Aspettami al Caffè Napoli, il nuovo, frizzante romanzo di Chiara Gily
Napoli è più di una città: è un richiamo, un legame indissolubile tra radici e destino. Lo sa bene Chiara Gily, che da tempo ha lasciato la città partenopea per trasferirsi decisamente più a nord, ma a Napoli ambienta il suo nuovo romanzo, in cui racconta il ritorno a casa di Lidia, una giovane donna che ha lasciato la sua terra, ma non il suo passato: Aspettami al Caffè Napoli,
Tra le strade del centro storico e l’aroma del caffè, la protagonista affronterà ricordi e segreti di famiglia, scoprendo che la vita regala sempre una seconda occasione a chi la sa cogliere.
Un viaggio intenso, tra malinconia e ironia, che svela il coraggio di riscrivere la propria storia. Ecco come ce ne ha parlato l’autrice.
Un caffè che sa di seconde possibilità e “malincoironia”: Chiara Gily racconta Aspettami al Caffè Napoli
Sono nata all’ombra del Vesuvio e da diciott’anni abito nella città più lontana d’Italia, dove la bora soffia a cento chilometri orari e il caffè espresso si chiama Nero.
Le origini a Sud e una nuova residenza a Nord Est (e i capelli ricci…) sono le sole cose che ho in comune con Lidia, la protagonista del mio romanzo, e da queste sono partita per raccontare una storia.Tutto ha inizio su un treno che riporta Lidia a Napoli, per un matrimonio di famiglia. E i ritorni, per chi ha lasciato le origini per cercare il proprio posto nel mondo, sono destinati a essere affollati di ricordi, di sentimenti e aspettative contrastanti. Chi è andato via da Napoli, poi, certe cose le sente un po’ di più.
Ho scelto di ambientare il romanzo in una stradina del centro storico dal nome evocativo, Via Caravita, una perpendicolare della celebre Via Toledo, dove si trova una bottega di rigattiere, “Caffè Napoli”, che passa di padre in figlia. Per il primo, un sognatore che non si è dato il permesso di essere felice, è stata un ripiego, per la seconda diventa un’occasione di riscatto, proprio nella città da cui era scappata vent’anni prima.
Ho voluto raccontare in che modo Lidia spariglia le carte, sfida la rassegnazione ed è capace di cambiare una strada che sembrava già segnata nonostante il suo retaggio familiare non prevedesse seconde occasioni. Solo attraversando il dolore, senza subirlo, spezza la catena di infelicità che legava la sua famiglia. E lei, che davanti a un ostacolo era solita mollare la presa, non fa accomodare il fallimento nella sua vita.
E poi c’è il caffè, che assume il ruolo di coprotagonista del romanzo e il cui profumo aleggia per tutta la durata della storia. Per me non è solo una bevanda, è un collante fortissimo: benedice nuovi incontri, accoglie sconosciuti, suggella amicizie ritrovate, risveglia dalla stanchezza e dalla fatica delle prime volte. Quelle che generano paura ma che fanno anche battere il cuore.
Mentre scrivevo avevo chiaro un obiettivo: raccontare una napoletanità fuori dai soliti cliché. Senza cavalcare l’onda facile del rassicurante e tiepido luogo comune, ma osando. Come quando ci si butta in acque fredde e frizzanti e, quando si riemerge, si è felici si pensa “Ah, però! Perché non l’ho fatto prima”.
La mia sfida più grande? Quella di evocare un sentimento profondo e malinconico usando (anche) la chiave dell’ironia. Io l’ho chiamata malincoironia. L’essere nata e cresciuta a Napoli mi ha decisamente aiutato. Perché i napoletani, in questo, sono maestri.
Chiara Gily
Istruzioni per l’uso di Aspettami al Caffè Napoli
1. ☕ Può essere assunto senza moderazione, prima o dopo i pasti. È sconsigliato prenderlo a stomaco vuoto: la presenza di cibi della tradizione napoletana potrebbe indurre voglie improvvise di ziti alla genovese e mozzarella.
2. ☕ Tenere lontano dalla portata dei bambini e di chi si aspetta luoghi comuni e cliché, quali “pizza e mandolino”, perché la loro completa assenza nel prodotto potrebbe causare delusione.
3. ☕ La limitata presenza del dialetto non necessita di ricorso a Google Translate, ma farà comunque acquisire al lettore una infarinatura del napoletano.
4. ☕ Ha superato tutti i test anti noia, anche quelli non obbligatori ma raccomandati dalla Commissione Mondiale per la promozione della lettura.
5. ☕ L’assunzione potrebbe causare il desiderio di ripercorrere le strade e gli itinerari narrati al suo interno. La casa produttrice non si rende responsabile di picchi di vendita di biglietti di treni o aerei diretti a Napoli che potrebbero manifestarsi nel corso della terapia.
6. ☕ Non ha bisogno di prescrizione, perché non è un farmaco, è un integratore di speranza e buon umore. Si segnalano, comunque, frequenti casi di lacrimazione: nel 60% per l’emozione e nel restante 40% per le risate.
7. ☕ Effetti indesiderati più comuni: provare una vaga sensazione di smarrimento e tristezza quando si arriva all’ultima pagina. Essendosi verificati nel 100% dei casi, la casa produttrice ha già provveduto a richiedere una seconda versione del prodotto.
8. ☕ Effetti indesiderati, anche gravi, per il genere femminile: sognare di incontrare in via Toledo Francesco, il coprotagonista maschile, innamorarsene perdutamente e, una volta sveglie, rendersi conto che esiste solo nella fantasia dell’autrice.
9. ☕ Effetti indesiderati, anche gravi, per il genere maschile: pensare che donne in gamba come Lidia, Alice e Mila siano solo frutto della fantasia dell’autrice. Studi clinici hanno dimostrato che nella vita reale ce ne sono. Ce ne sono eccome.
10. ☕ Avvertenze. Il numero 10 a Napoli significa solo una cosa: Maradona, per i napoletani secondo in ordine di importanza solo alla propria madre. Nel prodotto viene citato soltanto due volte, l’autrice se ne scusa con rammarico.
11. ☕ Il punto 11 non esiste, ma un decalogo di istruzioni per una commedia non può terminare con la parola rammarico. Pertanto, l’ultima parola sarà: felicità. Che l’autrice augura a tutti e tutte coloro che leggeranno questa storia.
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