine sulla Deas amata dalla Difesa


Contratti milionari e appalti d’oro. Anche con strutture legatissime ai servizi segreti. La società Deas Spa, diventata leader della cybersicurezza, è al centro degli sviluppi investigativi della procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta Sogei. I nuovi indagati – Stefania Ranzato, rappresentante legale di Deas, e Cristiano Cannarsa, ad della società controllata dal Tesoro – verranno sentiti dai magistrati capitolini nei prossimi giorni. Entrambi sono accusati di concorso per tentato peculato.

Un filone d’indagine, quest’ultimo, avviato anche in base a un’intercettazione ambientale di giugno 2024 tra l’ufficiale della Marina Antonio Angelo Masala (indagato nell’inchiesta Sogei) e un interlocutore che non è noto: al centro della discussione, come rivelato da questo giornale, un incontro tra l’arrestato Massimo Rossi e il fedelissimo Carmine Saladino in cui si sarebbe parlato – circostanza smentita da Saladino già sentito dai pm – di una eventuale acquisizione, caldeggiata da Cannarsa, da parte della Maticmind (Saladino ha detto a Domani di non aver più quote nell’impresa) della spa di Ranzato. Ingrassare i conti di Deas, dunque, l’obiettivo dell’ad di Sogei, amico di Ranzato, in modo da consentire operazioni di compravendita di non poco conto. Tradotto: solo con bilanci positivi l’imprenditrice veneta avrebbe potuto vendere a grandi aziende di Stato.

Intelligence e Deas

Ed è proprio sui bilanci, in base a quanto apprende Domani, che stanno indagando gli inquirenti. Come ha fatto Deas a crescere così in fretta? Il fatturato raggiunge i 20 milioni, mentre l’utile sale a 8 milioni, quasi quadruplicato rispetto a tre anni fa. Non male, considerando il fatto che l’azienda precedente di Ranzato, la Cyber Intuition, era in rosso di quasi 400mila euro in due anni.

Consip, Sogei, Difesa, Marina militare, altri ministeri, come quello delle Infrastrutture, e la Banca d’Italia. Questi sono solo alcuni dei “big” con cui Ranzato ha fatto affari, stipulando contratti per diversi milioni di euro. Soltanto tra il 2023 e il 2024 Deas – scriveva Domani a novembre scorso – ha ricevuto pagamenti in quattro tranche per un totale di 5,4 milioni di euro da Teledife, la sigla della direzione informatica, telematica e tecnologie avanzate del ministero della Difesa.

L’oggetto è generico: «Servizi di sviluppo software e assistenza framework» (2,2 milioni di euro) e il «potenziamento funzioni comando e controllo» (altri 3,3 milioni di euro). D’altronde nei corridoi del dicastero guidato da Crosetto i complimenti per Deas si sprecano. Indiscrezioni ulteriori dicono anche che Ranzato abbia la stima dello stesso ministro e di pezzi da novanta dei servizi come l’attuale vice direttore del Dis Giuseppe Del Deo.

E a proposito di servizi segreti. Domani ha scoperto che tra i clienti di Deas c’è anche un pezzo dell’intelligence. O meglio il Centro intelligence interforze Cs, che fa capo al ministero della Difesa e agisce in coordinamento con l’Aise, l’Agenzia per le informazioni sulla sicurezza esterna. Dall’ente, che ha sede a Roma, Deas ha avuto un affidamento diretto di circa 12mila euro a maggio 2024. «Approvvigionamento specialistico», recita il contratto.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

Accertamenti, inoltre, starebbero avvenendo anche in riferimento ai legami tra la società di Ranzato e l’Aisi, con particolare attenzione alla passata gestione che vedeva ai vertici Mario Parente e il suo vice, per l’appunto Giuseppe Del Deo. Le chat dei telefoni sequestrati durante le perquisizioni dei giorni scorsi sono dunque al vaglio dei finanzieri.

Cosa si cerca? Oltre a legami con l’intelligence, relazioni con gli indagati dell’inchiesta Sogei, partita a ottobre scorso, quando i pm hanno svelato un articolato sistema corruttivo. Con tangenti in cambio di appalti e aggiudicazioni di gare, ma anche relazioni privilegiate, come dimostrano gli ultimi sviluppi, tra imprenditori e ministeri, dalla Difesa al Viminale.

Amici importanti

Premiata alla Camera dei deputati nel 2019, nell’ambito della sesta edizione dell’Italian Best Awards, pensato per riconoscere il merito della professionalità italiana, Ranzato vanta, pertanto, una rete di amicizie eccellenti.

Non solo Cannarsa, ma anche Masala, l’ufficiale della Marina distaccato presso il sesto reparto dello stato maggiore della Difesa accusato dalla procura romana di aver ricevuto denaro in cambio dell’aggiudicazione di una gara da 180 milioni di euro all’impresa di Massimo Rossi. È tramite Masala, come detto, che si scopre che Cannarsa avrebbe incoraggiato Rossi e Saladino all’acquisto di Deas. Sui rapporti tra Rossi e Saladino i detective della finanza stano indagando a fondo.

Così come stanno tentando di ricostruire eventuali contatti e legami tra lo stesso Saladino e l’imprenditrice di Deas, e le relazioni con Masala. In entrambi i casi si tratta di soggetti indirettamente collegati al ministro della Difesa (estraneo all’inchiesta). Se Masala lavora al ministero di via XX settembre, Saladino è grande amico di Crosetto tanto da avergli affittato casa gratis. E infine Ranzato. Che inizia la sua scalata in concomitanza dell’entrata nel club che conta, nell’associazione confindustriale del settore difesa e armamenti, Aiad, di cui Crosetto è stato presidente fino al giuramento da ministro.

«Conosco Crosetto come conosco tutto il cda dell’Aiad», aveva spiegato Ranzato a Domani. Sui rapporti con l’imprenditrice rampante, Crosetto aveva invece preferito ricorrere al “no comment”. Lo stesso ha fatto ieri la rappresentante di Deas spa. Contattata da questo giornale, l’imprenditrice non ha risposto alle nostre domande.

Di certo l’indagine iniziata come un capitolo nella più ampia verifica su Sogei è destinata ad arricchirsi di nuovi elementi. E forse sarà Ranzato durante l’interrogatorio a chiarire gli aspetti che per la procura restano poco chiari. In particolare resta da capire chi si è mosso e perché a favore di Deas nel proporre il suo acquisto a colossi di Stato, da Leonardo a Fincantieri, che però hanno declinato, e alla società fondata dall’amico del ministro Crosetto.

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