Il rischio di morte sul lavoro in Italia, Umbria tragicamente in testa



Lombardia, Umbria e Trentino-Alto Adige tra le più colpite

A gennaio 2025, l’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering ha aggiornato il quadro della sicurezza sul lavoro in Italia, evidenziando le aree con i maggiori rischi di morte sul lavoro e analizzando le caratteristiche dei lavoratori più vulnerabili. I dati mostrano una distribuzione geografica delle morti sul lavoro, con un’ulteriore crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le regioni ad alto rischio di morte sul lavoro

L’indice di mortalità sul lavoro, calcolato come il numero di decessi ogni milione di lavoratori, ha evidenziato che sei regioni italiane sono classificate in zona rossa. Queste regioni presentano un’incidenza superiore al 125% della media nazionale, con un rischio significativo di morti sul lavoro. Le regioni interessate da questo allarme sono Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia e Piemonte, tutte con una incidenza maggiore a +25% rispetto alla media nazionale.

In zona arancione, a rischio moderato, si trovano Campania e Veneto, mentre Lombardia, Liguria e Marche sono state classificate in zona gialla, con una mortalità sul lavoro che si attesta attorno alla media nazionale. Le regioni bianche, quelle con il rischio più basso, sono Toscana, Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta.

A gennaio 2025, l’incidenza media nazionale di morte sul lavoro era pari a 2 morti ogni milione di lavoratori. Per ulteriori dettagli, è possibile consultare i grafici e le tabelle disponibili sul sito ufficiale di Vega Engineering (www.vegaengineering.com/osservatorio).

Fasce di età più vulnerabili agli infortuni mortali

L’analisi delle morti sul lavoro per fascia di età ha messo in evidenza due gruppi particolarmente vulnerabili. La fascia di età che registra l’incidenza più alta di morti sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni, con un tasso di 4,5 morti per milione di occupati, seguita dalla fascia tra i 15 e i 24 anni, che ha registrato un’incidenza di 2,5.

Questi dati evidenziano una preoccupante disparità tra i lavoratori più esperti e quelli più giovani, entrambi esposti a pericoli significativi, anche se per motivi e contesti differenti. Mentre i più anziani potrebbero essere a rischio per l’usura fisica accumulata negli anni, i giovani sono spesso impiegati in lavori ad alta intensità fisica o poco tutelati.

Lavoratori stranieri: rischio più che doppio rispetto agli italiani

Un altro aspetto che emerge dall’analisi è il maggior rischio di morte sul lavoro per i lavoratori stranieri. I dati indicano che, su un totale di 46 morti sul lavoro, ben 10 vittime sono lavoratori stranieri, con un’incidenza di 4,2 morti ogni milione di occupati. Al contrario, il rischio per i lavoratori italiani si attesta a 1,7 morti per milione.

Questo fenomeno potrebbe essere legato a una serie di fattori, tra cui la maggiore concentrazione dei lavoratori stranieri in settori ad alto rischio, come l’agricoltura, i trasporti e la logistica, o la mancanza di adeguate misure di protezione nei luoghi di lavoro.

Analisi delle morti e degli infortuni in Italia a gennaio 2025

Nel mese di gennaio 2025, sono stati registrati un totale di 60 decessi sul lavoro in Italia, di cui 46 in occasione di lavoro e 14 in itinere (durante il tragitto casa-lavoro). Rispetto a gennaio 2024, si è registrato un incremento delle vittime in occasione di lavoro (+13).

La Lombardia risulta essere la regione con il maggior numero di decessi, con 8 morti, seguita da Piemonte, Veneto e Puglia, tutte con 5 morti. Altri territori gravemente colpiti includono Campania e Umbria, entrambe con 4 vittime.

Nelle regioni senza vittime si trovano Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Valle d’Aosta, Sardegna e Molise. Questi dati indicano una concentrazione di decessi nelle regioni più industrializzate e con un volume maggiore di occupati, ma anche nelle aree con settori ad alta pericolosità, come l’edilizia e i trasporti.

Settori più colpiti dalle morti sul lavoro

Il settore dei Trasporti e Magazzinaggio è risultata la categoria con il maggior numero di decessi, ben 6 nel primo mese dell’anno. Questo è seguito da Attività Manifatturiere e Costruzioni, con 4 vittime ciascuno.

Il martedì si conferma come il giorno più critico per gli infortuni mortali, con una percentuale di 23,9% delle vittime totali, suggerendo un picco di incidenti all’inizio della settimana lavorativa.

Tendenze nelle denunce di infortunio

Le denunce di infortunio, sebbene in lieve diminuzione rispetto al gennaio 2024 (-0,9%), continuano a essere una preoccupazione. A gennaio 2025 sono state registrate 41.800 denunce, un lieve calo rispetto alle 42.166 denunce dello stesso mese nel 2024. Le Attività Manifatturiere continuano a essere il settore con il numero maggiore di denunce, con 3.401 incidenti registrati.

L’Osservatorio Sicurezza e Ambiente, attraverso questi dati, intende sensibilizzare le istituzioni e i datori di lavoro riguardo la necessità di potenziare la sicurezza sul lavoro, in particolare nelle regioni più a rischio e nei settori più colpiti.

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