Emma Quartullo è l’enigmatica Tamara (da giovane) in “Le onde del passato”


La giovane attrice, figlia di Elena Sofia Ricci, presta il volto al personaggio interpretato in età adulta da Irene Ferri



7 Marzo 2025 alle 08:35

Quando ha debuttato sul piccolo schermo, Emma Quartullo si è trovata subito a misurarsi con un ruolo speciale e carico di significato: interpretare sua madre, Elena Sofia Ricci, da giovane nella fiction “Vivi e lascia vivere”. Un esordio che sembrava già tracciare un filo rosso tra passato e presente, tra eredità familiare e identità artistica. Oggi, con “Le onde del passato”, la giovane attrice torna a vestire i panni della protagonista nella sua versione giovanile, questa volta prestando il volto a una giovane Tamara Valente, interpretata in età adulta da Irene Ferri.

Figlia d’arte, cresciuta tra copioni, set e racconti di scena, Emma porta nel sangue il talento e la passione per la recitazione: è la primogenita di Elena Sofia Ricci, nata dalla relazione con l’attore e regista Pino Quartullo.

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Allora Emma ci ha preso gusto a immergersi in questi viaggi temporali e a dare il meglio nei ruoli giovanili…
«Oramai mi sono specializzata nelle versioni giovanili di tutti (ride). La verità è che a Irene Ferri somiglio davvero tantissimo e più che a mia madre. Anzi siamo identiche ed è impressionante. Non solo nei tratti estetici ma anche in certi aspetti del carattere. In noi c’è una grande energia e ci vogliamo molto bene».

Vi conoscevate da molto?
«Sì da un bel po’ e abbiamo legato. Dicevamo sempre che sarebbe stato bello poter fare qualcosa insieme e alla fine è accaduto. È stata proprio lei a suggerire il mio nome per questa interpretazione ma più che altro anche per la somiglianza fisica».

È una storia al femminile molto delicata che parla di violenza e di riscatto. Come si è preparata per questo ruolo?
«C’è stato un grande lavoro di squadra. Il regista (Giulio Manfredonia, ndr) si è rivelato una guida fondamentale per me e la collega Emma Valenti nel ruolo di Anna Reali (la versione adulta è interpretata da Anna Valle, ndr). Ci sono state scene molto forti che ho affrontato diciamo con lo spirito giusto…».

Con un po’ di leggerezza?
«C’è stata una scena particolarmente intensa dal punto di vista emotivo in cui ho dovuto necessariamente costruire una sorta di scudo, una barriera che mi proteggesse dall’impatto emotivo del momento. È un meccanismo essenziale per non portarsi addosso, anche dopo il ciak finale, il peso di certe emozioni così forti. L’effetto sullo schermo è autentico, ma per arrivarci ho affrontato la scena con la stessa disciplina con cui si studia una coreografia: ogni movimento, ogni sfumatura emotiva devono essere calibrati, ripetuti e assimilati, senza però lasciare che prendano il sopravvento. Quando una scena viene girata dieci volte di seguito, per ore e ore, il rischio è che ti travolga, che subentri quasi un senso di smarrimento. Per fortuna, nel corso delle riprese, ci sono stati anche momenti più dinamici e leggeri, che ho vissuto con maggiore spensieratezza. Per esempio, le scene d’azione e, in particolare, quelle in acqua: le ho affrontate con entusiasmo, quasi come un gioco. Sono stati momenti in cui mi sono sentita libera, immersa completamente nel ritmo della storia, senza il peso emotivo delle sequenze più drammatiche…».

È un’abile nuotatrice?
«Non è il mio sport preferito, ma so nuotare bene e per le scene in acqua mi è servito».

È stata molto presente nelle prime due puntate. La vedremo spesso anche nelle prossime?
«Il personaggio tornerà molto frequentemente nei flashback della parte finale della fiction».

Essere nata in una famiglia di artisti, con due genitori attori e una nonna scenografa del calibro di Elena Ricci Poccetto, l’ha immersa fin da bambina in un mondo di creatività. Quanto ha inciso questa eredità sul suo percorso?
«Noi siamo il risultato di tutto ciò che viviamo, delle esperienze che attraversiamo e delle influenze che ci circondano. Crescere in una famiglia di artisti ha significato assorbire naturalmente un certo linguaggio, respirare creatività fin da bambina e sviluppare una sensibilità particolare verso questo mestiere. Ci sono stati momenti in cui mi sono chiesta come sarebbe stato prendere una strada completamente diversa, mettermi alla prova in un contesto lontano dal mondo dello spettacolo. Mi sono immaginata, per esempio, in Trentino – dove tra l’altro sono stata di recente – a fare l’istruttrice di sci, una vita forse più lineare, più tranquilla. Ma poi mi rendo conto che non potrei mai rinunciare a questo lavoro, con tutte le sue sfide, le sue gioie e i suoi tormenti. Si dice spesso che il vero amore per una professione si riconosce anche dal dolore che puo’ procurarti. E il mio legame con la recitazione è esattamente questo: una passione totalizzante, che a volte mette alla prova, ma che regala emozioni irrinunciabili».

I suoi genitori hanno visto le prime puntate?
«Sì e li ho sentiti orgogliosi e contenti».

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Le daranno dei consigli ogni volta…
«Tanti e a un certo punto ho capito che non dovevo seguirli alla lettera altrimenti sarei impazzita (ride). Ci tengo molto a non essere la copia dei miei genitori. Negli anni ho anche spiegato loro quali sono i miei gusti e riferimenti attoriali. Mia madre ogni santo giorno non fa che ripetermi in tutte le lingue del mondo che devo “sistemare” il romano e d’altronde su questo non posso proprio darle torto. Ogni volta che recito mi parte il romano. Devo impegnarmi di più».

Essere figli di volti noti spesso genera pregiudizi e aspettative. Per lei avere due genitori bravi e affermati è un fardello o una spinta?
«Amo profondamente i miei genitori e il percorso che hanno costruito. La verità è che sento molto il peso dei giudizi e del confronto, e questo, a volte, alimenta le mie insicurezze. Essere figli d’arte può essere un’arma a doppio taglio: da un lato è un grande privilegio, perché mi ha permesso di conoscere fin da subito questo mondo e di imparare osservando da vicino dei veri maestri. Dall’altro, il rischio è quello di sentirsi sempre sotto esame, come se si dovesse dimostrare il doppio per essere considerati davvero all’altezza. Sono consapevole delle opportunità che ho avuto, ma non le do mai per scontate. Mi piace mettermi costantemente in discussione, cercare di migliorarmi, lavorare sodo per meritarmi ogni passo avanti. Penso che la chiave sia proprio questa: trasformare il peso delle aspettative in una spinta per crescere e affermare la propria identità».

Molti figli d’arte raccontano di non avere vissuto serenamente gli anni della scuola. A lei com’è andata?
«Bene e devo ammettere che nelle amicizie sono stata molto fortunata. Se mi confronto con la Emma di ieri e cioè quando ero ragazzina, in effetti mi vedevo un po’ “sfigatella” ma non ho mai vissuto drammi e sono stata sempre circondata da persone affidabili, amici su cui poter contare. Ho vissuto un’infanzia e un’adolescenza in modo sereno». 

Tempo fa a Sorrisi aveva dichiarato che sua madre le aveva consentito di rimanere nella sua casa a Trastevere ma con una regola ben precisa: pagarsi da sola le bollette. All’epoca si manteneva facendo la babysitter. Ora le cose saranno cambiate…
«Sono andata a vivere a Ostiense e condivido casa con alcuni amici. L’indipendenza economica è dura, ma lavorando riesco a far fronte alle bollette di casa. Per fortuna le spese sono condivise…».

Oltre alla tv, a cosa si dedica con tanta passione?
«Sto lavorando a “Beiricordi Show”, un progetto a cui tengo moltissimo. Si tratta di un contenitore culturale con sede a Roma che spazia dall’organizzazione alla produzione e distribuzione di eventi. Lavoriamo con un team giovane, composto interamente da ragazzi sotto i 35 anni ed è un’esperienza incredibilmente stimolante. Credo sia fondamentale creare spazi in cui la cultura possa essere valorizzata e resa accessibile, soprattutto per le nuove generazioni. “Bei Ricordi” nasce proprio con questo intento: dare vita a iniziative che raccontino la nostra storia, il nostro patrimonio artistico, ma anche il fermento creativo contemporaneo. Mettere insieme idee, energie e talenti diversi è arricchente e mi dà una grande carica. È un’avventura che mi sta insegnando tanto e che spero possa crescere sempre di più».

Emma sul suo profilo Instagram campeggia la foto che la ritrae sorridente assieme a un ragazzo…
«Posso dire che sto con lui da un po’ e sono innamorata. Stop (ride)».



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