Federazione Italiana Di Atletica Leggera

08 Marzo 2025

Larissa vince il titolo 27 anni dopo mamma Fiona, Manuel è quarto nell’alto

Straordinaria serata per l’Italia agli Europei indoor di Apeldoorn con due ori e due bronzi. Nel lungo trionfa Larissa Iapichino che atterra a 6.94 per conquistare il titolo 27 anni dopo mamma Fiona May. La 22enne fiorentina delle Fiamme Oro, argento nell’ultima edizione di due anni fa a Istanbul e nella scorsa stagione a Roma all’aperto, firma il capolavoro con il terzo salto, ad appena tre centimetri dal suo primato, davanti alla svizzera Annik Kalin (6.90) e alla tedesca Malaika Mihambo (6.88). Due azzurri sul podio nel triplo dominato da Andy Diaz con uno strepitoso 17.71, mentre Andrea Dallavalle è terzo con 17.19. Alla festa azzurra si unisce il più giovane della squadra, il 19enne Matteo Sioli, bronzo nell’alto con il personale di 2.29 a pochi mesi dall’argento ai Mondiali under 20. Podio sfiorato invece dal vicentino Manuel Lando, quarto con 2.26 che eguaglia il suo primato. Nell’asta, dove Roberta Bruni è quinta con 4.70, pareggiando il suo miglior salto italiano di sempre al coperto, settima la veronese Elisa Molinarolo (4.55).       

IAPICHINO – Dopo il primo turno Larissa Iapichino è terza con 6.71 mentre sorprende Annik Kalin: primato nazionale a 6.90 per la svizzera, già quarta nell’eptathlon alle ultime Olimpiadi. Seconda è la serba Milica Gardasevic (6.75), per il momento quarta la campionissima tedesca Malaika Mihambo (6.45). Sembra decisamente lungo il secondo salto dell’azzurra, ma è nullo per poco più di un centimetro. C’è solo da sistemare qualcosa e il momento giusto arriva al terzo tentativo: la fiorentina, quarta nella scorsa stagione alle Olimpiadi di Parigi, balza al comando della finale con 6.94 cogliendo una pedana millimetrica (0.4 centimetri). Soltanto la plurimedagliata Mihambo si avvicina, con 6.88 all’ultimo turno, e poi è gioia azzurra con il papà-coach Gianni Iapichino e la mamma Fiona May, oro agli Euroindoor di Valencia nel 1998, a celebrare in tribuna. “Ci ho creduto fino in fondo all’oro – sorride la lunghista delle Fiamme Oro – e sono fiera di me stessa. È stata una finale complicata per tutte, con ritmi serrati, ma non mi sono tirata indietro. È il mio primo titolo da grande, per me è un punto di partenza e voglio divertirmi. Lo dedico a chi non smette mai di provarci, ai resilienti”.

LANDO – Brividi azzurri sulla pedana dell’alto con la medaglia di bronzo per Matteo Sioli, a soli diciannove anni. È una serata da ricordare anche per l’aviere vicentino Manuel Lando, quarto con tre salti buoni in rapida successione: non solo 2.17 e 2.22 ma anche il 2.26 del personal best eguagliato. Poi, dopo due ‘X’ a 2.29, si riserva l’ultimo errore a 2.32.

TECUCEANU E GLI ALTRI – Missione compiuta per l’ottocentista padovano Catalin Tecuceanu, anche se con qualche brivido: il bronzo europeo di Roma 2024 parte dietro, si accoda ai battistrada quando manca un giro e mezzo senza perdere contatto, viene chiuso all’interno e riparte quasi da fermo, acciuffando la terza piazza in 1’46”12 per beffare il polacco Maciej Wyderka (1’46”17) nella gara vinta dall’olandese Ryan Clarke (1’45”65) sullo spagnolo Josué Canales (1’45”69). Nella seconda batteria dei 3000 metri non c’è gloria per Federica Del Buono. La vicentina è ancora davanti al passaggio ai duemila metri, poi aumentano i ritmi e perde terreno nell’ultimo chilometro, terminando la prova all’ottavo posto in 9’11”39. Primo turno ok per gli sprinter azzurri nei 60. Avanti il poliziotto Samuele Ceccarelli, “Q” maiuscola con il crono di 6”67 (quarto nella sua batteria). Ma la gara del campione europeo uscente si ferma al turno successivo, dov’è sesto in 6”68 condizionato da un crampo.

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