Caserta, “Inhuse” miglior hub dell’innovazione per il Financial Times


Miglior hub dell’innovazione in Italia, 18esimo in Europa superando anche, in Italia, il Politecnico di Milano, e, in Europa, hub come Lse Generate della London School of Economics e il Morgan Stanley Inclusive. Stiamo parlando di Inhuse, hub dell’innovazione nato a Caserta, e diventato una realtà ramificata che dalle sedi in Campania si è esteso a tutto il territorio nazionale. «Un cambio di paradigma – dice Pasquale Brancaccio, direttore generale di Inhuse – Per anni si è detto che l’Italia, e in particolare il Mezzogiorno, non avevano un ecosistema in grado di competere con Londra, Berlino o Parigi. Il riconoscimento del Financial Times ribalta questa narrazione».

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Una storia di talento, capacità e dedizione, oltre alla capacità di guardare all’innovazione che forse da Sud è più facile. Perché Inhuse è nato solo nel 2020, fermandosi nel periodo del Covid. E già ha raggiunto un traguardo più che prestigioso, entrando nella classifica del Financial Times “Europe’s Leading Start-up Hubs 2024”, posizionandosi al primo posto in Italia e al diciottesimo in Europa. Per avere le dimensioni del risultato basta pensare che l’anno scorso il primo hub italiano in classifica era il veneto H-Farm che, tuttavia, si fermava solo al 33esimo posto in Europa.

L’analisi del Financial Times si basa su parametri rigorosi, tra cui le performance delle startup incubate, il livello di mentorship offerto e il feedback di investitori e imprenditori. Tutti parametri in cui Inhuse si distingue per l’eccellenza.

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In concreto, Inhuse vanta una comitato scientifico di 200 docenti universitari. Il percorso dell’hub è strutturato: quando arriva una startup scatta una selezione rigorosa. Superato il primo scoglio, la startup viene ospitata nell’hub dove viene messa a disposizione assistenza tecnica, legale, economica. Quindi si guarda ai mercati, con la possibilità di accedere ai contatti con le banche, anche quelle estere più aperte all’innovazione. A disposizione anche pacchetti specifici per la formazione (Inhuse è un ente di formazione accreditato). Infine scatta il trasferimento tecnologico per perfezionare le dimensioni della nuova società ed arrivare al brevetto. L’obiettivo è trovare investitori e quotarsi in borsa. «Il tutto – dicono dalle parti di viale Lamberti, a Caserta – senza far pagare nessuno dei nostri servizi. Altrove le startup pagano anche la scrivania».

L’esempio

Uno dei successi più clamorosi di Inhuse si chiama Lightscience che ha ideato un sistema che consente da una goccia di sangue e uno spettrometro relativamente semplice, di compiere 18 esami del sangue a distanza. Un’idea che guarda ai malati allettati ma anche a chi si trova in condizioni ambientali estreme, nel deserto o nei ghiacciai. Nata in Svizzera, già accompagnata da vari investitori, Lightscience ha scelto Inhuse come incubatore. Oggi è all’attenzione di multinazionali mentre si prepara a sbarcare in borsa.

Il riconoscimento del Ft è arrivato inaspettato anche per Inhuse. «Si tratta di un risultato che certifica la crescita di un ecosistema innovativo al Sud – sottolinea Pasquale Brancaccio – Da Caserta all’Europa: il Sud innova. Siamo orgogliosi di questo riconoscimento, che premia il lavoro di un team impegnato a creare un ecosistema fertile per l’innovazione».

Il motore di crescita

Più che un semplice incubatore, Inhuse si sta imponendo come un motore di crescita per l’intero ecosistema startup del Sud Europa. Intorno alla società casertana, infatti, c’è una rete italiana per unire incubatori e acceleratori e creare un ponte più forte tra innovazione, investimenti e crescita imprenditoriale. Un dato decisivo tenendo conto che nel campo degli investimenti l’Italia è molto indietro in Europa. Nel Regno Unito ci sono 8.500 startup con 45 miliardi di dollari di investimenti e 12 miliardi di fondi pubblici, in Germania i numeri sono 6.200 startup, 37 miliardi di finanziamenti di cui 10 pubblici, in Francia 5.800 startup per 35 miliardi di cui 11 pubblici, in Spagna 3.500 startup, con 9 miliardi di investimenti di cui 6 pubblici. In Italia, invece, siamo a 3mila startup finanziate con 7 miliardi di cui 5 sono fondi pubblici. E nel nostro Paese l’80% dei finanziamenti sono destinati al Nord.

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Con Inhuse si cerca di superare la frammentazione e a valorizzare le eccellenze locali puntando alla collaborazione tra hub italiani per rendere tutto il sistema più competitivo. Un cambio di paradigma, visto che per anni si è detto che l’Italia – e soprattutto il Mezzogiorno – non poteva competere in Europa. Il riconoscimento del Ft ribalta questa narrazione. Oggi Caserta è un nuovo punto di riferimento per l’innovazione in Europa e dimostra che il futuro dell’innovazione può partire da qui: il Sud Italia non è più un osservatore, è protagonista.





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