Oggi 8 Marzo, Festa della Donna…come dev’esserlo ogni giorno – La Prima Linea


“Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche

tu assomigli al mondo nel suo atteggiamento di abbandono.

Il mio corpo di contadino selvaggio ti scava

e fa saltare il figlio dal fondo della terra.

Sono stato solo come una galleria. Da me fuggivano gli uccelli

e in me la notte entrava con la sua invasione possente.

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Per sopravvivermi ti ho forgiato come un’arma,

come una freccia al mio arco, come una pietra nella mia fionda.

Ma cade l’ora della vendetta, e ti amo.

Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.

Ah le coppe del petto! Ah gli occhi dell’assenza!

Ah la rosa del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo di donna mia, persisterò nella tua grazia.

La mia sete, la mia ansia senza limite, la mia strada indecisa!

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Oscuri fiumi dove la sete eterna continua,

e la fatica continua, e il dolore infinito.”

Pablo Neruda

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Mimose, regali, cene di sole donne e magari qualche spettacolino dal vivo di uomini in perizoma che ballano mostrando fisico e ‘virilità’; discoteche (le poche rimaste) aperte anche per liberare qualche donna ‘rinchiusa’ in casa tutto l’anno alla fine di una giornata pesante di lavoro; ‘rintanata’, sì, proprio così, a causa di impegni e vicissitudini familiari, occupata a destreggiarsi tra pentole e figli, mariti o genitori da assistere, scelte dei film trasmessi alla tv…

Oggi – ci auspichiamo con sempre più eccezioni fatte di eventi, attività di sensibilizzazione, esposizioni e convegni – la Giornata Internazionale della Donna si è ridotta a una delle tante ‘ricorrenze commerciali’, quasi come se per l’8 Marzo a ‘Lei’ fosse concesso tutto…ma solo per quel giorno.

Ma – e non è retorica – non ci stancheremo mai di ricordare che l’universo femminile deve essere onorato e rispettato ogni giorno (tanto abbiamo parlato e parliamo nel nostro quotidiano di violenze e situazioni di disparità non solo in Valle d’Aosta ma in tutto il Mondo).

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Scopriamone allora il vero senso, di questo otto di marzo, tuffandoci nel passato e ricordandoci di coloro che hanno reso questo giorno storico e da commemorare ogni anno, senza trascurare il dato oggettivo che moltissime donne hanno costruito la Storia nel mondo: dalla scienza, alla religione, alla letteratura, al cinema, all’arte e alla politica.

“Ricorre ogni anno, e si celebra in tutto il mondo per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche conseguite dalle donne negli ultimi decenni. La ricorrenza è anche un’occasione per denunciare le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono ancora vittime in diverse parti del mondo e per proseguire la battaglia civile per l’uguaglianza e le pari opportunità”.

Così viene descritto l’8 Marzo su diversi siti internet e da questa citazione vogliamo partire per approfondire e ricordare il vero significato di questa giornata.

L’idea di celebrare “La giornata della Donna” nasce negli Stati Uniti nel 1909, anno in cui le donne iniziarono a manifestare per rivendicare il proprio diritto al voto. Soltanto l’anno seguente, nel 1910, la proposta fu rilanciata, durante la Conferenza internazionale delle donne socialiste a Copenaghen per rivendicare i diritti femminili, dall’attivista tedesca Clara Zetkin, esponente socialista e combattente per i diritti delle donne. Clara visse battendosi per l’emancipazione femminile e teorizzò la liberazione delle donne dalla sudditanza maschile come parte fondamentale dell’emancipazione del proletariato.

Con l’inizio della Prima Guerra Mondiale le celebrazioni furono temporaneamente interrotte.

In occasione della Seconda conferenza delle donne comuniste, che si tenne a Mosca nel 1921, venne proposta e approvata un’unica data per celebrare la giornata delle Donne. Il giorno 8 Marzo fu scelto per ricordare la manifestazione contro lo zarismo delle donne di San Pietroburgo avvenuta nel 1917. 

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Il 23 febbraio, giornata internazionale delle donne, migliaia di lavoratrici manifestano a Pietrogrado per chiedere più razioni di cibo, la fine della guerra e il diritto di voto- Foto: Bridgeman / Aci- Credit National Geographic Storica

Dopo la rivoluzione bolscevica, nel 1922 Vladimir Lenin istituisce l’8 marzo come festività ufficiale. 

Fino agli anni  Settanta la festa viene celebrata principalmente nell’Unione Sovietica e in Cina ma il salto definitivo avviene nel 1972 quando le Nazioni Unite proclamano nel 1975 L’ anno internazionale delle donne invitando tutti i paesi membri a celebrare la ricorrenza dell’8 marzo.

Due anni dopo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite propone a ogni paese, nel rispetto delle tradizioni storiche e dei costumi locali, di dichiarare un giorno all’anno “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale” (United Nations Day for Women’s Rights and International Peace).

Successivamente, l’Assemblea riconosce il ruolo della donna negli sforzi di pace e riconosce l’urgenza di porre fine a ogni discriminazione e di aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale del loro paese. 

Alcune tradizioni riferiscono che l’origine dell’8 marzo fa riferimento a repressioni di manifestazioni di operaie avvenute negli Stati Uniti nel 1857 ( l’anno di nascita di Clara Zetkin). Non a caso viene citato un drammatico incidente accaduto a New York nel 1908, quando alcune operaie di una fabbrica di camicie, chiuse nello stabilimento dal padrone per impedire loro di scioperare, avrebbero perso la vita a causa di un incendio. Di incendi drammatici nelle fabbriche tessili americane ve ne sono stati molti, e molte operaie vi hanno perso la vita, ma sul citato episodio in particolare non vi sono riscontri storici che ne certifichino effettivamente la veridicità. 

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Nel 1946, finita la guerra, per iniziativa dell’Unione delle Donne in Italia (UDI) si cominciò a celebrare l’8 marzo.

L’idea di usare la mimosa, un fiore economico e  di campo come fiore simbolo della giornata, fu di Teresa Mattei, Rita Montagnana e Teresa Noce, tre donne politiche che combatterono nella Resistenza e furono poi deputate nell’Assemblea Costituente e successivamente parlamentari della Repubblica.

Noi ci auguriamo che questo giorno possa far riflettere sulla storia, di modo da non ripetere più gli stessi errori.

Utopia forse, visto che ancora nel 2025 le donne subiscono spesso discriminazioni di ogni genere.

In ogni caso festeggiamo con orgoglio questo giorno, senza dimenticarlo quello successivo e se possibile impegniamoci a eliminare ogni tipo di discriminazione femminile.

A volte basta poco: non voltiamo la testa dall’altra parte e non giudichiamo chi ci sta al fianco ogni giorno (con un velo sul viso per esempio, o anche senza; il nostro dirimpettaio immerso nel silenzio delle proprie difficoltà), ma al contrario agiamo concretamente senza paura con ciò che abbiamo, per ciò che possiamo fare e nel momento in cui ci troviamo, come affermava il nostro Santo e Saggio Patrono d’Italia.

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“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso, vi sorprenderete a fare l’impossibile”. San Francesco d’Assisi.

Sarebbe già considerevole.

Dedicato a mia madre, donna che con il suo esempio quotidiano ha fatto di me la donna che sono.

n.v.





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