40 associazioni chiedono di Includere subito le plastiche nel lavoro per il regolamento Ecodesign


Quaranta organizzazioni – tra cui Break Free From Plastic Europe, Rethink Plastic alliance, ECOS, Center for International Environmental Law (CIEL), EEB, Zero Waste Europe, Plastic Soup Fondationhanno scritto alla Commissaria per l’ambiente Jessika Roswall per includere subito la plastica tra le priorità nella stesura delle norme operative del regolamento ecodesign (Ecodesign for Sustainable Products Regulation-ESPR).

L’ESPR (Regolamento UE 2024/1781) pone le basi per la successiva adozione di requisiti ambientali obbligatori: riguarderà sia singoli prodotti che di gruppi di prodotti tra loro simili. Per sostenerne l’efficacia, il Centro comune di ricerca della Commissione (JRC-Joint Research Centre) “ha valutato un certo numero di prodotti e li ha classificati per un’eventuale assegnazione di priorità nel primo piano di lavoro dell’ESPR, che sarà adottato dalla Commissione nella prima metà del 2025, dopo aver consultato i membri del Forum per la progettazione ecocompatibile”, spiega lo stesso JRC.

Le priorità

I ricercatori e le ricercatrici del centro di ricerca europeo hanno presentato (Ecodesign for Sustainable Products Regulation: Study on new product priorities)quelle che secondo loro, stando alla ai risultati della ricerca scientifica, dovrebbero essere i campi prioritari, identificando i prodotti “in base alla loro rilevanza in termini di impatto ambientale, potenziale di miglioramento, e misura in cui tali prodotti sono coperti da altre politiche dell’UE”.

Nel citato rapporto vengono selezionati 18 gruppi di prodotti – sia finali che intermedi – per i quali le norme che derivano dall’implementazione dell’ESPR possono avere “un potenziale significativo di riduzione degli impatti ambientali e di rafforzamento dell’autonomia strategica dell’UE”. In questa short list troviamo ad esempio tessili e calzature, mobili, pneumatici, materassi da letto, detergenti, pitture e vernici, cosmetici, giocattoli, prodotti igienici assorbenti. Trai prodotti intermedi: ferro e acciaio, prodotti chimici di base, alluminio, carta, vetro e, appunto, plastica e polimeri.

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Il piano di lavoro

ll Regolamento prevede l’adozione, entro il 19 aprile 2025, di un piano di lavoro che definirà le priorità per l’introduzione dei requisiti di progettazione ecocompatibile, ovviamente con particolare attenzione ai prodotti ad alto impatto ambientale. Sebbene il piano di lavoro ufficiale non sia ancora stato pubblicato, il regolamento indica già alcuni gruppi di prodotti prioritari: ferro e acciaio, alluminio, prodotti tessili, mobilio, pneumatici, detergenti, vernici e lubrificanti, sostanze chimiche, prodotti elettronici e Ict, prodotti connessi all’energia. Dunque le priorità sono state già delineate nel regolamento (e la plastica, pur indicata dal JRC, non è tra queste), ma la formalizzazione e l’eventuale ampliamento dell’elenco avverranno con l’adozione del piano di lavoro da parte della Commissione Europea.

“La plastica nei prodotti ha un impatto enorme sulla salute umana e sull’ambiente ed è stata inclusa nella lista ristretta del JRC per i prodotti intermedi. Tuttavia, il testo finale dell’ESPR non elenca la plastica e i polimeri tra i settori suggeriti come priorità tra i prodotti intermedi”, ricordano le associazioni.

Secondo le quali “ci sono diverse ragioni valide per includere la plastica e i polimeri:

  • Due dei tre principali prodotti finali identificati dal JRC e inclusi nel testo del regolamento (tessili e pneumatici) “beneficerebbero di misure di progettazione ecocompatibile a monte per la plastica e i polimeri”;
  • Affrontare i polimeri insieme al settore delle sostanze chimiche di base garantirebbe coerenza nelle misure ambientali;
  • Le tecniche indicate dalla Commissione (nel Polymer Best Available Techniques Reference Document) come le migliori disponibili per minimizzare l’impatto ambientale nel settore della produzione di polimeri, non sono né complete né aggiornate”, secondo i firmatari. Non sono quindi più sufficienti;
  • Un’ampia consultazione pubblica della Commissione Europea ha mostrato che il settore delle plastiche e dei polimeri ha ottenuto il più alto livello di consenso tra i prodotti intermedi, con il 63% degli intervistati che lo considera una priorità. “Anche il settore industriale riconosce la necessità di misure legislative chiare per incoraggiare soluzioni circolari”.

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I vantaggi di agire subito

Includere anche la plastica nel piano di lavoro avrebbe, secondo Break Free From Plastic Europe, Rethink Plastic alliance, ECOS e le altre associazioni, una serie di vantaggi:

  • Migliorare la tracciabilità: il Digital Product Passport (DPP) previsto dal Regolamento ecodeisgn permetterebbe una maggiore trasparenza sui materiali e sugli additivi utilizzati;
  • Facilitare l’economia circolare: il futuro Circular Economy Act beneficerebbe di plastiche progettate per essere più facilmente riciclate e prive di sostanze nocive;
  • Nel primo piano di lavoro, sarà possibile migliorare la trasparenza e la tracciabilità dei materiali, inclusa la presenza di sostanze pericolose; grazie all’inserimento dei polimeri come prodotto intermedio, il contenuto dei materiali plastici lungo la catena di approvvigionamento sarà meglio conosciuto e tracciabile.
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Foto: Canva

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