Aldi, Costco, Walmart: negli Usa è tempo della rivincita dei discount


L’inflazione negli Stati Uniti sta mettendo consumatori e ristoratori a dura prova, le abitudini cambiano e discount come Aldi, Costco e Walmart potrebbero vivere un momento d’oro. Fatti, numeri e commenti

 

Negli Stati Uniti i consumatori fanno sempre più attenzione ai soldi che spendono per l’alimentazione. Diminuiscono le cene fuori e si scelgono prodotti non di marca a un costo inferiore. E il peso dell’inflazione si fa sentire anche a livello emotivo.

MENO RISTORANTI PIÙ DISCOUNT

Secondo un sondaggio condotto da LendingTree all’inizio di gennaio su un campione di oltre 2.000 americani, l’88% ha modificato le proprie abitudini di acquisto per potersi permettere di fare la spesa.

Tra questi, il 44% degli intervistati ha dichiarato di optare per marche più generiche, mentre il 29% ha detto di prestare maggiore attenzione ai prezzi. Inoltre, quasi il 60% ha dichiarato di mangiare meno fuori casa, il che indica un cambiamento nelle abitudini di spesa indotto dall’aumento dei prezzi.

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RISTORANTI ALLA PROVA DEI DAZI

Il settore, tra l’altro, è in agitazione per l’introduzione di dazi che entreranno in vigore il 4 marzo e che potrebbero costare al settore 12 miliardi di dollari. Secondo la National Restaurant Association, dazi del 25% su cibi e bevande provenienti da Messico e Canada potrebbero portare a un aumento dei prezzi dei menù.

L’associazione, che ha invitato l’amministrazione Trump a esentare i prodotti alimentari e le bevande dai dazi, ha voluto poi specificare che tali importazioni alimentari sono essenziali per soddisfare la domanda statunitense dato che la produzione alimentare nel paese è limitata a causa delle condizioni climatiche. Inoltre, ha sottolineato che le importazioni di cibo e bevande non contribuiscono in maniera significativa al deficit commerciale degli Stati Uniti, che Trump intende ridurre attraverso i dazi.

ANSIA DA SPESA…

L’indagine di LendingTree osserva inoltre che l’inflazione si sta facendo sentire anche a livello emotivo. Con l’aumento dei prezzi dei generi alimentari, infatti, il 61% degli intervistati ha dichiarato di aver provato stress per i costi della spesa nel mese precedente e quasi tre quarti di coloro che guadagnano meno di 30.000 dollari all’anno hanno riferito un aumento dell’ansia.

…E DA CONTO AL RISTORANTE

Tutto questo si riflette poi inevitabilmente anche sul settore della ristorazione. Secondo LendingTree, l’85% dei consumatori ha dichiarato che l’inflazione ha modificato le proprie abitudini alimentari. In particolare, il 59% mangia meno fuori, il 29% controlla i prezzi dei menù e il 24% cerca attivamente coupon o offerte.

L’inflazione ha anche un impatto sulle abitudini di mancia, con alcuni consumatori che dichiarano di lasciare una mancia inferiore o di non lasciarla affatto per gli ordini da asporto e di consegna.

L’OFFERTA DEI DISCOUNT

A beneficiare delle ristrettezze potrebbero quindi essere rivenditori come Aldi, Costco e Walmart, che offrono una varietà di marchi “privati”, ovvero realizzati o forniti da società terze e venduti con il marchio della società che vende il prodotto, il che li fa risparmiare sul marketing e possono quindi essere venduti a un costo inferiore.

L’anno scorso, riferiva Quartz, Walmart è stato il primo retailer a generare la maggior parte delle vendite grazie ai suoi marchi generici, seguito da vicino da Target.

“Il fatto che così tante persone abbiano cambiato le loro abitudini di spesa per gli alimentari è un’ulteriore prova di quanto l’inflazione abbia colpito duramente le famiglie in tutto il Paese”, ha dichiarato Matt Schulz, analista capo di LendingTree, il quale ha spiegato che “mentre gli acquirenti sono di solito creature abitudinarie, l’aumento dei costi sta costringendo molti a ripensare i loro acquisti per far quadrare i conti”.

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Tuttavia, come scriveva qualche giorno fa Start, anche la grande distribuzione è preoccupata per i dazi in arrivo. La National Retail Federation stima infatti che i consumatori americani potrebbero perdere tra i 47 e i 78 miliardi di dollari all’anno in potere d’acquisto a causa dei dazi e società come Walmart, Target e Costco temono per il rischio di carenze di alcuni prodotti e per la possibilità che l’aumento dei costi di approvvigionamento ricada sui consumatori.



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