Mobilità sostenibile, Legambiente premia Olbia per le Zone 30


Il riconoscimento di Legambiente alla città di Olbia.

Una mattinata all’insegna della mobilità green, tra pedalate, dibattiti e progetti ambiziosi. Si è svolta ieri a Olbia la tappa gallurese della campagna nazionale di Legambiente “Città 2030 – Come cambia la mobilità”, con l’evento “Bellezza in bicicletta. Passeggiando sul lungomare”. Un riconoscimento per una città che, nonostante le sfide, si sta trasformando in un laboratorio di sostenibilità: prima in Italia a istituire la “Zona 30” su tutto il territorio comunale, pioniera nelle piste ciclabili costiere e nelle “strade scolastiche”, Olbia è oggi un caso studio per la transizione ecologica.

L’invito di Legambiente a cambiare approccio di mobilità a Olbia.

Partito dal Parco Mario Cervo, il corteo di cittadini e attivisti ha percorso in bici e a piedi il lungomare, simbolo della riconversione urbana, per concludersi in piazza Terranova Pausania. Qui, le istituzioni e Legambiente hanno tracciato un bilancio delle azioni intraprese e degli obiettivi futuri. “Le città producono il 70% delle emissioni di CO2: cambiare approccio alla mobilità è una priorità”, ha sottolineato Cinzia Sposito, presidente di Legambiente Gallura, ricordando come Olbia abbia uno dei più alti tassi di auto private in Italia (80 ogni 100 abitanti, contro una media nazionale di 70). “Serve combattere la pigrizia: qui il clima e il territorio sono ideali per la ciclabilità, ma manca un cambio di mentalità“.

Scelta da Legambiente per il primato della “Città 30” (limite a 30 km/h ovunque dal 2021), Olbia ha già ridotto l’inquinamento acustico e atmosferico, come conferma Marta Battaglia, presidente regionale dell’associazione: “I dati Arpa mostrano parametri migliorati, ma non possiamo fermarci: entro il 2030 i limiti europei saranno più stringenti“. La sfida ora è potenziare il trasporto pubblico, ancora poco utilizzato, e completare la rete ciclabile.

In prima linea l’assessora all’Ambiente Antonella Sciola: “Il progetto ITI collegherà in bici il ponte di ferro all’aeroporto (2,8 km), con l’80% dei lotti già completati. A Mogadiscio, la nuova pista ciclopedonale sarà inaugurata entro l’anno, illuminata e integrata con il verde”. Intanto, il Biciplan e il Pediplan, piani urbanistici per ciclisti e pedoni, mappano i percorsi sicuri, sacrificando qualche parcheggio per creare una rete coerente.

Le parole del presidente Cipnes.

“Non è una semplice pista ciclabile, ma un progetto che guarda al futuro”, ha spiegato Livio Fideli, presidente del Cipnes, presentando l’avveniristica pista “fotovoltaica” da 3,6 chilometri nell’area industriale di Olbia. Un’infrastruttura che unisce mobilità dolce e produzione di energia pulita: snoda per 3,6 chilometri, partendo da via Indonesia (all’altezza del McDonald’s) fino a via Eritrea, nella zona di Pozzo Sacro, con una diramazione di 400 metri verso la circonvallazione. Realizzata con materiali a basso impatto ambientale – legno lamellare per le pensiline e un asfalto speciale che assorbe fino a 200 litri d’acqua per mq, riducendo il rischio di allagamenti – la pista integra 18.000 mq di pannelli solari, capaci di produrre 490 gigawatt/ora all’anno. L’energia alimenterà l’illuminazione a led, le colonnine per ricaricare le bici elettriche e i dissuasori luminosi che si attivano al passaggio di ciclisti e pedoni, aumentando la sicurezza.

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Non mancano le “isole di sosta”: tre aree attrezzate con panchine, giochi per bambini e un’area fitness all’aperto, mentre un’app dedicata permetterà di noleggiare bici condivise. “I ritardi per un cavo Telecom sono superati – ha aggiunto Fideli –. Manca un breve tratto, ma entro pochi mesi taglieremo il nastro”. Un modello di ecologia applicata, dove ogni dettaglio, dalla segnaletica colorata ai parcheggi smart, disegna una mobilità nuova.

Il progetto Mezzo.

“Caricavamo la bici nell’auto e ci recavamo dove volevamo andare in bici: oggi le condizoni di Olbia ci consentono di invertire la rotta”, ha raccontato Sciola, invitando i cittadini a “lasciare l’auto a casa, per la salute del pianeta e la sicurezza urbana”. A sostegno, Jessica Atzori ha presentato il progetto “Mezzo” con le sue bici inclusive gratuite, che punta a rendere gli spostamenti accessibili a tutti, inclusi i disabili. Si tratta di bici specializzate, adattate, come handcycle (a propulsione manuale), tandem per ipovedenti e modelli con sostegni stabilizzatori, progettati per utenti con disabilità motorie o cognitive.

Le bici possono essere prenotate gratuitamente presso la ciclofficina sociale Margherita Hack e, prossimamente, alla nuova stazione ferroviaria. Il servizio rientra in un bando vinto con la Fondazione per il Sud, in collaborazione con tredici associazioni, Comune e Aspo. L’obiettivo è quello di fornire mezzi per l’inclusione. “Vogliamo dare a chiunque la libertà di muoversi in città, indipendentemente dalle abilità fisiche”, ha spiegato Atzori.

La strada è ancora lunga, ma Olbia punta a diventare 100% ciclabile entro il 2025, con una costa pedonale da Sa Testa all’aeroporto. Come ha chiuso Fideli: “Lavoriamo per i nostri figli: una città vivibile è possibile, se tutti remano nella stessa direzione”. La mattinata si è conclusa con un brindisi sostenibile, accompagnato dalle note di Ottavio Cocco e Giovanni Del Fonso. Un inno alla lentezza, in una città che prova ad accelerare verso il futuro.





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