Il Bari ferma a Reggio Emilia la capolisita Sassuolo. Un pareggio tra logica e illusione


© foto di SSC Bari

Per strappare un risultato positivo serviva una prestazione da grande squadra. Il Sassuolo, virtualmente già promosso in Serie A, si presentava come un avversario temibile, forte di numeri impressionanti: undici vittorie consecutive in casa e oltre 460 minuti senza subire gol. Eppure, il Bari ha affrontato la sfida con il giusto atteggiamento, consapevole dell’importanza del match in ottica playoff sfiorando l’impresa ma mostrando, ancora una volta, nitidamente tutti i suoi limiti.

Longo ha optato per un undici offensivo, rinunciando al trequartista (al momento ruolo inesistente col materiale a disposizone) e schierando due punte, Lasagna e Bonfanti, per provare a mettere in difficoltà i nero-verdi sin dalle prime battute. Una scelta coraggiosa, che ha dato subito i suoi frutti.

Dopo appena 7 minuti, il Bari si è reso pericoloso con un’ottima iniziativa di Dorval, che ha sfiorato la traversa con un bel tiro dopo uno scambio con Obaretin. Poco dopo, ancora Dorval ha impegnato Moldovan su azione d’angolo, confermando l’ottimo avvio dei biancorossi. Il Sassuolo ha risposto con una punizione insidiosa di Berardi, ma la partita è rimasta equilibrata, con il Bari capace di reggere l’urto e giocarsela a viso aperto.

La prima vera grande occasione per i galletti è arrivata su calcio di punizione di Benali: Simic ha colpito di testa con precisione, ma Moldovan si è superato deviando in angolo. L’equilibrio, però, è stato spezzato poco dopo, con un episodio che ha interrotto l’imbattibilità del Sassuolo dopo ben 503 minuti.

Lasagna ha trovato il gol con un’azione personale: prima si è visto respingere la conclusione, poi ha insistito e con una seconda battuta ha battuto Moldovan, portando il Bari in vantaggio. Un gol meritato, che ha premiato l’atteggiamento propositivo dei biancorossi. Prima dell’intervallo, Bonfanti ha provato a raddoppiare, ma il suo tiro è stato neutralizzato dal portiere nero-verde.

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Un primo tempo di carattere per il Bari, che ha saputo affrontare il Sassuolo, decisamente sotto tono, senza timori reverenziali, sorprendendo i padroni di casa e chiudendo avanti una frazione di gara giocata con coraggio e determinazione.

La ripresa si è aperta con un Sassuolo decisamente più aggressivo, intenzionato a ribaltare l’inerzia della gara. Dopo pochi minuti, il neoentrato Verdi ha subito sfiorato il gol con una conclusione in area, respinta involontariamente dal compagno Moro. Un segnale chiaro del cambio di ritmo da parte dei padroni di casa.Il Bari, dopo un avvio di secondo tempo in difficoltà, ha provato a risalire il campo, ma la spinta del Sassuolo è stata costante. Longo ha cercato di dare freschezza ai suoi inserendo Novakovich e Tripaldelli al posto di Bonfanti e Dorval. Il Sassuolo ha però continuato a premere e ha sfiorato il pareggio con Lovato, che su azione d’angolo ha colpito di testa mandando il pallone fuori di pochissimo.

L’infortunio di Maggiore ha costretto il Bari a un altro cambio, con l’ingresso di Saco, che pochi secondi dopo è stato subito ammonito. Nonostante la pressione dei nero-verdi, il Bari ha continuato a difendersi, senza però riuscire a costruire azioni pericolose. Radunovic, fino a quel momento, non era mai stato realmente chiamato a interventi decisivi.

Al 72′, però, è arrivato il gol del pareggio del Sassuolo. Su una punizione di Verdi, la difesa barese ha allontanato male con Tripaldelli, consegnando il pallone a Volpato, che con un sinistro preciso ha battuto Radunovic. Il Sassuolo ha continuato a spingere e poco dopo è andato vicinissimo al raddoppio con Mulattieri, ma questa volta Radunovic ha risposto con una gran parata.

Nel finale, episodio con Tripaldelli che si è visto sventolare il cartellino rosso per un fallo pericoloso, ma dopo la revisione al VAR l’arbitro ha cambiato la decisione, tramutandolo in un’ammonizione. Longo ha provato un ultimo tentativo con i cambi di Falletti e Oliveri, ma il Bari non è riuscito a rendersi pericoloso.

Dopo sette minuti di recupero, il match si è concluso sull’1-1, un risultato che riflette l’andamento del secondo tempo: Sassuolo più determinato e capace di riequilibrare la gara, Bari troppo rinunciatario nella ripresa e incapace di proteggere il vantaggio con un atteggiamento propositivo.

“Il calcio è l’arte dell’imprevisto”, diceva Osvaldo Soriano, giornalista e scrittore argentino, e questa partita ne è stata l’ennesima dimostrazione. Alla vigilia, un punto a Reggio Emilia contro il Sassuolo sarebbe stato accolto con soddisfazione, ma il rammarico per una vittoria sfumata a nove minuti dalla fine lascia l’amaro in bocca. Perché il Bari, per larghi tratti del match, ha dato l’impressione di poter realizzare un’impresa. Ma ormai non è più una notizia il fatto che il Bari, puntualmente, si fa rimontare da quasi tutte. E oggi la regola è stata confermata, posto che ce ne fosse bisogno.

I biancorossi hanno giocato con ordine, senza perdere la bussola, soprattutto nel primo tempo e nella prima parte della ripresa, mostrando una solidità che ha messo in difficoltà la capolista. Ma il calcio, come la vita, segue un equilibrio precario. “Ciò che ci manca ci tormenta più di ciò che possediamo ci soddisfi”, scriveva Schopenhauer, e il Bari lo ha dimostrato nella sua incapacità di difendere il vantaggio. Perché il Sassuolo ha saputo pescare le sue armi migliori dalla panchina, mentre Longo ha dovuto affidarsi a cambi che, ancora una volta, si sono rivelati sterili o addirittura controproducenti ed oggi, anzi, dannosi.

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L’ingresso di Novakovich e Tripaldelli non ha aggiunto nulla, anzi ha tolto mordente a una squadra che fino a quel momento aveva gestito bene il vantaggio. Il Bari non stava soffrendo, non era sotto assedio, eppure ha scelto di abbassarsi e di concedere campo a una squadra che non chiedeva altro. “Non si deve mai interrompere il nemico quando sta facendo un errore”, ammoniva Napoleone, e Grosso ha sfruttato alla perfezione le scelte discutibili della panchina biancorossa.

Nel calcio moderno, la qualità dei cambi è spesso decisiva. Il Sassuolo ha inserito Verdi, Volpato, Mulattieri e Pierini, giocatori che in molte squadre sarebbero titolari in Serie A. Il Bari, invece, ha dovuto affidarsi a un Saco che, entrato per necessità dopo l’infortunio di Maggiore, si è fatto ammonire dopo pochi secondi, e a Tripaldelli. Non c’era altro che oggi passasse il governo, è vero, ma il problema sta proprio qui: il Bari non ha alternative di valore. La squadra si regge su alcuni uomini chiave come Benali e Maita, mentre la panchina abbassa drasticamente il livello tecnico. Poi oggi ci si è messo anche il Ramadan di Dorval. Purtrppo nel Bari mancano da sempre validi sostituti a chi tira la carretta da agosto.

Dati alla mano, il Bari nel secondo tempo non ha mai tirato in porta. Ha avuto il pallino del gioco, ma senza cattiveria, senza la qualità necessaria negli ultimi metri. Per vincere col Sassuolo serviva il secondo gol, e il Bari non ha mai dato la sensazione di poterlo trovare. In un’epoca in cui le partite si decidono negli ultimi venti minuti, la rosa biancorossa ha mostrato ancora una volta tutti i suoi limiti: per arrivare quarti o quinti in classifica serve un organico di venti giocatori forti, valide alternative, giocatori che facciano alzare il livello qualitativo e tecnico e non che lo facciano abbassare, ma il Bari non ce l’ha, pertanto speriamo in qualche santo taumaturgico se arriva tra il settimo e l’ottavo posto, obiettivo alla portata. A partire dalla prossima in casa contro la Salernitana nella speranza che il gemellaggio non generi l’ennesimo pareggio all’insegna del vogliamoci bene tra focaccia, birraperoni e crudo di mare.

Tuttavia, la prestazione è stata incoraggiante. La squadra c’è, Longo ha preparato bene la gara e ha costretto Grosso a trattenere Berardi nel secondo tempo e a togliere Laurienté, cosa non da poco. Ma quando il Sassuolo ha pescato le sue armi dalla panchina, il Bari non ha saputo rispondere. È mancata la qualità, è mancata la profondità della rosa, ed è mancata quella feroce determinazione necessaria per chiudere le partite.

Forse, però, non c’è nulla di sorprendente in tutto questo. Come scriveva Pirandello, “la vita o si vive o si scrive”. Il Bari, oggi, ha scritto una storia a metà: ha vissuto la partita con coraggio, ma alla fine si è limitato a raccontarla, lasciando il finale nelle mani dell’avversario. Un punto guadagnato? Forse. Ma anche due persi per l’incapacità di gestire il vantaggio, non tanto per meriti veri e propri.

Massimo Longo

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