Ad Avellino, in piazza Garibaldi, si è svolta la manifestazione Città 2030 – Come cambia la mobilità, un’iniziativa volta a promuovere un futuro urbano più sostenibile e accessibile. L’evento ha rappresentato un momento di confronto e sperimentazione sulle possibili trasformazioni della mobilità cittadina, coinvolgendo attivamente le nuove generazioni.
Protagonisti della giornata sono stati gli alunni e le alunne dell’istituto comprensivo Regina Margherita, che hanno partecipato a laboratori didattici e attività esperienziali sulla mobilità sostenibile. Un’area pedonale temporanea è stata istituita in piazza Garibaldi per testare il concetto di “strada scolastica”, uno spazio privo di traffico veicolare pensato per la sicurezza dei più piccoli e per la riduzione dell’inquinamento.
Nel corso dell’evento, Legambiente ha presentato una scheda dettagliata sulla mobilità cittadina, contenente dati e proposte per rendere Avellino un modello di sostenibilità.
Le proposte di Legambiente: più sicurezza e partecipazione
Antonio Di Gisi, presidente di Legambiente Avellino, ha illustrato due proposte chiave per il futuro della mobilità in città.
La prima riguarda l’istituzione di una strada scolastica in piazza Garibaldi.
“Un’area non più destinata al transito delle auto, ma dedicata alla scuola, vera protagonista di questa strada. L’obiettivo è rendere gli spazi scolastici più sicuri e garantire che bambini e bambine, all’ingresso e all’uscita da scuola, non siano costretti a respirare un’aria malsana e inquinata dallo smog. Questo è solo un primo passo, perché uno spazio restituito alle persone può trasformare radicalmente il volto della città. La strada scolastica di piazza Garibaldi potrebbe diventare un modello pilota per tutte le vie che ospitano istituti scolastici”.
La seconda proposta si concentra sul Pums (piano urbano della mobilità sostenibile), un piano già avviato dal comune di Avellino ma che, secondo Legambiente, deve seguire due principi fondamentali. Infatti, la città ancora non ha un suo Pums, seppur è recente l’approvazione di un atto di indirizzo in cui si definisce la volontà di investire sulla mobilità attiva.
“Il comune di Avellino ha già adottato un atto di indirizzo in merito, scelta che accogliamo con favore, anche perché il Pums era una nostra proposta avanzata durante le ultime elezioni amministrative ai candidati alla carica di sindaco. Tuttavia, chiediamo che questo piano persegua due obiettivi fondamentali: la partecipazione attiva della cittadinanza e il coordinamento con i comuni limitrofi”.
Sul primo punto, Di Gisi sottolinea che:
“Il Pums deve prevedere un vero percorso partecipativo, coinvolgendo non solo i cittadini, ma anche le associazioni e le categorie di settore”.
Sul secondo aspetto, evidenzia l’importanza di una visione d’insieme:
“Senza un’adeguata concertazione con i territori circostanti, il piano rischia di risultare parziale e inefficace. Solo una visione integrata potrà davvero trasformare la mobilità e migliorare la qualità della vita nella città”.
La zona 30: un passo nella giusta direzione
Tra le misure già adottate dall’amministrazione comunale, l’istituzione della zona 30 – che prevede il limite di velocità a 30 km/h in alcune aree urbane – è stata accolta positivamente da Legambiente.
“Ritengo che sia una misura utile e coerente con il nostro discorso. Se il Pums verrà redatto in modo attento e dettagliato, potrà dare organicità a queste scelte. Non dobbiamo avere timore di introdurre le zone 30 solo nelle aree pedonali: al contrario, esse possono migliorare la città sotto molteplici aspetti e rappresentano un investimento importante per la sicurezza e la qualità della vita”.
Inoltre, Di Gisi ribadisce che la creazione della strada scolastica sarebbe perfettamente in linea con questa visione:
“Proprio partendo dalle zone 30, possiamo anche ribadire con maggiore forza la nostra richiesta di istituire una strada scolastica: se già esistono misure volte a ridurre la velocità e l’inquinamento nelle aree urbane, tanto più risulta necessario proteggere gli spazi dedicati ai bambini e alla scuola”.
Verso un futuro più sostenibile
Vulnus importante è la sharing mobility. Infatti, in città non è operativo nessun servizio di sharing in grado di garantire la possibilità di muoversi senza auto privata sulle brevi distanze, evitando l’onere del parcheggio, i costi dell’auto e il tempo speso nel traffico, o di poter immaginare percorsi intermodali. Gli attuali vettori elettrici della micromobilità, quali monopattini ed e-bike, potrebbero rendere praticabile una mobilità alternativa anche a persone meno allenate o permettere di superare i dislivelli.
“Avellino – commenta Antonio Di Gisi – non ha ancora avviato concretamente la transizione alla mobilità sostenibile, ma soprattutto procede troppo lentamente sulle politiche complessive verso la “città 30”. Avellino non è una metropoli tentacolare: potrebbe essere completamente attraversata in 15-20 minuti percorrendo una pista ciclabile o strade poco trafficate. Ma manca di polarità urbane, di servizi decentrati, di un disegno dei percorsi pedonali e ciclabili, che rendano accessibile sia i servizi che i quartieri della città”. Continua la nota dolente sul fronte del trasporto extraurbano, dove persegue il fermo della stazione ferroviaria, privando un capoluogo di un importante infrastrutura di collegamento per lavoratori e studenti, che possono far conto solo sull’auto privata e sui servizi di bus dalle principali località urbane (Napoli, Roma). È inaccettabile che Avellino sia ancora tagliato fuori dal servizio ferroviario e non si può immaginare un futuro in cui gli unici servizi di trasporto extraurbano siano quelli offerti dalle società dei bus.”
L’evento Città 2030 ha acceso i riflettori su un tema cruciale per il futuro di Avellino: la mobilità sostenibile. Le proposte avanzate da Legambiente e la partecipazione attiva della cittadinanza dimostrano che un cambiamento è possibile, a patto che le istituzioni adottino un approccio lungimirante e inclusivo.
La strada verso una città più vivibile è ancora lunga, ma iniziative come questa rappresentano un passo decisivo verso un nuovo modello urbano, in cui la sicurezza, la sostenibilità e la qualità della vita siano al centro delle politiche pubbliche.
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