Il Museo Galileo di Firenze inaugura il Laboratorio di Neuroestetica, un progetto innovativo che unisce arte e neuroscienze per studiare il benessere derivante dalle esperienze culturali. Scopri di più su Alessandria today.


Scienza e arte insieme per indagare la mente umana.
Il progetto punta a misurare il benessere delle persone esposte alle pratiche culturali e artistiche, promuovendo il concetto di museo (e di altri spazi educativi e culturali) come luogo di cura.

È stato inaugurato ufficialmente oggi, 7 marzo, il Laboratorio di Neuroestetica presso il Museo Galileo, frutto della collaborazione tra il Museo e il Laboratorio Europeo di Spettroscopia Non Lineare (LENS) e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze. Il Laboratorio di Neuroestetica s’inserisce nel quadro del progetto Tuscany Health Ecosystem (THE), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mira a valorizzare e rafforzare il collegamento tra gli stakeholder regionali nel settore delle scienze della vita, sviluppando un ecosistema innovativo in grado di rispondere alle esigenze di innovazione e formazione nel settore della salute. THE è l’unico degli undici ecosistemi dell’innovazione finanziati dal PNRR che aggrega competenze scientifiche, tecnologiche e di ricerca nel settore delle scienze della vita.

L’inaugurazione, che si è tenuta presso il Museo Galileo di Firenze, era articolata in una sessione mattutina con la partecipazione della Sen. Alessandra Gallone in rappresentanza del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, della Rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci, della Direttrice del LENS Elisabetta Cerbai, di Francesco Pavone, LENS e Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze e Presidente del Museo Galileo, e di Roberto Ferrari, Direttore Esecutivo del Museo Galileo.

Nel pomeriggio, il programma è proseguito con un workshop nel corso del quale sono stati presentati oltre 20 interventi da parte di esperti e stakeholders nazionali e internazionali nel campo della neuroestetica. Alle presentazioni è seguita una tavola rotonda con l’obiettivo di avviare la creazione di una rete internazionale di neuroestetica. L’incontro ha segnato l’inizio della collaborazione per l’applicazione congiunta di finanziamenti europei nell’ambito del programma Cost Action, sotto il coordinamento del LENS.

I relatori al workshop pomeridiano sono stati i seguenti:

Giorgio Albiani, Conservatorio di Musica Luigi Cherubini, Firenze

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Victoria Barygina, Università di Firenze e LENS

Tal Dotan Ben-Soussan, Fondazione Patrizio Paoletti, Roma

Federico Borreani, BAM! Strategie Culturali, Bologna

Anna Ciaunica, University of Lisbon

Simona Costa, Tour4Europe, Bruxelles

Annalisa Cicerchia, Cultural Welfare Center, Torino

Luana De Pinho Queiroz, SCENTINEL Project

Roberto Ferrari, Museo Galileo, Firenze

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Dionigi Mattia Gagliardi, Nodes

Rachele Gracci, ISIA, Firenze

Antonia Hamilton, UCL, London

Luca Ioseffini, Accademia del Maggio Musicale Fiorentino, Firenze

Kornelia Kiss, Culture Action Europe (CAE), Bruxelles

Chiara Lachi, Coordinamento Musei Toscani per l’Alzheimer

Francesca Lambertini, BAM! Strategie Culturali

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Raffaella Lecchi, Fondazione per l’Architettura Torino

Virginia Moniaci, Sutura-Culture and Health, Torino

Bruno Neri, Università di Pisa

Guido Orgs, UCL, London

Francesco Pavone, Università di Firenze, LENS e Museo Galileo, Firenze

Antonella Poce, Università Roma 3

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Assistenza fiscale

 

Bruno Rodrigues, SCENTINEL Project

Alberto Sanna, Neuroestetica Fotografica, Milano

Lara Schweller, Museum of Modern Art (MoMA), New York City

Daniele Volpe, Fresco Parkinson Institute, Firenze

La neuroestetica è una disciplina delle neuroscienze che mira a comprendere i meccanismi biologici alla base della percezione estetica attraverso misurazioni scientifiche oggettive. L’obiettivo non è privare l’arte e la bellezza del loro valore soggettivo e romantico, ma arricchire la comprensione di questi fenomeni complessi con strumenti di analisi innovativi.

Il gruppo di ricerca del Prof. Francesco Pavone ha già sviluppato presso il LENS e il Dipartimento di Fisica dell’Università di Firenze solide basi per lo studio della neuroestetica in ambiente di laboratorio. Tuttavia, la collaborazione con il Museo Galileo offre un’opportunità unica: studiare la fruizione di opere d’arte e bellissimi strumenti scientifici in un contesto museale reale, a contatto con oggetti storici di grande valore culturale.

Il Laboratorio di Neuroestetica si propone quindi di misurare il benessere delle persone che vivono esperienze culturali e artistiche, favorendo una comprensione più profonda dei meccanismi biologici alla base della percezione estetica. Questo approccio apre nuove prospettive nella ricerca sul rapporto tra cultura e mente umana, promuovendo inoltre il concetto di museo (e di altri spazi educativi e culturali) come luogo di cura. Lo sviluppo di un protocollo per esperimenti neuroscientifici non è stato semplice. Dopo mesi di scambi, riflessioni e prove preliminari, il team di ricerca ha raggiunto la forma attuale dell’esperimento. Il Laboratorio sarà presto aperto ai visitatori che su base volontaria vorranno sottoporsi alle misurazioni, che saranno condotte in forma anonima.

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Le esperienze culturali, come la visita a musei o l’ascolto di musica, le attività ricreative come danza e pittura, ma anche una passeggiata in ambienti attraenti dal punto di vista architettonico o naturale, e pratiche come la meditazione e la mindfulness sono ormai riconosciute come fattori di benessere per tutti, dalle persone sane a quelle affette da patologie croniche. Come già stabilito in un rapporto del 2019 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, aggiornato poi nel 2023 dal progetto europeo Culture4Health, l’importanza di introdurre tecniche scientifiche per la misurazione oggettiva del benessere si affianca a un ritrovato aumento dell’impatto delle politiche pubbliche e promuove la cultura come elemento integrato nella salute. Inoltre, l’introduzione di approcci standardizzati nella misurazione del benessere potrebbe consentire di confrontare l’impatto di diverse pratiche culturali sulla salute, esplorando, ad esempio, il ruolo di fattori socio-culturali e geografici nella percezione dell’arte.

Ufficio stampa Museo Galileo

PS Comunicazione – Antonio Pirozzi

339 5238132 info@pscomunicazione.it

Valutazione e approvazione del Protocollo Sperimentale e Trattamento dei Dati

Le metodologie incluse nel protocollo sperimentale sono state attentamente valutate e approvate dal Comitato Bioetico dell’Università di Pisa (Prot. 0105602/2023 del 31/07/2023 – Pareri Comitato – Commissione – 26/2023). 

Il protocollo prevede l’utilizzo di strumenti avanzati per il monitoraggio dei biosegnali, tra cui:

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  • EEG (elettroencefalogramma) per il monitoraggio dell’attività cerebrale.
  • ECG (elettrocardiogramma) per il monitoraggio della frequenza cardiaca e l’analisi della variabilità della frequenza cardiaca (HRV).
  • Cintura toracica per il monitoraggio della frequenza respiratoria.
  • EDA (elettrodermal activity) per la misurazione della conduttanza cutanea.

Tutti i sensori utilizzati sono non invasivi e non comportano rischi per i partecipanti. L’unica procedura da segnalare consiste nell’applicazione di gel elettroconduttivo sulla testa del partecipante per consentire la lettura dell’attività cerebrale tramite elettrodi esterni, operazione necessaria per garantire una rilevazione precisa e senza distorsioni.

La partecipazione all’esperimento è aperta a chiunque ne faccia richiesta, a condizione che non appartenga a categorie escluse per motivi tecnici o scientifici, definiti nei criteri di esclusione. Prima di aderire allo studio, i partecipanti avranno la possibilità di leggere l’informativa dettagliata e, qualora decidano di partecipare, firmeranno il modulo di consenso informato per confermare la loro adesione allo studio.

Nel corso degli esperimenti, il ricercatore adotterà tutte le misure necessarie per garantire il massimo comfort dei partecipanti. Ogni partecipante avrà la possibilità di chiedere chiarimenti (a eccezione delle informazioni che potrebbero influire sui risultati, le quali saranno comunicate solo al termine dell’esperimento). Inoltre, i partecipanti potranno interrompere o sospendere l’esperimento in qualsiasi momento, senza necessità di fornire giustificazioni.

Il protocollo sperimentale è non clinico: non sono previsti monitoraggi relativi alla salute dei partecipanti e l’osservazione di opere d’arte non comporta la raccolta di informazioni cliniche, secondo le consuete pratiche mediche. Inoltre, la disposizione dei sensori non è compatibile con le modalità di analisi bioelettrica utilizzate in ambito clinico. Tuttavia, qualora dalle analisi fisiologiche emergano dati che potrebbero suggerire la presenza di patologie latenti, i partecipanti saranno tempestivamente informati e riceveranno una copia del materiale registrato, con la possibilità di consultare un medico di propria scelta.

Anche la procedura di trattamento dei dati è stata valutata e approvata nel contesto della stessa richiesta presentata al Comitato Bioetico. Oltre al parere del Comitato Bioetico, le modalità di raccolta e gestione dei dati sono state attentamente esaminate e approvate dagli uffici competenti delle Università di Firenze e di Pisa. Essendo un progetto multicentrico, è stato stipulato un “Accordo di Contitolarità” tra le due Università, approvato ufficialmente (registro scritture private 102/2024 – Prot. N. 0023060 del 30/01/2024).

La sicurezza dei dati sarà garantita attraverso l’adozione di misure tecniche e organizzative adeguate, tra cui cifratura e pseudonimizzazione, per assicurare una protezione efficace dei dati e salvaguardare i diritti degli interessati, in conformità con gli articoli 25 e 32 del GDPR.

Al momento dell’ingresso nello studio, a ciascun partecipante verrà assegnato un codice identificativo per impedire l’associazione diretta tra i dati e il singolo individuo. I dati anonimizzati saranno conservati per il tempo necessario a raggiungere le finalità della ricerca. Inoltre, ogni partecipante avrà il diritto di richiedere la cancellazione dei propri dati personali, prima che questi vengano anonimizzati. Una volta rimossa la connessione tra il codice identificativo e il partecipante, sarà impossibile, anche per lo sperimentatore, risalire all’identità del soggetto, sia per le registrazioni che per i questionari.

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