Sono passati undici anni dal blitz che provocò uno scossone nel mondo imprenditoriale catanese. L’operazione Money Lander portò al centro del ciclone giudiziario i fratelli Bosco, titolari di supermercati, gastronomie e aziende di catering. I poliziotti documentarono un giro vorticoso di usura con ombre e contatti con la criminalità organizzata, sia clan Laudani che Santapaola. Alcune vittime decisero di denunciare gli strozzini dando avvio all’inchiesta.
Ci sono prestiti a imprenditori edili al collasso di 10.000 euro con tassi del 54%. Alla stessa vittima gli imputati avrebbero prestato somme di 50.000 euro con interessi annui dell’80%. Oltre a un altro prestito dello stesso importo ma con tasso del 99%. Ci sarebbero anche 30.000 euro con il tasso del 29% annuo. Le vicende risalgono tutte al 2012. Le vittime non solo avrebbero pagato importi di denaro con tassi usurai vertiginosi ma sarebbero stati costretti anche a cedere immobili.
Un costruttore sarebbe finito in una trappola senza via d’uscita. E avrebbe subito anche le richieste estorsive di un esponente della mafia di Mascalucia: «L’ha voluto lei, giustamente lei che scompare, giustamente noialtri ci dobbiamo mettere in moto perché non ci possiamo permettere noi di perdere (appizzari) i soldi», gli dicevano.
Momento cruciale
Il dibattimento è stato lungo e articolato. Sono stati sentiti diversi testimoni e anche le difese hanno provato a smontare il quadro accusatorio. Alla fine ieri è arrivato il momento cruciale del processo: la requisitoria della pm Assunta Musella con le relative richieste di condanna o assoluzione.
Ha chiesto per tutti gli imputati accusati del reato associativo sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Nel dettagli le richieste della pm: Antonino Bosco 12 anni di reclusione e 12.000 euro di multa per 7 capi d’imputazione, Giuseppe Bosco (classe ‘22) 9 anni e 6.000 euro di multa, Giuseppe Bosco (classe 1978) 6 anni e 6.000 euro di multa, Mario Bosco 7 anni e 7.000 euro di multa, Salvatore Bosco 8 anni e 8 mila euro di multa, 4 anni e 6.000 euro di multa, Mirko Pompeo Casesa 7 anni e 7 mila euro di multa, Antonino Cuntrò 12 anni e 10mila euro di multa, Mario Cuntrò chiesta assoluzione, Mario De Luca 5 anni, Giovanni Di Prima assoluzione, Giuseppe Finocchiaro 7 anni e 7.000 euro di multa, Francesco Grasso Ferlito 7 anni e 7 mila euro di multa, Salvatore Gullotta 8 anni e 9mila euro di multa, Salvatore Gullotta 8 anni e 9mila euro di multa, Salvatore Lo Miglio 4 anni e 5.000 euro di multa, Paolo Daniele Nicolosi 8 anni e 9.000 euro di multa, Francesco Palmisciano 6 anni e 6.000 euro di multa, Carmelo Riccioli 5 anni e 6.000 euro di multa, Carmelo Scuderi 6 anni e 6mila euro di multa, Antonio Vaccaro 9 anni e 10mila euro di multa, Carmelo Venia 7 anni e 7mila euro di multa.
Ieri hanno discusso anche le parti civili, Salvatore Fiore e Salvatore Vizzini, assistiti dall’avvocato Enzo Guarnera, l’Asae e il comune di Sant’Agata Li Battiati assistiti dall’avvocato Vincenzo Ragazzi, il comune di Camporotondo Etneo con l’avvocato Caterina Galati Rando, la Città Metropolitana con l’avvocato Vito Distefano, che si sono associate alle richieste di condanna della procura.
La prossima udienza è fissata per il 14 maggio quando cominceranno le arringhe difensive.
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