Nomadi in concerto per la solidarietà: a Mezzocorona il Palarotari ha registrato il tutto esaurito


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Il Palarotari di Mezzocorona più di così non ne avrebbe potuti accogliere. Questo per far capire quanto la struttura fosse accoccolata in un’atmosfera carica d’emozione per un obiettivo alquanto nobile: il concerto benefico dei Nomadi in favore della Fondazione Trentina per l’Autismo onlus.

Un evento speciale, riuscito a far registrare il sold out e vedendo la storica band abbracciare, ancora una volta, il proprio affezionato pubblico con la musica e con il cuore, attirando avventori locali e da molte province del nord Italia.

“Sono cresciuto, ma sono rimasto ragazzo!” diceva Beppe Carletti, anima e fondatore del gruppo, qualche ora prima di salire sul palco, nel condividere con i media alcune riflessioni su questo appuntamento tanto atteso.

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“L’anno scorso è stato un grande successo e l’aspettativa di quest’anno è sempre quella di migliorarsi. Siamo felici di essere stati scelti per sostenere questa causa: è un onore, un grande onore.”

Oltre Giovanni Coletti, nella doppia veste di promotore e di presidente della fondazione, alla serata c’erano il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il sindaco di Mezzocorona Mattia Hauser.

Quest’ultimo impegnato nell’accogliere gli ospiti, accodandosi ai tanti saluti e ringraziamenti a tutti i volontari e non che stanno dietro le quinte. “Tutti assieme possiamo fare la differenza” le parole del primo cittadino.

“Un bel messaggio per tutta la nostra comunità” l’ha invece definita Fugatti, parlando di un trentino sempre molto solidale.

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Dopo oltre 60 anni di carriera, i Nomadi continuano ancora ad emozionare e coinvolgere spettatori d’ogni età, dagli over 60 fino alla nuova generazione di ascoltatori.

Ma qual è il segreto di questa longevità?Non ci sono segreti – spiega Carletti – semplicemente abbiamo sempre cantato quello in cui crediamo, senza inseguire le mode. È questo che ci ha permesso di resistere nel tempo.”

Una magia confermata anche dal pubblico del Palarotari, perché ieri sera i giovani e chi giovane non lo è più erano assieme sotto lo stesso tetto, per celebrare quella musica che ha contribuito a segnare la storia della canzone italiana.

E’ stato però pure un momento per cui è stato impossibile non rivolgere un pensiero ad Augusto Daolio, l’indimenticato leader dei Nomadi, scomparso il 7 ottobre 1992. “Augusto amava stare sul palco – ricorda Carletti – e sono certo che sarebbe stato felice di un concerto come questo. Per noi è sempre presente nelle canzoni, nelle immagini che proiettiamo e nei ricordi di chi lo ha amato.”

Ad aprire il concerto è toccato alla tribute band “Ma noi non”, omaggiando la band originaria di Novellara (Reggio Emilia) scegliendo tra quattro dei loro brani più iconici. “È bellissimo condividere il palco con questi ragazzi – l’affermazione di Carletti – hanno talento e passione. Per me, che calco i palchi da 62 anni, vedere giovani che portano avanti la nostra musica è una grande emozione.”

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Al proposito abbiamo scambiato due parole anche con Debora Helfer, voce dal 2014 assieme al cantante Roberto Berti.

Il gruppo “Ma Noi Non” è nato nel 2005, ispirandosi ai Nomadi, con il nome che richiama sia la loro canzone sia la Val di Non, terra d’origine della tribute band.

L’idea è partita dal cantante e dal tastierista, che hanno notato l’assenza di una tribute band dei Nomadi nella zona e hanno quindi reclutato altri musicisti. “Io sono entrata nel gruppo dopo essere stata scoperta tramite alcuni video sui social, ho iniziato con qualche brano e concerto, fino a diventare parte stabile della band.”

Nonostante i molti cambiamenti del mondo musicale, i Nomadi non hanno mai ceduto alle logiche del mercato. “Se avessimo seguito le mode saremmo spariti da tempo – dice Carletti – invece siamo sempre andati avanti per la nostra strada. È stata dura, a volte nessuno ci voleva più, ma non ci siamo mai arresi.”

E a chi sogna d’intraprendere la carriera musicale?Oggi i ragazzi hanno più opportunità con internet, ma spesso finiscono presto. Noi ci siamo fatti le ossa nelle balere e nelle piazze gremite. Il contatto diretto con il pubblico è fondamentale: prova a cantare davanti a 10.000 persone, lì capisci se puoi farcela.”

Chiudendo l’intervista con un sorriso e prima di dare il via alla festa, Carletti con la frase: “Siamo Nomadi, ma con le radici!”  sintetizza un percorso, una storia di musica, una storia di passione e di coerenza, che continua a far vibrare i cuori di generazioni intere.

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I Nomadi e alcuni momenti della serata

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