Punto stampa del Presidente Meloni al Consiglio europeo straordinario del 6 marzo


La discussione di oggi, come sapete, si è concentrata particolarmente finora sui temi della difesa, sulla base della lettera inviata dalla Presidente della Commissione europea, che apre ad alcune proposte sull’implementazione delle risorse per la difesa. Ovviamente questo è un Consiglio europeo informale, non è un Consiglio europeo che decide, è un Consiglio europeo nel quale si apre la discussione su alcune proposte che vengono portate avanti e poi le decisioni verranno prese a partire dal prossimo Consiglio europeo, che non è un Consiglio europeo informale. 

Nelle proposte di Ursula von der Leyen sicuramente abbiamo salutato positivamente il fatto che sia stata accolta una proposta che l’Italia faceva da tempo e cioè di scomputare le spese di difesa dal calcolo del rapporto deficit/pil; dopodiché la Presidente von der Leyen individua anche ulteriori possibilità di accedere a prestiti per 150 miliardi di euro, che è una ulteriore possibilità anche se, tra le criticità che l’Italia ha segnalato c’è quella per cui la gran parte di queste risorse sono risorse che in qualche maniera hanno a che fare con il debito. 

Chiaramente quando Nazioni come la nostra si approcciano con la materia del debito ci sono dei rischi che vanno tenuti in considerazione. Io penso che, ad esempio – e stiamo elaborando questa proposta che verrà portata dal ministro Giorgetti al prossimo Ecofin – si debbano immaginare strumenti di garanzie europee per gli investimenti privati, sul modello per capirci di InvestEU, quindi stiamo facendo delle proposte per cui si possano reperire anche delle risorse per favorire gli investimenti e quindi anche creare posti di lavoro, aiutare le aziende, con delle garanzie europee per quegli investimenti. 

Dopodiché abbiamo condotto una battaglia per escludere i Fondi di coesione, cioè per escludere la possibilità che venissero forzatamente dirottate risorse dai Fondi di coesione alle spese sulla difesa. È rimasta una clausola per cui volontariamente le Nazioni possono fare questa scelta, chiaramente noi non possiamo impedire che altre Nazioni decidano di fare questa scelta, soprattutto quelle che sono più esposte, ma per quello che mi riguarda io proporrò al Parlamento di chiarire fin da subito che l’Italia non intende dirottare fondi della coesione, sono fondi importantissimi per noi, sull’acquisto di armi e questa sarà ovviamente una decisione che poi prenderemo insieme al Parlamento, sicuramente sarà la proposta che io porterò avanti. 

Dopodiché io mi sono permessa di segnalare anche che il concetto di difesa in Europa è un concetto un tantino più ampio della parola riarmo. Credo che la parola riarmo non sia la parola adatta per parlare di quello che stiamo facendo. Il concetto di sicurezza e il concetto di difesa oggi è un concetto che riguarda moltissimi domini della vita quotidiana dei cittadini e quindi non semplicemente essere dotati di adeguate armi, che pure sicuramente è un tema, ma riguarda il tema delle materie prime, della cybersicurezza, delle infrastrutture critiche, riguarda tantissimi domini dei quali anche noi ci dobbiamo occupare quotidianamente. 

E quindi forse stiamo dando dei messaggi che per i cittadini non sono chiarissimi e penso che su questo bisogna insieme chiarire che cosa stiamo facendo.

Dopodiché la discussione continuerà sull’Ucraina in serata, però oggi il grosso è stato su questo. Saluto positivamente anche il fatto che all’indomani della proposta della Presidente della Commissione di aprire allo scomputo delle spese di difesa dal calcolo del rapporto deficit/pil ci sia anche un dibattito che comincia ad aprirsi su una revisione complessiva del Patto di stabilità e crescita. Probabilmente se alcune delle cose che abbiamo detto quando è stato varato il nuovo Patto fossero state ascoltate al tempo un po’ di più, oggi non saremmo di fronte a questa situazione, ma è sicuramente una notizia che salutiamo positivamente. 

Chiaramente non riguarda per come la vedo io un’eventuale revisione del Patto solamente la vicenda della difesa, riguarda soprattutto la vicenda della competitività, cioè dell’autonomia strategica, che riguarda moltissime materie che sarà oggetto, come sapete, del prossimo Consiglio europeo. 

Io mi fermo qui se avete delle domande. 

Domanda: Presidente, si è parlato anche dell’ipotesi di inviare delle truppe europee in Ucraina. Putin è già intervenuto dicendo che nel caso ci fosse questa ipotesi sarà [inaudibile]. Lei che pensa? 

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Presidente Meloni: Ho già detto quello che penso di questa proposta. Sono molto, molto perplessa su questa proposta. L’ho detto dall’inizio. Non la considero particolarmente efficace. La considero anche molto complessa. Penso che la questione, ovviamente, centrale della pace in Ucraina, sulla quale penso che dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili per favorire un processo di pace, salutando favorevolmente dall’iniziativa americana a tutti coloro che vogliono arrivare a un processo di pace, ma una pace giusta ha bisogno di garanzie di sicurezza certe. Le garanzie di sicurezza certe, secondo me, stanno sempre nell’alveo dell’Alleanza Atlantica. L’unico modo serio per garantirle è quello, poi ci sono diversi modi per farlo, e qui stiamo portando avanti le nostre proposte, ma secondo me quella di inviare truppe, non meglio identificate, truppe europee, insomma, francesi, britanniche, piuttosto che… è la soluzione più complessa e forse la meno efficace. L’ho detto, l’ho ribadito, ho anche escluso la possibilità che in questo quadro possano essere inviati soldati italiani e penso che dobbiamo ragionare anche su soluzioni più durature anche di quelle che potrebbero rappresentare oggi un invio di truppe. Altro tema è la questione delle missioni di peacekeeping delle Nazioni Unite, ma è tutta altra materia, perché sono missioni che intervengono quando c’è un processo di pace iniziato e non è la proposta di cui si sta parlando in queste ore. Ripeto, su questa proposta qui io continuo ad essere molto perplessa. 

Domanda: L’Italia continua a chiedere l’articolo 5 anche per l’Ucraina, è questa la proposta che ha fatto? 

Presidente Meloni: Penso che sicuramente sarebbe molto più efficace, una cosa diversa dall’ingresso nella NATO, però, è estendere la stessa copertura che hanno i Paesi NATO anche all’Ucraina. Credo che quella sarebbe una garanzia di sicurezza stabile, duratura, effettiva, più di alcune delle proposte che sto vedendo e per cui sicuramente è una delle proposte che noi mettiamo sul tavolo.

Domanda: [Inaudibile] …dei prossimi vertici USA-UE se ne è parlato?

Presidente Meloni: Se ne sta parlando, chiaramente da costruire però è un impegno sul quale l’Italia intende lavorare, è una proposta che abbiamo lanciato noi, non per questo, ma pensiamo che sia utile vedersi, parlarsi, e quindi continuiamo a lavorarci. Non ci sono ancora elementi concreti, però è sicuramente una cosa sulla quale ho trovato molto interesse dagli interlocutori. 

[Domanda inaudibile]

Presidente Meloni: Come la giudico? Eh, guardi, io penso che in questo momento non serva tanto rispondere. Mi pare che siano più manifestazioni verso il proprio, come posso dire, pubblico. Non mi interessa, mi interessa arrivare a una soluzione che possa essere effettiva e seria perché è per questo che abbiamo combattuto. Cioè, in questi tre anni tutti gli sforzi che noi abbiamo fatto – l’ho detto tante volte – erano per arrivare a una pace giusta.

A una pace che avesse delle regole, e oggi che, grazie a quel lavoro, ci sono le condizioni, perché se noi non avessimo supportato l’Ucraina, non staremo a parlare di pace, questo lo ricordo a tutti quelli che dicono che siamo noi, addirittura che sono io che ho scatenato la guerra in Ucraina… ho sentito dire queste cose folli che ogni tanto ascolto. Noi abbiamo lavorato banalmente perché non ci fosse un’invasione dell’Ucraina, perché l’Ucraina rimanesse in piedi e perché ci fossero delle condizioni adeguate per sedersi al tavolo. Oggi siamo arrivati a quel momento e bisogna raccogliere i frutti dei sacrifici che abbiamo fatto. Vi ringrazio, buona serata. 

 



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