Il Ministero della Salute stila le pagelle: il Molise è sotto-soglia nella prevenzione


Secondo le fonti ufficiali operative nel settore, ai pazienti ricoverati nei pubblici ospedali italiani sarebbero somministrati interventi sempre più appropriati e tempestivi, ma nell’àmbito della regola “regione che vai cure che trovi”, con uno sbilanciamento a sfavore delle province del Sud. A dare il polso della situazione della nostra Sanità sono le recentissime “pagelle” ministeriali concernenti il 2023: si tratta di risultati elaborati monitoranti qualità, e quantità, dei livelli essenziali di assistenza e, quindi, delle prestazioni che il SSN è chiamato ad erogare, in modo gratuito ed omogeneo. Questi dati fotografano un’Italia a varie velocità, con i risultati migliori concentrati nel Nord del Paese. Sono tredici le Regioni che raggiungono la sufficienza (con un punteggio superiore a 60) in una scala da O a 1OO. Tra queste spiccano le ‘performances’ delle “top” che riescono non solo a erogare i Lea ai propri cittadini ma anche ad attrarre un flusso di pazienti che si traduce in un saldo di mobilità sanitaria calcolato in circa cinque miliardi.

Dall’altra parte, ben otto sono le Regioni “sotto-soglia” in almeno una o due aree. Si tratta di Valle d’Aosta su ospedale (unica Regione ad avere un’insufficienza per le cure in corsia) e distretto mentre Abruzzo, Calabria e Sicilia sono insufficienti su prevenzione e distretto. Bolzano, Liguria e Molise, invece, vanno “sotto” nell’area-prevenzione mentre la Basilicata non centra il ‘target’ delle cure distrettuali. Nel complesso sono sei le Regioni che non raggiungono la sufficienza nella prevenzione: Pa di Bolzano, Liguria, Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia mentre per il distretto restano sotto l’asticella dei 60 punti Valle d’Aosta, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Tutto ciò posto, occorre riconoscere che la Sanità pubblica nazionale patisce anche nevi che si chiamano: liste d’attesa, pronto-soccorso intasati, ospedali inadeguati e casi di varia abnormità. Ma, in proposito, non va scordato che -nel 2023- i ricoveri sono stati quasi 8 milioni, le giornate di ospedalizzazione 44 milioni, 18,27 milioni gli accessi in pronto soccorso. Nella sola Lombardia sono state assistite 262.460 persone… Ma, ad onta di ogni difficoltà, ed in barba alle criticità del sistema, i 18 milioni di accesso in Ps e gli 8 milioni di ricovero testimoniano comunque le risposte che il Paese ha saputo elargìre ai cittadini.

I pazienti ricoverati ricevono interventi sempre più appropriati e tempestivi, dall’ictus ai tumori, ma, su temi cruciali per la salute come vaccinazioni, ‘screening’ oncologici, stili di vita così come sull’uso di antibiotici, assistenza a domicilio, cure palliative, assistenza ai non autosufficienti (o i tempi di arrivo di un’autoambulanza), la strada è tutta in salita. E come sempre quando si parla di sanità nel nostro paese, vale la regola “regione che vai cure che trovi” e si registra il peggioramento continuo per l’area della Sanità territoriale (distretto) e per le attività di prevenzione. Con diverse “insufficienze”: sono 8 le Regioni che ne incassano almeno una, se non due, in uno dei tre indicatori. Insufficienze che, tra l’altro, sono considerate “inadempienze” con il risultato che precludono l’accesso ai fondi premiali previsti dal Fondo sanitario.

In conclusione, gli ultimi dati del Sistema di garanzia Lea fotografano, per l’ennesima volta, un’Italia a tante velocità ma con i risultati migliori concentrati nel Nord del Paese. Sono tredici le Regioni che raggiungono la sufficienza (con un punteggio superiore a 60), in una scala da O a 100, in ciascuna delle tre macro aree: Piemonte, Lombardia, Pa Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna. Tra queste spiccano le ‘performances’ delle “top” che riescono non solo ad erogare i Lea ai propri cittadini ma persino ad attrarre un flusso di pazienti con la valigia che si traduce in un saldo di mobilità sanitaria calcolato in circa 5 miliardi. Dall’altra parte, ben otto sono le Regioni “sotto-soglia” in almeno una o due aree: Valle d’Aosta su ospedale (unica Regione ad avere un’insufficienza per le cure in corsia) e distretto mentre Abruzzo, Calabria e Sicilia sono insufficienti su prevenzione e distretto. Bolzano, Liguria e Molise, invece, vanno “sotto” nell’area prevenzione mentre la Basilicata non centra il ‘target’ delle cure distrettuali. Da qui la scelta di prevedere nel Piano nazionale di ripresa e resilienza un investimento in termini di risorse e riorganizzazione delle cure primarie di oltre 7 miliardi, ma oggi questo traguardo sembra irraggiungibile, per giugno 2026, quando il Pnrr “scadrà”.

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