Pubblichiamo due contributi dedicati alla campagna “Ecogiustizia subito! In nome del popolo inquinato” promossa da Legambiente, Ac, Agesci, Acli, Libera ed Arci in nome del popolo inquinato.
In vista della tappa di Brescia…
Tra i 42 Siti di Interesse Nazionale (SIN) in attesa di bonifica e riqualificazione, c’è l’area dell’ex industria chimica Caffaro che dal 1938, estesa per 100.000 m2 e situata a meno di un kilometro dal centro storico della città di Brescia, che, fino al 1984 ha disperso nell’ambiente sostanze chimiche tossiche. La superficie del SIN comprende: 262 ettari per la matrice terreno, 2.109 ettari per la matrice acque sotterranee e 50 chilometri lineari per il sistema delle rogge.
Nel perimetro sono compresi diversi stabilimenti industriali e le aree di discarica utilizzate per lo smaltimento dei rifiuti, le aree agricole, residenziali e pubbliche (comprensive di parchi, scuole materne ed elementari) del Comune di Brescia. La contaminazione del terreno di aree agricole e residenziali è stata riscontrata anche oltre il perimetro delimitato del SIN nel 2003, su un territorio a sud del SIN che si estende in altri 3 Comuni. Anche in questo caso la contaminazione è dovuta all’irrigazione dei campi con l’acqua delle rogge in rete con lo scarico idrico dello stabilimento Caffaro.
Un Patto di Comunità che coinvolge tutti
Per affermare i loro diritti e rendere le comunità protagoniste del riscatto di questi territori, ACLI, Agesci, ARCI, Azione Cattolica Italiana, Legambiente e Libera con la campagna “Ecogiustizia Subito”, si sono date l’obiettivo di ottenere impegni concreti sulle attività di bonifica; ristabilire il principio di “chi inquina paga”; affermare il diritto alla salute; garantire, attraverso la transizione ecologica, lo sviluppo sostenibile, ambientale, sociale ed economico, dei territori.
Aderendo al Patto di Comunità, coinvolgendo cittadini e cittadine e altre componenti della comunità bresciana, gli attori della campagna “Ecogiustizia Subito” si impegnano a sollecitare tutte le istituzioni competenti affinché l’attività di bonifica del sito industriale sia condotta con la massima trasparenza e con l’informazione costante della popolazione delle operazioni in corso e dello stato di avanzamento dei lavori.
Garantendo le azioni di bonifica attraverso forme e modalità di monitoraggio civico che saranno definite di comune accordo, la concreta attuazione degli impegni assunti dalle istituzioni e in particolare e promuovere la partecipazione attiva di cittadine e cittadini, associazioni e imprese, attraverso percorsi partecipati, affinché la comunità in cui viviamo sia protagonista di tutte le attività indispensabili, dalla progettazione alla realizzazione concreta degli interventi, per il risanamento ambientale, la tutela della salute, la conversione industriale, la creazione di lavoro, l’affermazione dei diritti sociali, nell’ottica della transizione ecologica e di una ripartenza sociale ed economica fondamentale per queste aree e chi le abita.
Per il diritto alla salute e un’ecologia integrale
“Ecogiustizia subito, in nome del popolo inquinato”: questo il titolo della campagna, promossa da Legambiente, Azione Cattolica Italiana, AGESCI, ACLI, Libera ed ARCI, per chiedere giustizia ambientale e sociale nei Siti di interesse nazionale (SIN) in attesa di bonifica.
Cinque le tappe previste a livello nazionale, da Casale Monferrato a Porto Marghera, da Taranto a Siracusa, da Brescia a Napoli per fare rete e per sollecitare la bonifica dei siti inquinati, monitorare il rispetto dei tempi previsti per le predette opere ed infine, promuovere, attraverso l’attività di formazione e di impulso delle associazioni coinvolte, il diritto alla salute e ad un’ecologia integrale, per chiedere giustizia, negata per troppi anni e per rendere la comunità protagonista di tutte le attività indispensabili per il risanamento ambientale.
L’Azione Cattolica Italiana ha aderito alla campagna nazionale e si sta adoperando nei singoli territori interessati perché crede, fortemente, oggi, più che mai, che sia indispensabile fare rete, tessere legami con altre realtà associative, ponendosi al servizio, con le sue peculiarità, quella dell’impegno formativo ed educativo di tutte le generazioni, dai fanciulli, ai ragazzi, ai giovani, agli adulti.
Insieme, costruendo alleanze si può cambiare il mondo
L’esperienza di questa campagna nazionale dimostra che da soli non si può cambiare il mondo, ma che insieme, ciascuno con il suo proprio carisma, si è in grado di dare un contributo significativo per il bene comune; che l’AC è una scuola di formazione che sa mettere a frutto le alleanze, senza paura di perdere la propria identità, che l’attenzione al territorio richiede capacità di mettersi in gioco, anche quando questo comporta fatica, su temi, come quello del risanamento ambientale o della riconversione che, in realtà come quella siracusana o tarantina, possono anche essere viste come minaccia per chi, in quelle industrie, o in quei siti, continua a lavorare.
Tutto ciò diventa concretizzazione di quanto affermato in seno al Documento assembleare, laddove si dice espressamente che “vogliamo impegnarci ad aprirci ad altre realtà con le quali condividiamo la passione e l’impegno ad abitare oggi la comunità civile, dando un contributo originale alle necessità del nostro tempo. Desideriamo che la ricerca e costruzione di alleanze per il bene comune diventi la scelta caratteristica dell’AC e, pertanto, ci impegniamo a continuare su questa strada, sollecitando nuove reti e rafforzando quelle già esistenti”
Compito dell’Azione cattolica, allora, è quello di continuare ad essere presenza che accompagna gli uomini e le donne di oggi, fornendo loro gli strumenti per leggere la realtà con occhi nuovi, più consapevoli, promuovendo forme di partecipazione, che rendano i laici capaci di prendere parola, di avere a cuore le città ed i paesi nei quali vivono, spendendosi, in prima persona, perché la giustizia, anche quella ambientale, diventi realtà.
di Sirio Frugoni (Presidente diocesano Ac di Brescia)
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Ecogiustizia subito! … da Siracusa
“Ecogiustizia subito, in nome del popolo inquinato”: questo il titolo della campagna, promossa da Legambiente, Azione Cattolica Italiana, AGESCI, ACLI, Libera ed ARCI, per chiedere giustizia ambientale e sociale nei Siti di interesse nazionale (SIN) in attesa di bonifica.
Cinque le tappe previste a livello nazionale, da Casale Monferrato a Porto Marghera, da Taranto a Siracusa, da Brescia a Napoli per fare rete e per sollecitare la bonifica dei siti inquinati, monitorare il rispetto dei tempi previsti per le predette opere ed infine, promuovere, attraverso l’attività di formazione e di impulso delle associazioni coinvolte, il diritto alla salute e ad un’ecologia integrale, per chiedere giustizia, negata per troppi anni e per rendere la comunità protagonista di tutte le attività indispensabili per il risanamento ambientale.
L’Azione Cattolica Italiana ha aderito alla campagna nazionale e si sta adoperando nei singoli territori interessati perché crede, fortemente, oggi, più che mai, che sia indispensabile fare rete, tessere legami con altre realtà associative, ponendosi al servizio, con le sue peculiarità, quella dell’impegno formativo ed educativo di tutte le generazioni, dai fanciulli, ai ragazzi, ai giovani, agli adulti.
In dialogo con altre realtà, per il bene della casa comune
In questo viaggio lungo l’Italia, l’AC si sta impegnando, in dialogo con altre realtà, più immediatamente coinvolte nell’ambito della tutela ambientale, promuovendo un’ecologia integrale. Essa, come ci ricorda Papa Francesco, nella Laudato sì, “è inseparabile dalla nozione di bene comune” e dal compiere scelte solidali sulla base di “una opzione preferenziale per i più poveri”. L’AC, come associazione di laici, non può che immergersi, in virtù dell’universale chiamata alla santità derivante dal battesimo, nel mondo, per condividere, con gli uomini e le donne di oggi, tutti i problemi, soprattutto quelli di tutela della salubrità dell’ambiente e della salute, che richiedono impegno e dedizione. Oggi, infatti, “l’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente” (Laudato si’, 141)
L’esperienza di questa campagna nazionale dimostra che da soli non si può cambiare il mondo, ma che insieme, ciascuno con il suo proprio carisma, si è in grado di dare un contributo significativo per il bene comune; che l’AC è una scuola di formazione che sa mettere a frutto le alleanze, senza paura di perdere la propria identità, che l’attenzione al territorio richiede capacità di mettersi in gioco, anche quando questo comporta fatica, su temi, come quello del risanamento ambientale o della riconversione che, in realtà come quella siracusana o tarantina, possono anche essere viste come minaccia per chi, in quelle industrie, o in quei siti, continua a lavorare.
La passione e l’impegno ad abitare oggi la comunità civile
Tutto ciò diventa concretizzazione di quanto affermato in seno al documento assembleare, laddove si dice espressamente che “vogliamo impegnarci ad aprirci ad altre realtà con le quali condividiamo la passione e l’impegno ad abitare oggi la comunità civile, dando un contributo originale alle necessità del nostro tempo. Desideriamo che la ricerca e costruzione di alleanze per il bene comune diventi la scelta caratteristica dell’AC e, pertanto, ci impegniamo a continuare su questa strada, sollecitando nuove reti e rafforzando quelle già esistenti”
Compito dell’Azione cattolica, allora, è quello di continuare ad essere presenza che accompagna gli uomini e le donne di oggi, fornendo loro gli strumenti per leggere la realtà con occhi nuovi, più consapevoli, promuovendo forme di partecipazione, che rendano i laici capaci di prendere parola, di avere a cuore le città ed i paesi nei quali vivono, spendendosi, in prima persona, perché la giustizia, anche quella ambientale, diventi realtà.
di Valeria Macca (Delegata Regionale Ac Sicilia) e Roberta Platania (Presidente diocesano Ac di Siracusa)
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