L’Europa ha 5 grandi riserve di gas inutilizzate


Con le fonti rinnovabili che dovranno ancora attendere anni prima di diventare predominanti nel mix energetico, il gas naturale resta un combustibile ponte fondamentale

Il panorama energetico europeo si trova ad un bivio. Tra le ricadute dell’invasione russa dell’Ucraina e la nuova incertezza scatenata dalle mutevoli alleanze e dalla serie di dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la dipendenza dell’Europa da fornitori di energia stranieri sta diventando un grosso problema.

Come ricorda Oilprice, le esportazioni di gas della Russia si sono ridotte dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 e ora gli Stati Uniti, un fornitore chiave di gas naturale liquefatto, aggiungono incertezza. Sotto il presidente Trump, una serie di alleanze instabili e i pesanti dazi imposti a diversi Paesi minacciano le importazioni di GNL su cui l’Europa ha fatto affidamento dall’inizio della guerra.

Con le fonti rinnovabili che dovranno ancora attendere anni prima di diventare predominanti nel mix energetico, il gas naturale resta un combustibile ponte fondamentale. L’Europa ha però un importante asso nella manica da poter utilizzare, in caso di necessità: le riserve di gas inutilizzate. Vediamo di seguito quali sono le più rilevanti.

LE PIÙ GRANDI RISERVE DI GAS INUTILIZZATE D’EUROPA

1) AFRODITE (CIPRO)

Riserve: da 0,1 a 0,17 trilioni di metri cubi

Situato al largo di Cipro nel Mediterraneo orientale, il giacimento Afrodite è stato scoperto nel 2011 dalle compagnie Chevron, Noble Energy e Shell. Le proiezioni del settore mirano ad ottenere primo gas entro il 2027, ma vi sono delle sfide. La Turchia contesta le rivendicazioni marittime di Cipro, aumentando i rischi geopolitici, mentre l’estrazione in acque profonde richiede ingenti investimenti.

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Cipro prevede di convogliare il gas in Egitto o di sviluppare un impianto GNL, ma persistono delle lacune nei finanziamenti e nelle infrastrutture. Per l’Europa meridionale, Afrodite rappresenta un’opzione di fornitura vitale, a condizione che superi i ritardi.

2) NEPTUN DEEP (ROMANIA)

Riserve: 0,1 trilioni di metri cubi

Il giacimento Neptun Deep, in Romania, si trova nel Mar Nero e comprende i blocchi Domino e Pelican South, scoperti nel 2012 da OMV Petrom ed ExxonMobil. ExxonMobil è uscita dal progetto nel 2022, lasciando OMV Petrom e Romgaz, che puntano alla produzione entro il 2027.

Spronata dalla crisi ucraina, la Romania prevede il Neptun Deep porterà ad un aumento dell’offerta nazionale e regionale. I costi – che superano i 4 miliardi di euro – e la logistica offshore complicano però la tempistica. Con l’Europa centrale nel mirino, il futuro del Neptun Deep dipenderà dall’ottenimento di finanziamenti e dalle autorizzazioni normative.

3) DVALIN NORTH (NORVEGIA)

Riserve: da 0,00561 a 0,0119 trilioni di metri cubi

Il giacimento Dvalin North in Norvegia, identificato nel 2021 da Wintershall Dea, si trova nel Mar di Norvegia e dispone di una produzione programmata per la fine degli anni 2020. Le sue dimensioni più ridotte beneficiano del consolidato quadro energetico norvegese, collegandosi al vicino campo di Dvalin per ridurre le spese.

Le condizioni artiche e i mandati ambientali ne rallentano lo sviluppo, ma l’affidabilità della Norvegia come fornitore lo mantiene sostenibile. Sebbene modesto, il Dvalin North aggiunge un pezzo affidabile al puzzle del gas europeo.

4) CALYPSO (CIPRO)

Riserve: da 0,06 a 0,08 trilioni di metri cubi

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Anch’esso al largo di Cipro, il giacimento Calypso è emerso nel 2018 ad opera di Eni e TotalEnergies, con riserve ancora in fase di valutazione. Al momento non vi è una tempistica di produzione poiché ulteriori trivellazioni affinano le stime. Così come Afrodite, anche Calypso deve fare i conti con le obiezioni della Turchia e i costi delle acque profonde. Cipro spera di abbinarlo ad Afrodite per scala, ma tra gli investitori prevale la cautela. Se confermato, Calypso potrebbe consolidare il ruolo del Mediterraneo nel futuro del gas in Europa.

5) KRONOS (GRECIA)

Riserve: da 0,03 a 0,05 trilioni di metri cubi

Il giacimento Kronos in Grecia, scoperto nel 2022 da Energean nel Mar Ionio, segna una scoperta in fase iniziale. L’esplorazione continua, mentre la Grecia sviluppa le sue attività offshore. Le dimensioni e l’attenzione della Grecia alle energie rinnovabili moderano le ambizioni, e la supervisione ambientale comporta degli ostacoli.

Legare Kronos alle infrastrutture vicine potrebbe offrire una soluzione, ma Kronos resta una prospettiva a lungo termine che segnala il potenziale in una regione inesplorata.

IL GAS INUTILIZZATO, UNA FONTE DI SICUREZZA ENERGETICA PER L’EUROPA

Tutti insieme, Aphrodite, Neptun Deep, Dvalin North, Calypso e Kronos contengono da 0,3 a 0,4 trilioni di metri cubi di gas non sfruttato. Questi giacimenti potrebbero alimentare l’Europa attraverso la transizione alle energie rinnovabili, con Aphrodite e Neptun Deep, entrambi oltre i 0,1 trilioni di metri cubi, che entro il 2027 inizieranno la produzione. Dvalin North e Kronos forniscono incrementi minori, mentre Calypso attende chiarezza.

E, mentre ci sono sicuramente delle sfide in vista – con Cipro che affronta attriti geopolitici e la Romania alle prese con costi e norme ambientali, integrate con efficienza e tecnologia pulita – questo gas potrebbe sostituire combustibili più sporchi, facilitando l’Europa verso un orizzonte sostenibile. La velocità sarà fondamentale, poiché i ritardi non faranno che prolungare il vincolo energetico del vecchio continente.



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