ok al piano alienazioni del Comune


Si conferma il quadro di dismissione delle proprietà comunali emerso negli anni scorsi con l’amministrazione di Caserta che punta ad incassare una cifra superiore ai 22 milioni e mezzo di euro. Anche il nuovo piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari per il triennio 2025-2027 conferma la programmazione dell’Ente per la vendita di una serie di immobili non ritenuti strumentali alle funzioni istituzionali.

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Il piano, esplicitato nella delibera 22, è stato approvato martedì dalla giunta comunale che punta a fare cassa per contrastare le difficoltà finanziare causate dal doppio dissesto. La strategia adottata, fin dal 2019, è stata quella di limitare i danni circoscrivendo il più possibile il numero degli immobili da mettere in vendita. Meno immobili a cui rinunciare anche se, tra questi, figurano anche quelli di maggior valore storico e finanziario, come nel caso di Palazzo Acquaviva (o Palazzo Vecchio) che ospita la sede di Prefettura e Questura e che ha un valore indicato in 21 milioni di euro.

La vendita dell’immobile storico è già stata tentata in due occasioni negli ultimi anni mediate un’asta pubblica, l’ultima nel 2023, andate però entrambe deserte. Oltre alla vecchia residenza cittadina dei conti di Caserta (poi acquisita al patrimonio dei Borbone durante la costruzione della Reggia), il Comune ha confermato la vendita dell’appartamento (ad uso ufficio) di cui è proprietaria in piazza Ruggiero 1 (del valore di 482.886,45 euro) e ancora di un appartamento in via Don Gangi (valutato 375.000 euro) e di due locali commerciali in via Turati (del valore rispettivamente, di 340.536 euro e di 180.600 euro). Da alienare anche un immobile inagibile da 15.200 euro localizzato nel comune di Presenzano (in via Amendola) e cantinole e depositi in via Ruta per un valore di 7.778,52 euro.

Sette immobili, in totale, quelli destinati alla vendita. Un numero, ridotto negli ultimi anni, anche grazie alle possibilità di recupero concesse con i fondi ordinari e straordinari, come nel caso del Pnrr. Sottratti al destino della vendita sono stati la scuola elementare “Lombardo-Radice” di via Roma, l’ex orfanotrofio Sant’Antonio e il fabbricato B1 del parco Primavera, fino al 2019 nell’elenco delle alienazioni e oggi interessati dagli investimenti comunitari. Il tentativo di disfarsi di parte del patrimonio immobiliare pubblico risponde a più esigenze, non ultima quella di utilizzare i proventi della vendita per rimpinguare i fondi destinati all’organismo straordinario di liquidazione, incaricato di gestire il dissesto finanziario del Comune.

Confermati, nel nuovo Piano, anche gli impegni alla valorizzazione delle restanti proprietà comunali destinate alla locazione o alla concessione in uso per finalità di interesse pubblico. Tra questi troviamo gli immobili di parco Primavera a Tuoro (64 appartamenti, 33 box, 34 cantinole e oltre 3800 metri quadri di terreno), di via Dietro Corte a San Clemente (32 appartamenti, un deposito e due posti auto) e del parco Schiavone di via Giulia a Centurano (12 appartamenti, una mansarda, un garage).

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Destinati a diventare fonte di reddito per l’amministrazione i locali commerciali di via Turati (al civico 52/54), gli uffici di via D’Aquino e via Catauli a Briano, e ancora appartamenti e immobili in diversi quartieri del capoluogo. Dai privati si attende un contributo determinante per la gestione e la manutenzione di alcuni beni sportivi, come nel caso dello Stadio Pinto (dove si è approvata la formula di un project financing per la realizzazione della nuova struttura) e del Palavignola. Di rilevanza tutta particolare, infine, ricoprono una serie di beni presenti nel piano di valorizzazione e su cui, nel corso degli ultimi anni, sono stati accesi più volte i riflettori da parte di consiglieri comunali e associazioni.

Tra questi spicca certamente la piscina comunale “Dennerlein” di corso Giannone che da anni l’amministrazione tenta di affidare per garantire la riapertura a distanza di due anni e di due gare finite deserte. Obiettivo valorizzazione anche per l’immobile interculturale di via Mazzini, il vecchio villaggio Torre dove, oltre a spazi museali, sale culturali e l’emeroteca cittadina, sono di proprietà dell’ente anche i locali commerciali e un’area esterna da 1200 metri quadrati. Tra gli altri beni di cui è atteso il recupero anche gli ex plessi scolastici di via Falluti e via Caruso, a Centurano) e l’alloggio annesso alla chiesa di Santa Maria di Macerata nella borgata di San Clemente.





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