LE BELLE STAGIONI DEL TEATRO LUCANO – Talenti Lucani


Armando Tita*

Riprendere la felice stagione teatrale ATB (Associazione Teatrale di Basilicata), vero fiore all’occhiello della Cultura lucana degli anni ottanta, che videro per la prima volta nella “storia della recitazione” i Comuni e le Comunità marginali lucane protagonisti di opere ed eventi teatrali di spessore, di qualità e di indubbio successo “conditi” pure da una proficua “animazione” tenuta nei nostri corsi di “Scuola a tempo pieno”, non è certamente né peregrino, né bizzarro e né stravagante. Nel Volume “Fiammiferi accesi” (edizioni -Il Segno 2024) Tonino Colasurdo, già Presidente ABS (Associazione Basilicata Spettacolo) parlava del Teatro che racconta la sua Comunità come una sorta di “Rinascimento culturale” lucano in un tempo di carenza di anima e di desolante caduta dei valori. Nel ventennale della scomparsa del Grande Giorgio Gaber, Rai Uno ripropose nello scorso gennaio 2023 una bella intervista di Gigi Marzullo, in occasione del Premio Speciale “Maratea Teatro 1992” assegnato al grande artista milanese del “Teatro/canzone”. Il “Teatro/canzone” una stupenda forma di arte musicale e teatrale da lui lanciata in collaborazione con Sandro Luporini. Uno spettacolo originale e unico nel suo genere che riempiva i teatri con una esplosiva miscela di testi, canzoni e performance attoriali. Canzoni e monologhi con le figure del “ Signor G”, le storie dei Templari e degli Anarchici, di Fabrizio De André e del “maestrone di vita e di arte” che risponde al nome di Francesco Guccini. Un genere espressivo legato alla teatralità e al tipo di prosa definito d’evocazione capace di far vivere nell’immaginario dello spettatore, situazioni, personaggi e storie come se accadessero “qui ed ora”. Sono queste le magiche atmosfere vissute dai marateoti e dai lucani presenti alla Rassegna del “Maratea Teatro” del lontano 1992. Non bisogna dimenticare che il “ Maratea Teatro” diretto brillantemente da Mariano Paturzo non è stato solo un Premio ma il punto di incontro e di discussione fra i maggiori esponenti del teatro europeo, grazie ai buoni servigi di Giorgio Strehler, Franz De Biasi, Presidente dell’ETI (Ente Teatrale Italiano) di origine lucana, l’Associazione Nazionale Critici, il Teatro Eliseo, il disciolto Ministero dello Spettacolo e la guida politica, intelligente e pragmatica di amministratori pubblici sensibili…a Cultura e Teatro. Era la prima volta che una Amministrazione Provinciale del Sud affrontava perspicacemente il settore della promozione e lo studio della cultura del teatro avviando felicemente rapporti istituzionali con la Russia, (Dio mio…come sarebbe bello oggi riproporre la stessa collaborazione con una “democratica” Russia) con la Francia, con la Spagna e soprattutto con l’Istituto Internazionale del Teatro dell’UNESCO. Quella Cultura del “Teatro” da non confondere con l’edificio teatrale in cui si è soliti confinarlo, è la più alta forma umana di comunicazione non mediata, diretta e immediata. Il “Maratea Teatro” è stata la “vendetta” di una generazione culturale periferica  lucana appartata dal centro della grande storia. Cimentarsi con Taormina e Venezia è stato l’orgoglio di una Comunità culturale lucana tenuta sempre ai margini. Una vendetta marateota maturata dopo i successi e la bella esperienza della già citata Associazione Teatrale della Basilicata (ATB) degli anni ottanta.  Il vero e unico Consorzio Teatrale dei Comuni lucani (diffidate delle imitazioni)che per la prima volta nella storia regionale ha potuto usufruire di un “Cartellone Professionale” regalandosi una forte emozione con le Sale teatrali, ristrutturate, moderne e innovate di quell’epoca . Un risultato positivo che va ascritto all’operato della Commissione Tecnica Regionale “Cine –Teatri” che, nel frattempo, aveva recuperato somme importanti “dormienti” della vecchia Ordinanza “80”, mai utilizzate. Costruire quella “collettività amica” del Teatro lucano , frutto del lavoro di tanti giovani, attori dell’epoca, impegnati a difendere quel teatro che è e vuole restare umano e che non cerca “ruffianamente” il facile consenso . Noi che abbiamo sempre privilegiato i giovani che non mollano, abbiamo sempre reclamato per loro e lo reclamiamo, ancora oggi , come nei nostri “favolosi” anni ottanta/novanta, il diritto alla vera libertà e alla vera indipendenza dal mercato . Al mercato si possono comperare prodotti di consumo, generi alimentari, abbigliamento, non teatro, né tantomeno cultura, arte, musica e ricerca. Il buon Mariano Paturzo ci ricorda che il consumo culturale non è uno strumento di organizzazione del consenso . Far leva sulla emotività delle folle, organizzare riti collettivi contando sull’irrazionalità dell’adesione non è altro che uno strumento di coercizione politica. A tal proposito allarmante appaiono le condizioni di molte associazioni teatrali che crescono tra contraddizioni e debolezze. La legge sullo Spettacolo della Regione Basilicata (l. r. 37/2014) non ha sciolto i dubbi sugli apparati culturali soggetti e non oggetti. Il riconoscere la dignità di “strutture culturali” assicurandone l’autonomia, significa definire oltre ai diritti anche i doveri. Mariano Paturzo conclude il suo ragionamento con il fondamentale riequilibrio tra produzione e consumo per evitare il pericolo che la nostra regione possa trasformarsi come mero e semplice territorio di distribuzione. Ad onor del vero dobbiamo ammettere che le stagioni teatrali in Basilicata in questi ultimi anni proseguono in ogni Comune, pur nelle ristrettezze dei Bilanci. Tripadvisor ci informa che sono presenti spettacoli ed eventi culturali e teatrali confortati da atmosfere magiche e da intuizioni geniali, frutto di bravi artisti e talenti lucani di successo(vedi Nicola Timpone e il suo splendido “Marateale”) Dopo le parentesi felici dell’ATB, CTB e ABS, tangibili operazioni di promozione culturale e teatrale con un pubblico fruitore maturo e capace di lettura dello spettacolo, emergono i limiti di una gestione pubblica odierna in continua mediazione tra i vari apparati e tra quest’ultimi e le fonti di finanziamento sia pubblico che privato… con la consapevolezza, ormai acclarata,(lo dico con enorme sconforto) del trionfo della subalternità e della mercificazione culturale.

*Sociologo e saggista


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