Riarmo Ue è la priorità, cos’è la condivisione nucleare proposta da Macron


“Viviamo in tempi pericolosi, la sicurezza dell’Europa è minacciata in modo serio, la questione ora è se saremo in grado di reagire con la rapidità necessaria”. Aveva detto così la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, presentando il piano Rearm Europe”, fatto per aumentare la spesa europea nella difesa. Una proposta che ha generato divisioni all’interno dei 27 paesi dell’Ue, con i capi di Stato che si sono incontrati oggi per il Consiglio europeo straordinario per discutere del piano di riarmo da 800 miliardi dell’Unione Europea.

Oltre al piano Rearm, ha fatto notizia anche la proposta del presidente francese Emmanuel Macron riguardo l’estensione dell’ombrello nucleare francese agli alleati europei, offrendo una garanzia strategica alternativa a quella americana.

Von der Leyen: “Vogliamo la pace attraverso la forza”

“L’Europa deve essere messa nelle condizioni di difendersi e proteggersi e dobbiamo mettere anche l’Ucraina nelle condizioni di difendersi e far pressione per una pace giusta e duratura, una pace attraverso la forza”, ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, arrivando al pre-vertice del Ppe.

Per questo ha presentato ai leader del Consiglio il piano ReArm Europe, un piano che prevede 800 miliardi di euro per equipaggiamento militare, dà più spazio fiscale ai Paesi per le spese militari e dà la possibilità di acquisti comuni a livello europeo e soprattutto “un piano che aiuterà l’Ucraina perché gli Stati potranno investire nell’industria della difesa Ucraina o potranno procurarsi equipaggiamenti militari e darli all’Ucraina. Complessivamente è un grande passo avanti, come necessario in questi tempi straordinari”.

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Il piano propone cinque misure principali, come attivare la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità per permettere agli Stati membri di aumentare la spesa per la difesa senza incorrere in sanzioni Ue. Inoltre, prevede un fondo da 150 miliardi di euro per investimenti militari coordinati tra paesi membri, incentivando l’acquisto di armamenti compatibili e introduce la possibilità di usare i fondi di coesione per progetti di difesa. Infine, mira a coinvolgere il settore finanziario privato abbattendo barriere per investimenti nel settore militare e la modifica delle restrizioni della Banca europea per gli investimenti per supportare la difesa.

“Questo è un momento spartiacque per l’Europa e l’Ucraina come parte della nostra famiglia europea. È anche un momento spartiacque per l’Ucraina. L’Europa affronta un pericolo chiaro e presente, e quindi l’Europa deve essere in grado di proteggersi, di difendersi, così come dobbiamo mettere l’Ucraina in una posizione per proteggersi e spingere per una pace duratura e giusta” Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in punto stampa congiunto con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa.

La proposta di Macron sulla condivisione della deterrenza nucleare

Nel periodo di maggiore tensione nei rapporti transatlantici dalla fine della Guerra fredda, il presidente francese Emmanuel Macron ha avanzato una proposta che potrebbe rivoluzionare l’architettura della sicurezza europea: estendere l’ombrello nucleare francese agli alleati europei, offrendo una garanzia strategica alternativa a quella degli Stati Uniti. Una proposta che nasce in risposta ai timori crescenti di un possibile disimpegno degli Stati Uniti dalla difesa europea, un’ipotesi resa più concreta dal congelamento degli aiuti militari americani all’Ucraina.

Per decenni, la deterrenza atomica europea si è basata su un accordo strategico fondamentale: la protezione nucleare fornita dagli Stati Uniti, conosciuta come ombrello nucleare. Nato durante la Guerra fredda, questo patto di difesa collettiva implica una promessa di intervento: qualora un paese sotto protezione subisca un’aggressione, la potenza nucleare alleata si impegna a trattare l’attacco come se fosse rivolto a sé stessa, minacciando di utilizzare la propria forza, fino appunto all’opzione nucleare, come deterrente contro l’aggressore. Una garanzia che ha contribuito a mantenere la stabilità in Europa per oltre settant’anni.

La Francia, insieme al Regno Unito, è l’unico paese dell’Unione Europea a possedere armi nucleari, con una forza d’urto composta da missili balistici lanciati da sottomarini e aerei. Pur mantenendo il controllo operativo del proprio arsenale, Parigi potrebbe ridefinire i propri “interessi vitali” includendo anche la sicurezza di altri paesi europei, creando così una protezione nucleare francese senza compromettere la sovranità sulle proprie armi.

Condivisione nucleare, perché l’accordo Nato lo vieta

Ma il tema della deterrenza nucleare non è così semplice; innanzitutto, perchè all’interno del documento di Revisione della postura di deterrenza e difesa del 2012 della Nato viene ribadito un principio inderogabile: il controllo politico finale sulle armi nucleari deve rimanere esclusivamente nelle mani del paese che le possiede. Cosa significa questo? Che la Francia potrebbe estendere la sua protezione agli alleati, ma manterrebbe l’esclusiva autorità decisionale sull’eventuale impiego dell’arsenale atomico.

E anche i capi di governo dei paesi Ue non hanno accolto favorevolmente la notizia: “La proposta francese sulla condivisione nucleare? Siamo alleati nella Nato. Ci sono regole molto precise a riguardo. Ed è particolarmente importante considerare la condivisione nucleare che è organizzata in Germania. Credo che non si debba rinunciare a questo, ed è l’opinione condivisa da tutti i principali partiti in Germania” ha dichiarato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz all’arrivo al Consiglio europeo.

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