le sfide del settore e le prospettive di innovazione – Nordest24


Il settore ortofrutticolo del Friuli Venezia Giulia sta attraversando un periodo di grande difficoltà, come ha sottolineato il Presidente del settore ortofrutticolo di Fedagripesca Veneto, Fausto Bertaiola. Le cause di questo declino sono molteplici: dal cambiamento climatico, con gelate tardive e grandinate, agli attacchi di insetti come la cimice asiatica, dalle normative stringenti sulla difesa delle colture ai costi elevati per i mezzi produttivi, come gasolio, concimi e fitofarmaci. Questi fattori, uniti alla crescente difficoltà nel reperire manodopera, hanno spinto diversi agricoltori ad abbandonare le coltivazioni, portando a un calo delle superfici coltivate.

La crisi del settore ortofrutticolo

Secondo i dati emersi, negli ultimi dieci anni, la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) per le coltivazioni orticole è diminuita del 21% e quella per le coltivazioni frutticole del 18%. Il mercato, ormai globale, si trova a fronteggiare la concorrenza di produttori provenienti da paesi con costi di produzione molto più bassi, con un conseguente indebolimento della posizione dell’ortofrutta veneta. La difficoltà di competere a livello internazionale è stata evidenziata da Bertaiola, che ha anche sottolineato la difficoltà di creare valore nel settore e di farlo percepire al consumatore finale e alla distribuzione.

La necessità di investire in innovazione e aggregazione

Il settore ortofrutticolo veneto ha bisogno di strategie innovative che possano valorizzare adeguatamente le produzioni regionali, intercettando le esigenze dei consumatori moderni e creando filiere che possano remunerare adeguatamente i produttori. Questo è il messaggio che è emerso durante il convegno organizzato il 7 marzo a Verona da Confcooperative Fedagripesca Veneto, dal titolo “L’ortofrutta in Veneto: contesto e prospettive future”. Tra gli esperti che sono intervenuti, Denis Pantini, Direttore di Nomisma Agrifood Monitor e Nomisma Wine Monitor, ha evidenziato come i problemi del comparto ortofrutticolo siano globali e il mercato italiano stia affrontando un declino dei consumi. I consumatori mangiano meno prodotti agroalimentari e hanno una capacità di acquisto in calo, situazione che impone una riflessione sulla necessità di aggregazione e cooperazione tra le imprese per riuscire a fare economia di mercato e affrontare le difficoltà del settore.

Rinnovamento attraverso l’aggregazione e l’innovazione genetica

Silvio Dani, Presidente di Confcooperative Fedagripesca Veneto, ha sottolineato l’importanza di incentivare la cooperazione tra le aziende e la creazione di filiere più strutturate, oltre a promuovere politiche di sostegno all’innovazione e all’internazionalizzazione. Un altro tema fondamentale emerso nel convegno è quello dell’innovazione genetica, con l’intervento della Professoressa Marianna Fasoli dell’Università di Verona, che ha parlato delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), nuove opportunità per la frutticoltura che potrebbero rivoluzionare il settore, garantendo maggiore resistenza delle piante e una produzione più sostenibile.

La necessità di un ricambio generazionale

Uno degli aspetti cruciali per il futuro dell’ortofrutta veneta riguarda il ricambio generazionale. Dani ha sottolineato come per attrarre i giovani in agricoltura, è necessario garantire un reddito adeguato ai produttori, offrendo condizioni favorevoli per il settore. Per far ciò, è fondamentale un impegno forte a livello europeo, affinché l’agricoltura venga messa al centro delle politiche dell’Unione Europea, garantendo approvvigionamenti alimentari sostenibili a un costo accessibile per tutte le fasce sociali.

Conclusione

Il settore ortofrutticolo veneto si trova di fronte a sfide significative, ma anche a importanti opportunità di innovazione, aggregazione e sostenibilità. Solo attraverso la cooperazione, l’adozione di nuove tecnologie e l’investimento in filiere di alta qualità, sarà possibile garantire un futuro prospero per il settore e rispondere alle crescenti difficoltà che stanno mettendo a rischio la sostenibilità delle coltivazioni ortofrutticole in Veneto.



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