Monte Porzio fuori dai Comuni ricicloni dei Castelli Romani, Primavera: “Si differenzia ancora troppo poco”


Nelle scorse settimane Legambiente ha fornito il suo contributo per lo sviluppo dell’economia circolare rinnovando per il nono anno l’appuntamento con Ecoforum Lazio.

Un momento di confronto in cui vengono messe in rete buone pratiche sulle raccolta differenziata dei rifiuti, analizzando e comparando i dati provenienti dai Comuni della nostra regione. Una regione che, secondo i dati forniti da Legamabiente, è seconda a livello nazionale per produzione di rifiuti, ma purtroppo penultima per quanto riguarda i livelli di differenziazione.

Nel corso dell’Ecoforum sono poi stati premiati i cosiddetti Comuni “Rifiuti Free” e menzionati quei “Comuni Ricicloni” che si sono distinti per l’efficacia delle proprie azioni, sulla base delle prestazioni ottenute durante l’anno 2023 superando la soglia del 65% di raccolta differenziata, in linea con l’obiettivo legislativo, che prevedeva il raggiungimento di tale valore per il 2012.

Quest’anno, tra i 209 comuni Ricicloni della provincia di Roma, come abbiamo avuto modo di ricordare in un precedente approfondimento, tra i primi 10 Comuni Ricicloni con popolazione maggiore di 5 mila abitanti e non superiore ai 50 mila, al settimo e ottavo posto figurano, a pari merito, due paesi dei Castelli Romani: Monte Compatri e Genzano, con 79,3%. 

Bene anche gli altri Comuni dei Castelli Romani che, con sppur con percentuali differenti, hanno ottenuto il riconoscimento di ricicloni. Oltre il 65% sono infatti andati i Comuni di Albano Laziale, Rocca Priora, Lariano, Lanuvio, Castel Gandolfo, Ariccia, Grottaferrata, Ciampino, Marino, Rocca di Papa, Artena, Frascati, Colonna e Nemi.

Fuori classifica Monte Porzio Catone, città del Vino e del Tempo che però nel 2024 (i dati fanno riferimento alla raccolta dei 2023) non ha brillato per raccolta differenziata, attestandosi ad un 60,6%.

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Complice molto probabilmente anche la prolungata chiusura dell’Isola Ecologica cittadina, interessata da lavori di ristrutturazione, la differenziazione dei rifiuti non è stata soddisfacente.

Un risultato che però non ha sorpreso l’assessore all’Ambiente Roberto Primavera, a cui abbiamo chiesto di commentare il mancato ottenimento del riconoscimento di comune riciclone.

“Purtroppo accogliamo questi dati con rammarico – ha confermato Primavera – anche se ne eravamo a conoscenza, come conferma l’avvio, già dallo scorso novembre, di una serrata campagna di sensibilizzazione verso il corretto conferimento dei rifiuti.  Abbiamo intensificato i controlli  sul territorio con l’impiego della Polizia Locale che ha sollecitato i cittadini, abbiamo affisso manifesti e avviato un cassettaggio di volantini nei quali è stata ribadita l’importanza di non utilizzare sacchi neri ma di usufruire di quelli forniti dal Comune e soprattutto di conferire nei giorni preposti e attraverso le modalità corrette.

In particolar modo ci siamo concentrati verso la frazione dell’indifferenziato che ancora oggi rappresenta il vero anello debole del nostro sistema di raccolta oltre che il costo maggiore affrontato per il conferimento in discarica.

Se nel 2018 lo smaltimento dell’indifferenziato costava infatti circa 100 euro a tonnellata, oggi costa 220 euro, esattamente il doppio. Il Comune sta cercando di scongiurare aumenti sulla TARI recuperando il sommerso, ossia chi ha evaso fino ad oggi, ma dobbiamo inevitabilmente virare verso comportamenti più virtuosi e fare uno sforzo differenziando i nostri rifiuti.

Devo sottolineare comunque – ha aggiunto Primavera – che i dati del 2024 di cui disponiamo già segnano un leggero aumento rispetto a quelli del 2023 che ci lasciano fuori classifica, con un aumento al 62,5%. Una cifra che intendiamo assolutamente migliorare e che dipende in gran parte dall’impegno di ciascuno di noi”.

Su cosa possiamo lavorare?

“Differenziare meglio, anche se se sembra una scocciatura. Non c’è altro modo. Ridurre, per quanto più possibile la frazione dell’indifferenziato e cercare di compiere uno sforzo.

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Come Comune se dall’attuale percentuale riuscissimo ad arrivare al 70% di differenziazione, riusciremmo a risparmiare circa 31mila euro, con un 75% andremmo a risparmiare 70mila euro, con 80% circa 110mila euro, ossia il 5% del costo totale del nostro servizio di Raccolta differenziata che comprende costo degli operatori e conferimento in discarica.

Un 5% che potrebbe consentici di abbassare la Tari, se rimanessero invariati i costi del servizio e i costi di conferimento che aumentano di anno in anno”.

Una mancata differenziazione che a volte si è tradotta in abbandono vero e proprio di rifiuti urbani lasciati in sacchi neri a fianco delle isole informatizzate del centro storico. Una pratica deprecabile a cui si era aggiunta l’abitudine, in alcune aree periferiche servite dal porta a porta, di non utilizzare più gli appositi mastelli deputati a contenere i sacchi della frazione secca.

Spesso si registrano anche comportamenti analoghi nelle aree esterne di Pratoni BelvedereArmetta o Cappellette, servite da mini isole informatizzate e recintate, dove  vengono lasciati  sacchi al di fuori delle aree deputate alla raccolta. Abitudini ormai frequenti per cui, in un primo tempo, si era applicata una certa tolleranza ma che da oggi hanno iniziato ad incontrare  il pugno duro dell’amministrazione di Monte Porzio Catone. Fenomeni a cui si è cercato di mettere un freno anche attraverso l’impiego di sistemi di videosorveglianza che, in alcuni casi, sono stati decisivi per risalire ai responsabili.

“A breve avremo nuovi dati – ha aggiunto Primavera –  così da verificare la bontà di questi primi provvedimenti che devono spingere la comunità verso una nuova presa di coscienza”.

Una partita quindi che oggi è davvero in mano ai cittadini, solleticati non solo da necessità o sensibilità ambientali, ma anche economiche, laddove differenziare di più e meglio (ma facendolo per davvero) si potrebbe tradurre in un risparmio per tutti”.

 

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