8 marzo, dalla Regione un board a sostegno all’occupazione femminile nella blue economy


Liguria. Un board d’eccezione, tutto al femminile, che affiancherà la Regione Liguria, e in particolare l’assessorato alle Politiche dell’occupazione e pari opportunità, guidato da Simona Ferro, in un percorso strategico per promuovere e sostenere non solo l’occupazione femminile nella blue economy, ma anche e soprattutto la presenza di donne ai vertici di questo mondo, così importante per l’economia ligure.

Il gruppo di lavoro è stato presentato oggi, 8 marzo, Giornata internazionale della donna, con il supporto di Wista Italy, l’associazione che riunisce le professionalità femminili nel campo dell’economia del mare: al suo interno vede la presenza di alcune delle figure più importanti dell’economia del mare a livello regionale.

Si tratta della presidente di Wista Italy Costanza Musso, della responsabile della sede di Arenzano della Fondazione Accademia Italiana della Marina Mercantile e membro del consiglio direttivo di Wista Italy Caterina Cerrini, del direttore generale di Confindustria Nautica Marina Stella, della board member di Phase Motion Sonia Sandei, del commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale Federica Montaresi, della head of marine operation and compliance division presso Maritime Cook Islands Rachele Andreani, della senior manager di MSC Crociere Carla Gotta, della marine claim specialist e presidente di I.MA.S.CO Chiara De Angelis, della commercial Director di Vado Gateway Daniela Mossa e di Barbara Pozzolo avvocato cassazionista e mediatore e membro nel Collegio dei Probiviri in Wista Italy in qualità di coordinatrice.

Tutte imprenditrici e professioniste liguri il cui successo è legato indissolubilmente al mare: l’attenzione a queste storie costituirà inoltre il fil rouge della partecipazione della Regione ad alcuni eventi chiave dell’anno 2025 quali il Festival delle Regioni a Venezia (dal 18 al 20 maggio), il Salone Nautico a Genova (dal 18 al 23 settembre) e il Salone Orientamenti a Genova, in modo da avviare un confronto con le giovani generazioni ed essere loro d’ispirazione (dal 18 al 21 novembre).

In collaborazione con WISTA Italy sarà inoltre proposta una giornata di convegno dedicata al confronto tra il mondo femminile e quello maschile in ragione della formazione del nuovo management italiano.

La scelta di un ambito come la blue economy per questa iniziativa è quasi naturale per la Liguria: cantieristica, nautica, turismo balneare, pesca, trasporto marittimo, attività portuali, logistica sono infatti il nocciolo di un’industria che, per la nostra regione, è strategica.

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Tra i diversi e articolati numeri che delineano questa realtà all’interno del XII Rapporto sull’Economia del Mare 2024, ne spicca uno: tra le prime 10 province italiane per incidenza di imprese che operano nella blue economy sul totale sono presenti tutte le quattro province liguri.

Nella classifica provinciale relativa alla percentuale di valore aggiunto legato alla blue economy sul totale, nelle prime 10 posizioni ci sono 3 province liguri (La Spezia, Genova e Savona), e in quella relativa alla percentuale di occupati ci sono, ancora una volta tutte le 4 province liguri.

La Liguria primeggia anche nella classifica delle regioni: il 10,6% delle imprese che operano sul territorio è attiva dell’economia del mare, come anche nelle classifiche nazionali per quanto riguarda il valore aggiunto (11,9% del totale) e occupati (14,4%): un lavoratore ligure su 7 lavora nella blue economy.

In entrambi i casi l’incidenza registrata dalla Liguria è quasi il doppio di quella della regione che segue al secondo posto.

Per quanto riguarda la nautica da diporto, manifattura simbolo del Made in Italy, secondo i dati sull’andamento del settore pubblicati su “La Nautica in Cifre LOG”, pubblicazione realizzata dall’Ufficio Studi di Confindustria Nautica, nel 2023 il settore ha prodotto un fatturato record di 8,33 miliardi di euro, 1 miliardo in più rispetto al 2022, soprattutto grazie a una crescita imponente delle esportazioni: nel 2023 infatti l’export ha valso oltre 4 miliardi di euro, con un tasso di esportazione pari al 90% del totale.

Scendendo più nel dettaglio, secondo il report “Geografie della filiera nautica italiana” del 2022, realizzato da Fondazione Symbola su commissione di Confindustria Nautica, il polo produttivo dell’Alto Mediterraneo (che racchiude le province di Genova, La Spezia, Massa-Carrara, Lucca, Pisa e Livorno) è al primo posto nella classifica dei poli produttivi territoriali della nautica italiana: qui si trova il 22% delle imprese italiane della cantieristica nautica, il 31,1% degli addetti del settore (6.122), e sempre qui viene generato il 50% del fatturato nautico italiano.

Per quanto riguarda la produzione cantieristica la Liguria è la regione al primo posto in Italia per valore aggiunto, quasi 280 milioni di euro, e occupati, oltre 3.500, ed è quella che più di tutte incide sul totale nazionale: 19 % in termini di prodotto, 16,8% in termini di occupazione, con al secondo posto al Toscana, che condivide, come detto, con la Liguria il distretto produttivo dell’Alto mediterraneo.

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Numeri lusinghieri a cui fa da contraltare la scarsa rappresentanza femminile ai vertici del mondo marittimo. A livello nazionale, infatti, nessuno dei presidenti delle 16 Autorità Portuali è donna: l’unica eccezione è proprio in Liguria, dove il commissario dell’Autorità del Mar ligure Orientale è Federica Montaresi. Tra i segretari delle Autorità Portuali, su 16, vi è un’unica donna. Così come il direttivo dell’Associazione terminalisti è composto da 17 uomini e una donna. Il direttivo di Confitarma è composto da 11 uomini e due donne, quello di Assarmatori è composto da 11 uomini e una donna. Nel settore dei marittimi, su 1,2 milioni di addetti le donne sono solo il 2% e di queste il 94% è impiegato nel settore crociere. In Assoporti il 31% dei ruoli dirigenziali è ricoperto da donne, quasi un’eccezione.

“La Blue economy – ha dichiarato il presidente della Regione Liguria Marco Bucci – è un pilastro strategico della nostra regione e rappresenta un’economia che cresce rapidamente e che per affrontare le sfide globali ha bisogno di innovazione, sostenibilità e inclusione. Le donne devono avere un ruolo centrale nella leadership di questo settore perché le aziende che puntano su una leadership inclusiva con una forte presenza femminile sono più innovative, più competitive e sostenibili. Diversi studi dimostrano che le imprese guidate da team diversificati hanno migliori performance economiche e una maggiore capacità di adattarsi ai cambiamenti. E anche se il divario di genere continua a rappresentare una costante nel mondo del lavoro, la percentuale di donne, sia in funzioni amministrative che dirigenziali nel Comune di Genova e in Regione Liguria è aumentata. Proprio nel nostro ente quasi il 60% dei direttori è donna, così come il 47% dei dirigenti e il 61% dei funzionari regionali. E, cosa ancora più importante, non c’è alcuna differenza di stipendio, quando invece sappiamo che nell’industria privata c’è ancora un gap che talvolta arriva al 20 – 25%. E’ evidente che è necessario educare: la scuola, la famiglia e tutto il sistema e insegnare che la differenza è un valore e discriminare vuol dire danneggiare la società”.

“L’iniziativa che stiamo sostenendo è nata proprio dalla considerazione dell’importante ruolo svolto dalla Liguria nel settore della blue economy, un ruolo di guida in una realtà però che non tiene conto di un’adeguata presenza femminile ai vertici delle aziende del settore. – ha spiegato l’assessore regionale alle Pari Opportunità Simona Ferro – Per questo riteniamo che Regione debba portare avanti politiche che siano da esempio a livello nazionale. Dobbiamo abbattere gli ostacoli promuovendo misure che favoriscano la parità di genere e l’accesso delle giovani donne alle competenze STEM, fondamentali per la blue economy del futuro e per tutti i settori. Non a caso proprio lunedì presenteremo i risultati di alcuni webinar promossi da Regione e dedicati all’incontro tra gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado e diverse testimonial che raccontano i percorsi intrapresi in ambito lavorativo, superando gli stereotipi di genere. La creazione di una rete di donne leader nella blue economy passa anche dai banchi di scuola e dalle iniziative di formazione e sensibilizzazione promosse dalle amministrazioni”.





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