ecco chi ne ha di più. La trincea si sposta in orbita (ma privati più forti degli Stati)


Sarà pure una guerra d’attrito quella tra Russia e Ucraina, trincea contro trincea. Ma sopra le teste dei soldati si muove una veloce guerra parallela, silenziosa e invisibile: la battaglia dei satelliti. La difesa di Kiev «funziona grazie a Starlink, gli ucraini lo considerano la loro stella polare, perderlo sarebbe un colpo terribile», ha confidato una fonte anonima all’agenzia Reuters quando a fine febbraio la delegazione americana ha minacciato di disconnettere l’Ucraina dal sistema senza la firma all’accordo sulle terre rare. Per Melinda Haring, dell’Atlantic Council, Starlink è essenziale per il funzionamento dei droni, pilastro della strategia militare di Kiev nella sua guerra robotica contro la massa d’urto dell’esercito russo. Oggi la guerra, apparentemente statica, è fatta del dinamismo delle orbite basse, di segnali criptati e costellazioni in espansione. È là che si decidono le sorti delle battaglie. Non il cielo, ma lo spazio è il nuovo fronte.

LA GALASSIA
I dati ufficiali più aggiornati parlano di 11.833 satelliti attorno alla Terra. L’84% in orbita terrestre bassa (Leo), facilmente accessibile, ideale per le comunicazioni rapide e l’osservazione del suolo. Oltre il 61% rientra fra i piccoli satelliti, meno di 500 chili, percentuale che sale al 94% dei lanci negli anni 2020. A trainare la crescita Starlink, che da sola conta 6.382 satelliti operativi, su oltre sette mila attivi. Più della metà dell’infrastruttura orbitale è rappresentata da un solo sistema, ed è privato, non statale. Dal 2022, le antenne bianche di Starlink distribuite sul territorio ucraino, con le sue decine di migliaia di terminali, hanno garantito collegamenti ininterrotti nelle fasi più critiche del conflitto, consentendo scambio di dati, guida dei droni e coordinazione tra reparti, facendo la differenza soprattutto nelle zone prive di reti terrestri o colpite da attacchi informatici.

Nel 2024, SpaceX ha confermato di aver limitato l’uso di Starlink per alcune operazioni, come gli attacchi con droni navali contro obiettivi russi in Crimea. Decisione che ha mostrato quanto la capacità di gestire i satelliti in orbita abbia un impatto diretto sul campo. Oltre a Starlink, altri satelliti civili e militari, statali e commerciali, fanno sorveglianza e acquisiscono immagini. Gli Usa hanno consentito l’accesso dell’intelligence ucraina ai dati di piattaforme governative come i satelliti della serie Kh-11 e i radar Lacrosse, gestiti dal National Reconnaissance Office e dalla National Geospatial-Intelligence Agency, per individuare i movimenti di mezzi e truppe anche di notte o in condizioni meteorologiche avverse. Accanto ai mezzi statali agiscono le costellazioni commerciali. Maxar Technologies per le immagini ad alta risoluzione grazie ai satelliti della serie WorldView, con un dettaglio fino a 30 centimetri. Planet Labs per le immagini quotidiane del globo con la sua flotta di nanosatelliti. Capella Space e Iceye utilizzano radar ad apertura sintetica in grado di penetrare nuvole e oscurità. Immagini usate per documentare i convogli russi, le fortificazioni, i crateri d’impatto, condivise con governi, media e Ong.

I FRONTI TRA LE STELLE
Anche la Russia dispone di una propria rete. I satelliti Persona e Bars-M sono capaci di osservare ad alta risoluzione, mentre i Lotos-S e Tundra servono per intercettazioni e allerta precoce, e il Meridian assicura comunicazioni nelle regioni più remote. Mosca conduce azioni di disturbo elettronico e testa tecnologie antisatellite, come spiegato con apprensione dal generale Chance Saltzman, comandante della Space Force americana. Gli Stati Uniti restano il Paese con la maggiore presenza in orbita, ma tolti i satelliti Starlink la flotta si riduce a circa 1.600 unità. Seguono la Russia con oltre 1.500, la Cina con più di 800, il Regno Unito con 700. Giappone, Francia, India, Germania, Canada e Italia completano la lista con numeri tra 50 e 200 satelliti. In totale, 105 sono Paesi o organizzazioni con almeno un satellite in orbita. Nel 2000 erano appena 14. E si stanno sviluppando nuove costellazioni come IRIS², voluta dalla Commissione Europea (290 satelliti in orbite multiple) e Qianfan (Thousand Sails), lanciata dalla Cina per 648 satelliti entro il 2025. La Russia ha avviato il progetto Sfera, oltre 600 satelliti. I sistemi GPS statunitense, GLONASS russo, Galileo europeo e BeiDou cinese garantiscono servizi di navigazione fondamentali. Solo in Ucraina, i satelliti assicurano continuità alle comunicazioni, precisione negli attacchi, coordinamento tra unità e protezione delle infrastrutture. Sul terreno i fronti avanzano a fatica, in orbita la corsa è continua. Ogni mese, brillano nuove costellazioni. Lo spazio non è più una frontiera. È un teatro operativo.

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