Nursing Up: sanità pubblica in crisi, fuga di professionisti e ferie estive a rischio in Trentino


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La sanità pubblica in Trentino sta affrontando una crisi senza precedenti, con un esodo di professionisti che minaccia la tenuta dell’intero sistema.

“È un momento storico in cui si decide il futuro delle professioni infermieristiche e di tutte le professioni sanitarie, bisogna garantire prospettive positive, riconoscere percorsi di carriera ed adeguate retribuzioni, nonché una maggior conciliazione vita- lavoro, la popolazione sarà sempre più anziana e le esigenze assistenziali aumenteranno i prossimi anni.” si legge in una nota di Nursing Up.

La carenza di personale infermieristico e sanitario sta mettendo a rischio non solo la qualità dell’assistenza, ma anche il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori, come i turni di riposo e le ferie estive. La situazione appare ancor più drammatica se paragonata alla realtà altoatesina, dove le condizioni contrattuali risultano nettamente più favorevoli.

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“La situazione dell’azienda sanitaria trentina è grave, mancano centinaia di infermieri, oltre ad ostetriche, terapisti della riabilitazione psichiatrica, tecnici di radiologia, i professionisti in servizio hanno carichi di lavoro insostenibili, un recupero psicofisico risibile ed ora i nodi vengono al pettine, bisogna fare la programmazione delle ferie estive e non c’è il personale sufficiente a garantire anche i congedi parentali estivi aggiuntivi.

La stragrande maggioranza del personale infermieristico temporaneamente assente a vario titolo non è sostituito, si aprono paurosi vuoti negli organici di colleghi ormai stremati e demotivati. Per l’assenza di infermieri sono già stati recentemente ridotti 26 posti letto a Rovereto ed è stata ridimensionata l’osservazione breve del S. Chiara, in grossa difficoltà l’area psichiatrica e delle dipendenze, dove la problematica delle aggressioni al personale rende ancor più difficile lavorare serenamente.

Necessario più che mai rivedere l’organizzazione, garantendo al personale maggiore flessibilità di orario, part-time (spesso ostacolati), ponendo maggior attenzione alle richieste manifestate dal professionista.prosegue.

L’Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss) di Trento registra infatti una carenza critica di infermieri, ostetriche, terapisti della riabilitazione psichiatrica e tecnici di radiologia. Le difficoltà – come riportato – si estendono anche all’area psichiatrica e delle dipendenze, dove episodi di aggressioni al personale stanno rendendo l’ambiente di lavoro sempre più ostile e insostenibile.

In aggiunta, il divario tra le condizioni lavorative in Trentino e quelle in Alto Adige si fa sempre più evidente

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Inoltre, mentre il contratto trentino è stato appena aggiornato per il periodo 2022-2024, il confronto con quello altoatesino 2019-2021 mostra già una netta superiorità per Bolzano, che nel frattempo si prepara a un ulteriore miglioramento contrattuale.

“Sui giornali vediamo solo celebrazioni istituzionali roboanti sulla bontà della sanità trentina, è acclarato da tempo che rispetto alle altre regioni occupiamo i primi posti in classifica, ma queste posizioni sono state raggiunte grazie al grande al sacrificio dei nostri colleghi, che dimostrano ogni giorno di più la loro professionalità, ma fino a quando potrà durare questa situazione? Dove si troverà il personale per aprire le Case della salute, quando la situazione del S. Chiara di Trento e del SM del Carmine di Rovereto è al limite della sopravvivenza? Come potenziare l’assistenza territoriale, dove ai sensi del DM 77/2022 serviranno circa 180 infermiere di famiglia?!

Il fenomeno delle dimissioni volontarie è in aumento, i nostri giovani si rivolgono all’estero, guardano con sempre maggior interesse all’Alto Adige ed alcuni di essi in questi giorni hanno manifestato l’intenzione di abbandonare l’Azienda sanitaria.

Il confronto con il contratto di lavoro altoatesino è ormai impietoso, solo di stipendio fisso lordo un infermiere di Bolzano con circa 30 anni di anzianità guadagna circa 900 euro in più rispetto a quello di Trento in Apss ed alcune voci dello stipendio accessorio in Alto Adige sono maggiori. Se poi andiamo ad analizzare il fatto che il confronto è con il loro contratto 2019/21 ed il nostro è già quello 2002/24, la situazione pende ancor più a loro favore, tra l’altro a Bolzano vengono incentivati anche gli studenti.”

Nursing Up Trento, attraverso il presidente Cesare Hoffer, ha inviato una lettera ai vertici provinciali, tra cui il presidente Maurizio Fugatti e l’assessore alla sanità Mario Tonina, evidenziando la necessità di interventi immediati per scongiurare il peggio.

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Tra le proposte avanzate: Elevare la collocazione giuridico-economica dei professionisti sanitari; Implementare le specifiche indennità professionali e quelle legate alle funzioni; Maggiorare la quota oraria delle Prestazioni aggiuntive svolte per carenza di organico; Assumere professionisti a tempo indeterminato anche per sostituire il personale assente a titolo temporaneo.

“A nostro avviso bisogna agire velocemente, all’estero vi sono realtà che offrono stipendi anche doppi rispetto al nostro, i nostri sono del 20% mediamente inferiori alla media Ocse.

In Trentino vige comunque il caro vita, i nostri giovani professionisti si spostano altrove anche perché non trovano alloggi a prezzi sostenibili, inoltre la nostra professione ha poca attrattività, il 20% dei posti in università non viene coperto e ci saranno oltre 1400 pensionamenti nei prossimi 10 anni. Nei prossimi anni ci sarà invece un eccesso di personale medico, circa 60.000, secondo i dati forniti da Anaoo-Assomed.” conclude la nota.

In un contesto in cui il costo della vita in Trentino continua a salire, con difficoltà crescenti nel reperire alloggi a prezzi sostenibili, è fondamentale che la Provincia stanzi risorse adeguate e fornisca direttive specifiche al tavolo contrattuale Apran. Senza un intervento tempestivo, la fuga di professionisti rischia di compromettere irrimediabilmente la qualità dell’assistenza sanitaria sul territorio.

 

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