Statali. A partire da marzo, NoiPA applicherà sui cedolini gli adeguamenti retributivi previsti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto Funzioni Centrali. Il rinnovo del contratto interessa oltre 190mila dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici.
L’adeguamento dei tabellari stipendiali sarà visibile nell’emissione ordinaria, quindi sul cedolino mensile di marzo; il pagamento degli arretrati avverrà, invece, tramite un’emissione speciale, con esigibilità entro il mese di marzo stesso.
Stipendi ministeriali, tutte le novità
Il nuovo contratto, sottoscritto in via definitiva il 27 gennaio 2025, non riguarda però soltanto gli adeguamenti retributivi. Contiene diverse novità, che vanno dallo smart working alla settimana corta. Per i dipendenti dei ministeri, quelli delle Agenzie fiscali, dell’Inps, dell’Inail, insomma tutto quel pezzo del lavoro pubblico che va sotto il cappello delle “Funzioni centrali” è prevista inoltre l’introduzione di una nuova clausola sull’ “Age management”.
Stipendi, aumenti e arretrati
Per i funzionari dei ministeri, per quelli dell’Inps e delle Agenzie fiscali, non si tratta di un mese come un altro. Quella che sarà pagata in questo mese è la prima busta paga nella quale saranno visibili gli aumenti da 165 euro medi lordi del contratto delle Funzioni centrali.
Questo mese, inoltre, arriverà una seconda busta paga per i dipendenti delle funzioni centrali. Un cedolino extra che conterrà tutti gli arretrati, a partire da quelli del rinnovo contrattuale quantificati in un migliaio di euro in media a dipendente. A questi saranno aggiunte le tre mensilità dell’indennità di amministrazione mancante. E il cuneo fiscale? Su questo non c’è certezza. A NoiPa non sarebbero ancora pronti con l’adeguamento dei sistemi di calcolo.
Settimana di 4 giorni
Ma al di là degli aspetti economici, il contratto 2022-2024 delle Funzioni centrali contiene alcune innovazioni per il mondo degli statali che fino a pochi mesi fa era difficile anche immaginare. A partire dalla settimana corta di quattro giorni a parità di ore lavorate. Si tratta per ora di una «sperimentazione» e sarà consentita ai dipendenti su base volontaria. Lo scopo, spiega il contratto, è quello di migliorare l’efficienza dell’amministrazione, la fruibilità e l’estensione dei servizi e conciliare meglio i tempi di vita e di lavoro.
La settimana di quattro giorni, insomma, non significa che gli uffici pubblici saranno aperti per meno ore. Anzi, paradossalmente l’intenzione sarebbe quella di fornire uno strumento alle amministrazioni per ampliare gli orari di fruizione dei servizi per il pubblico, consentendo nel contempo ai lavoratori di conciliare meglio i loro tempi di vita e di lavoro.
Smart working e buoni pasto
Molte novità rilevanti, poi, riguardano il lavoro agile. La fruibilità dello smart working viene allargata, superando il principio della “prevalenza” delle giornate in ufficio. Significa che le amministrazioni potranno decidere di aumentare i giorni di lavoro da remoto, che potranno superare quelli in presenza.
Altra rilevante novità: in smart working sarà pagato il buono pasto. Fino ad oggi era una specie di giungla, con amministrazioni che riconoscevano il ticket per il lavoro da remoto e amministrazioni (la maggioranza) che invece non lo riconoscevano. Ora sarà un obbligo pagarlo. Sul lavoro agile le maglie sono state allargate molto, anche per consentire alle amministrazioni che ne hanno la necessità, di potersi spingere fino a consentire il cosiddetto “South working”, assumere cioé dipendenti per una regione, lasciandoli lavorare da fuori, dal luogo dove abitano e dove vivono. L’esempio è semplice: l’Agenzia delle Entrate che ha difficoltà a trovare funzionari a Milano, potrebbe assumere, per esempio, un ragazzo qualificato a Bari, permettendogli di lavorare dal capoluogo pugliese chiedendo solo pochi gestibili rientri in sede.
Age management
L’attenzione non è solo ai giovani, ma anche al personale più vicino alla pensione (molto numeroso nelle amministrazioni). Vengono definite politiche di “age management”. Vengono cioè introdotte forme sia di tutoraggio per formare i nuovi assunti che di trasferimento delle competenze – il cosiddetto reverse mentoring – per promuovere l’acquisizione delle competenze digitali da parte del personale più anziano. Inoltre per i dipendenti oltre i 60 anni è stato previsto l’aumento delle ore di permesso annuale per esami e visite mediche da 18 a 20 ore.
Promozioni
Vengono poi prorogate fino a giugno del 2026 le “promozioni” in base all’esperienza e in deroga al titolo di studio. Un dipendente dell’area operatori con 10 anni di esperienza e valutazioni positive nell’ultimo triennio, potrà diventare funzionario anche se non ha la laurea. Vengono infine, potenziati gli incarichi di posizione organizzativa e professionale. In particolare, viene elevato il limite massimo dell’indennità di posizione organizzativa da 2.600 a 3.500 euro annui, con la possibilità di ulteriori incrementi in sede di contrattazione integrativa. Misure simili erano previste anche per la Sanità e gli Enti locali, contratti destinati, come detto, a rimanere al palo.
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