Non c’è mai limite al bene. Si potrebbe quasi considerarlo un assioma, un principio universale che regge le fondamenta di ogni gesto altruista. Basta un’azione semplice, un piccolo contributo, per generare un impatto enorme: una raccolta alimentare per chi non ha nulla, vestiti e oggetti donati a chi ne ha bisogno, una mano tesa verso chi si trova in difficoltà. Anche il rispetto per l’ambiente in cui viviamo e l’educazione dei più giovani rientrano in questo grande disegno di solidarietà. Per alcuni, questa vocazione è un’eredita genetica, un impulso naturale che porta ad agire senza chiedere nulla in cambio, se non la soddisfazione di aver fatto la propria parte per migliorare il mondo.
Ed è proprio su questo principio che si fonda il movimento dei Lions Club, un’associazione di volontariato di respiro internazionale che ha radici profonde e un obiettivo chiaro: mettere il bene comune al centro di ogni azione. Ispirato al lionismo, il movimento nasce nel 1917 grazie all’intuizione di Melvin Jones, un assicuratore di Chicago che aveva capito come il successo economico non potesse essere fine a se stesso. “Non si va molto lontano se non si fa qualcosa per gli altri”, era il suo pensiero, e da quell’idea nacque una realtà che oggi coinvolge milioni di persone nel mondo. L’obiettivo? Promuovere la giustizia sociale, elevare il livello morale nella vita pubblica e privata, e portare un aiuto concreto là dove ce n’è bisogno.
Da quel momento, il lionismo si è diffuso a livello globale, articolandosi in un’organizzazione ben strutturata, con divisioni nazionali, distrettuali e locali. All’interno del movimento troviamo anche i Leo Club, che raccolgono giovani dai 13 ai 30 anni e li avvicinano alla cultura del volontariato. “Dai 13 ai 18 anni si inizia a prendere consapevolezza, si rimane sensibilizzati a questa realtà associativa”, spiega la torinese Emilia Alfieri, Presidente distrettuale dei Leo dell’Alto Piemonte e Valle d’Aosta. “Poi, dai 18 ai 30 anni, cresce la coscienza, la capacità di agire in modo più strutturato. Superati i 30, le esigenze cambiano ancora, e per questo esistono i Lions: il passaggio è naturale, ma non obbligatorio. Si può entrare nei Lions senza essere stati nei Leo, e viceversa”.
I volontari all’opera con la pulizia delle strade
Emilia Alfieri, 27 anni, è stata eletta Presidente distrettuale a marzo 2024 e ha assunto l’incarico a partire dal 1° luglio. Il calendario dell’associazione segue una tradizione americana: la presidenza viene assegnata a marzo, ma entra in vigore da luglio fino a giugno dell’anno successivo. Per Emilia, il lionismo non è solo una scelta, ma un’eredità familiare. “Mio nonno mi ha trasmesso questa passione”, racconta. “Fin da bambina volevo far parte di questa realtà, ma ho dovuto aspettare l’età giusta. Quando mi sono trasferita a Torino per studiare, ho finalmente potuto entrare nei Leo”.
La sua elezione a Presidente non è stata un caso. La sua dedizione e il suo impegno hanno lasciato il segno, portandola a ricoprire un ruolo chiave nel movimento. “Dal giorno in cui sono stata eletta, ho sentito il peso della responsabilità. La nostra missione è chiara: intervenire dove c’è bisogno. Quest’anno ci siamo trovati ad affrontare diverse sfide: dalle Special Olympics a Torino alla Conferenza Nazionale dei Lions a Biella, che ha richiamato oltre 900 persone da tutta Italia. Ma ogni giorno siamo impegnati in nuove iniziative, a sostegno delle comunità locali”.
Tra le attività più significative della sua presidenza c’è il progetto che ha portato 15 ragazzi con disabilità a vivere una giornata di socializzazione a Domodossola, un’occasione per abbattere le barriere e creare inclusione. A livello locale, invece, un ruolo fondamentale è ricoperto da Emanuele Perino, advisor del Lions Club Caluso Canavese Sud Est, che si occupa della comunicazione tra Leo e Lions. Tra i progetti seguiti da Perino spicca il Progetto Kairos, destinato alle scuole elementari: un’iniziativa che aiuta i bambini a riflettere sulle disabilità attraverso una storia simbolica. “Raccontiamo la storia di un panda rifiutato dal regno delle tigri perché considerato troppo debole”, spiega. “Grazie a un pipistrello cieco, che ha imparato a muoversi nel mondo senza la vista, scoprirà il regno di Abilian, dove gli animali vivono serenamente con le loro differenze. Un modo per insegnare ai bambini il valore della diversità”.
L’impegno per sensibilizzare sulle differenze sociali si traduce anche in progetti contro il bullismo e il cyberbullismonelle scuole medie e superiori, senza dimenticare le iniziative concrete di sostegno: raccolte di tappi, vestiti, occhiali usati, tutto per ridurre gli sprechi e trasformare il riuso in un’opportunità di aiuto. “A volte gli oggetti donati vengono rigenerati e consegnati a chi ne ha bisogno, altre volte vengono rivenduti per raccogliere fondi destinati a strutture ospedaliere o a persone in condizioni difficili”, raccontano i volontari.
Ovunque ci sia un bisogno, i Lions ci sono. Nessuna propaganda, nessun tornaconto: solo un desiderio incondizionato di rendere la società un posto migliore. E finché ci saranno persone disposte a mettersi in gioco per il bene comune, il lionismo continuerà a essere una luce accesa nell’oscurità delle difficoltà quotidiane.
Il sostegno all’Ucraina con la bandiera e l’invio di beni di prima necessità
Volontari per il banco alimentare
Per l’inaugurazione della nuova fontana all’interno del Parco Spurgazzi di Caluso, la presenza sia dei Lions che dei Leo di Caluso
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link