I paesi islamici adottano il piano arabo per Gaza. La Siria ripiomba nel caos


Via libera al progetto egiziano che prevede la ricostruzione della Striscia senza sfollare i suoi abitanti. Attacco d’Israele vicino Rafah, due morti. Successo diplomatico della Lega Araba nel summit di Gedda delle nazioni musulmane

Ap

Damasco

Cisgiordania, la moschea storica di Nablus danneggiata in un’operazione dell’Idf, bruciata copia del Corano

Una moschea storica a Nablus, in Cisgiordania, è stata danneggiata durante un’operazione militare israeliana. Lo affermano le autorità locali, denunciando la “profanazione” di un luogo sacro. L’operazione militare ha avuto luogo tra le 2:00 e le 6:30 del mattino nella moschea di al-Nasr, secondo alcuni testimoni. Le riprese tv mostrano sedie e pavimenti carbonizzati in un angolo dell’edificio e una copia parzialmente bruciata del Corano. Secondo le autorità religiose locali, sei moschee storiche della città sono state prese di mira in queste operazioni. Il direttore degli affari islamici (Aqwaf) di Nablus, lo sceicco Nasser al-Salman, ha denunciato in una nota la violazione da parte dell’esercito “dei santuari islamici e delle moschee a un ritmo accelerato”. Si tratta di “un attacco grave per portata e tempistica”, il primo venerdì del mese di ramadan, ha affermato il ministero degli affari religiosi palestinese, condannando “un piano sistematico (…) di profanazione dei nostri luoghi santi”. Il sindaco della città, Hossam al-Shakhshir, ha affermato che l’esercito ha ritardato l’intervento dei vigili del fuoco locali, il che ha “causato danni significativi alla moschea”. 

Nyt: almeno 41 ostaggi israeliani uccisi durante la guerra

Il New York Times ha pubblicato un’inchiesta secondo cui 41 degli ostaggi israeliani portati vivi nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023 sarebbero stati uccisi durante la guerra. L’inchiesta, riporta Ynet, si basa su indagini delle Forze di difesa israeliane (Idf), analisi forense e interviste con alti funzionari israeliani e parenti delle vittime. Secondo il quotidiano, alcuni ostaggi sono stati uccisi da Hamas, altri da attacchi israeliani e la causa della morte degli altri è sconosciuta. 

Libano: Idf bombarda depositi di armi di Hezbollah

Siti militari di Hezbollah sono stati presi di mira dall’Idf che ha compiuto attacchi aerei nel Libano meridionale, affermando di aver preso di mira magazzini di armi e lanciarazzi “che rappresentavano una minaccia per Israele e costituivano una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano”.

Media: attacco Israele nei pressi di Rafah, uccise due persone

Due persone sono state uccise in un attacco aereo israeliano nei pressi della città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riportano i media palestinesi citati da ‘The Times of Israel’.

 

Ong: oltre 300 civili alawiti uccisi in Siria da giovedì

Oltre 300 civili alawiti sono stati uccisi da giovedì in Siria dalle forze di sicurezza e dai gruppi affiliati, secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani menzionando operazioni di rastrellamento e scontri con i lealisti di Bashar al-Assad nella parte occidentale del Paese. La Ong ha denunciato “la morte di 311 civili alawiti nella regione costiera (…) uccisi dalle forze di sicurezza e da gruppi alleati”. Con queste vittime, il numero totale dei morti negli scontri avvenuti da giovedì sale a 524, di cui 213 membri delle forze di sicurezza e di gruppi alleati, secondo la stessa fonte.

 

Gl Houthi: “Riprendiamo le ostilità se Israele non riapre gli aiuti a Gaza”

Il gruppo yemenita Houthi è pronto a riprendere “le operazioni militari contro Israele se entro quattro giorni non cesseranno le violazioni” israeliane dell’accordo di cessate il fuoco raggiunto con Hamas. Nel discorso riportato dai media locali, il leader dell’organizzazione yemenita Sayyed Abdulmalik al-Houthi ha dichiarato: “Non possiamo restare inerti mentre l’escalation israeliana continua e l’ingresso degli aiuti a Gaza viene bloccato, tornando a una politica di fame”.

Il punto sui nuovi scontri in Siria dalla corrispondente Carmela Giglio

L’Onu: Israele sta distruggendo 16 case a Tulkarem, in Cisgiordania

Nel campo profughi palestinesi di Tulkarem, in Cisgiordania, le forze israeliane hanno avviato l’abbattimento di 16 edifici, dopo avere distrutto oltre una ventina di case la scorsa settimana.

Lo riferisce l’Onu, citando l’agenzia Unrwa, impegnata nel soccorso alla popolazione palestinese. Demolizioni sono in corso anche a Jenin e Nur Shams, sempre in Cisgiordania, mentre a migliaia di palestinesi è impedito di tornare nelle loro case.

Siria, Al-Sharaa: “Daremo la caccia ai ‘residui’ del regime di Al-Assad”

Ahmed Al-Sharaa, presidente ad interim della Siria, nel suo primo commento dopo le violenze esplose nelle aree costiere del Paese, ha affermato che la Siria darà la caccia ai “residui” del regime di Bashar Al-Assad e li porterà a processo.

Siria, il video del barile-bomba sganciato su un edificio residenziale

Ultimatum degli Houthi a Israele: “Se non riprendono gli aiuti a Gaza attaccheremo”

Gli Houthi in Yemen sono pronti a riprendere “le operazioni militari contro Israele se entro quattro giorni non cesseranno le violazioni” dell’accordo sul cessate il fuoco con Hamas da parte di Israele. Un riferimento in particolare al blocco degli aiuti alla popolazione di Gaza.

Nel discorso tenuto oggi, Sayyed Abdulmalik al-Houthi, capo del gruppo armato yemenita, ha minacciato: “Non possiamo restare inerti mentre l’escalation israeliana continua e l’ingresso degli aiuti a Gaza è bloccato, tornando a una politica di fame”.

Gli Usa espellono uno studente straniero coinvolto nelle proteste pro-Palestina

Il dipartimento di Stato Usa ha revocato il visto a un primo studente straniero coinvolto nelle proteste pro-Palestina della scorsa primavera.

Lo studente, il cui nome e la cui università non sono stati rivelati, sarebbe stato collegato ai “disordini pro-Hamas”, secondo le testuali parole del dipartimento di Stato che lo definisce “alien”, cioè immigrato nella terminologia tornata in voga con Donald Trump.

L’Immigration and Customs Enforcement si occuperà dell’espulsione dello studente straniero, mettendo così in atto quanto minacciato da Marco Rubio, segretario di Stato americano.

Teheran: ancora nessuna lettera di Trump a Khamenei

La missione iraniana presso le Nazioni Unite a New York ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna lettera del presidente americano Donald Trump per la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei. Lo riportano i media iraniani. Alla domanda su quanto riferito da Trump in un’intervista a Fox Business sulla sua missiva a Khamenei per rilanciare i negoziati sul nucleare, la missione iraniana ha risposto: “Finora non abbiamo ricevuto alcuna lettera del genere”.

Hamas diffonde il video di un ostaggio israeliano vivo

Hamas ha diffuso un video in cui mostra un uomo israeliano tenuto in ostaggio, vivo. Si tratta, precisa Haaretz online, di Matan Angrest. Il Forum delle Famiglie degli ostaggi e degli scomparsi ha chiesto di non condividere il filmato o parti di esso finché la famiglia Angrest non abbia dato il suo consenso.

Siria, la Ong: le forze di sicurezza “giustiziano” 52 alawiti

L’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani (Osdh) denuncia la “esecuzione” di 52 alawiti, comunità religiosa dell’ex presidente Bashar al-Assad, da parte delle forze di sicurezza che stanno conducendo una vasta operazione nell’ovest del Paese. Le forze di sicurezza hanno inviato rinforzi e lanciato importanti operazioni di rastrellamento in questa regione dopo scontri senza precedenti con combattenti fedeli a Bashar al-Assad.

“Le forze di sicurezza hanno giustiziato 52 uomini alawiti nei villaggi di Al-Shir e Al-Mukhtariya, nella regione di Latakia”, secondo video autenticati dall’Osdh e testimonianze ricevute dai familiari delle vittime. L’Osdh aveva già riferito che gli scontri, da giovedì, avevano causato 72 morti, tra cui 36 membri delle forze di sicurezza, 32 combattenti lealisti di Assad e 4 civili. Queste vittime portano il bilancio totale fornito dall’Osservatorio ad almeno 124 morti da giovedì.

Oggi al Cairo nuovi negoziati su Gaza

È in programma oggi al Cairo una nuova tornata di negoziati sul cessate il fuoco a Gaza. Ne hanno dato notizia fonti di Hamas. Una delegazione del movimento è già partita per la capitale egiziana. 

Gli emissari di Hamas incontreranno funzionari egiziani “per discutere gli ultimi sviluppi, valutare i progressi nell’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco e affrontare le questioni relative all’avvio della seconda fase dell’accordo”, ha spiegato l’esponente del movimento.

Trump, “ho scritto a Khamenei per un accordo sul nucleare”

Donald Trump ha detto di aver inviato ieri una lettera alla guida suprema dell’Iran, Ali Khamenei, in merito al programma nucleare di Teheran. 

Lo ha rivelato lo stesso presidente americano in un’intervista a Fox Business ripresa dai media internazionali. “Preferisco raggiungere un accordo con l’Iran sul suo programma nucleare”, ha detto Trump, aggiungendo che “se l’Iran non negozia, sarà molto brutto per loro. L’Iran non può avere armi nucleari. Ci sono altre opzioni disponibili”.

La Ong: “Israele blocca il film premio Oscar No Other Land”

L’organizzazione israelo-palestinese Standing Together denuncia i tentativi del governo israeliano di impedire la proiezione di No Other Land, il documentario sulla distruzione di Masafer Yatta nella Cisgiordania occupata, che ha appena vinto l’Oscar. 

“Da quando No Other Land ha vinto l’Oscar, il governo israeliano ha iniziato ad attaccare i suoi creatori e ha inviato una minaccia diretta ai cinema e agli istituti culturali affinché non lo proiettassero in Israele”, ha detto Alon-Lee Green, co-direttore del collettivo. “In risposta, Standing Together sta organizzando decine di proiezioni pubbliche in tutto il paese con migliaia di ebrei e palestinesi che si iscrivono. Non ci metteranno a tacere. Non cancelleranno la lotta contro l’occupazione.”

Hamas a Trump: “Incontri anche i detenuti palestinesi”

Hamas ha esortato Donald Trump a incontrare i prigionieri palestinesi liberati durante la tregua in corso a Gaza, dopo che il presidente degli Stati Uniti ha avuto un incontro con gli ostaggi israeliani. Proprio come ha parlato della “sofferenza insopportabile” degli ostaggi israeliani, il presidente degli Stati Uniti dovrebbe “mostrare lo stesso livello di rispetto per i prigionieri politici palestinesi liberati e dedicare del tempo per incontrarli e ascoltare le loro storie”, ha scritto il leader di Hamas Basem Naim in una lettera aperta indirizzata a Trump.

Ieri Trump ha incontrato nello Studio Ovale otto ex ostaggi israeliani che sono stati rilasciati come parte dell’accordo di tregua entrato in vigore il 19 gennaio. Delle 251 persone rapite durante l’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023, 58 sono ancora trattenute a Gaza, 34 delle quali sono state dichiarate morte dall’esercito israeliano.

Wang a Trump, ‘Gaza è dei palestinesi’

 “Gaza è dei palestinesi: cambiare il suo status con la forza non porterà la pace ma solo nuovo caos”. E’ quanto ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in merito alla proposta del presidente americano Donald Trump di prendere il controllo della Striscia. “Bisogna lavorare alla soluzione dei due Stati”, ha affermato Wang in una conferenza stampa a margine dei lavori del Congresso nazionale del popolo. “Senza pace in Medio Oriente non c’è stabilità nel mondo”, ha aggiunto.

Il video della sparatoria: in Siria oltre 70 morti in scontri con fedeli Assad (Video)

No del dipartimento di Stato Usa al piano arabo per Gaza

Il piano arabo per il futuro della Striscia di Gaza ”non soddisfa le aspettative” del presidente americano Donald Trump. Lo ha dichiarato il dipartimento di Stato americano. 

“Per quanto riguarda il piano arabo presentato attraverso l’Egitto, questo non soddisfa le aspettative”, ha detto ai giornalisti la portavoce del dipartimento di Stato, Tammy Bruce.

L’amministrazione Usa negozia con Hamas, Trump: “Ma non paghiamo”

L’amministrazione Trump sta ”negoziando con Hamas” per liberare gli ostaggi che si trovano ancora nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato lo stesso presidente americano incontrando i giornalisti allo Studio Ovale. 

“Stiamo discutendo con Hamas. Stiamo aiutando Israele in queste discussioni, perché stiamo parlando di ostaggi israeliani e non stiamo facendo nulla a favore di Hamas. Non stiamo dando soldi”, ha detto il  presidente. “Bisogna negoziare. C’è una differenza tra negoziare e pagare. Vogliamo far uscire queste persone” dalla Striscia di Gaza, ha aggiunto Trump.

Netanyahu “irritato” dai negoziati Usa-Hamas

I colloqui tra Stati Uniti e Hamas hanno non solo colto di sorpresa, ma anche irritato il premier israeliano Bejamin Netanyahu. A riferirlo è il Times of Israel che cita una fonte del governo israeliano.

Israele, ha spiegato la fonte, non era stato informato in anticipo e Netanyahu non è affatto contento delle trattative. L’ufficio del premier aveva rilasciato una dichiarazione concisa in cui si spiegava che Israele aveva espresso direttamente agli Stati Uniti la sua posizione riguardo i contatti. La fuga di notizie avrebbe portato a uno stop dei negoziati a Doha, in gran parte concentrati sul rilascio dell’ostaggio americano-israeliano Edan Alexander e la restituzione delle salme di altri quattro ostaggi con doppia nazionalità. La fonte ha smentito che siano stati fatti progressi e che si sia discusso anche della fase due dell’accordo tra Hamas e Israele.

Gli Usa offrono ad Hamas 60 giorni di tregua in cambio di 10 ostaggi vivi

Gli Stati Uniti hanno offerto ad Hamas un accordo in cui 10 ostaggi israeliani vivi verrebbero rilasciati in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni. Lo ha riferito una fonte palestinese a Sky News Arabia.

“Washington ha chiesto ad Hamas di rilasciare dieci ostaggi in cambio dell’estensione del cessate il fuoco per sessanta giorni, dell’avvio dei negoziati sulla seconda fase e della posizione delle forze israeliane lungo il corridoio di Filadelfia”, nonché della ripresa dell’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, ha affermato la fonte. Sempre secondo la fonte, “Hamas sta ancora considerando la sua risposta alla proposta americana”.

Il racconto di un prigioniero palestinese rilasciato, la denuncia delle torture



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