Il premier kosovaro Albin Kurti – © Alexandros Michailidis/Shutterstock
Il movimento Vetëvendosje ha vinto le elezioni del 9 febbraio, ma questa volta non ha i numeri per governare da solo. Le alternative sono la creazione di una difficile maggioranza o nuove elezioni anticipate
I kosovari non sanno ancora chi riuscirà a formare il loro nuovo governo, nonostante le elezioni si siano svolte ormai il 9 febbraio scorso. Il conteggio dei voti ha richiesto quasi un mese e si è concluso la sera del 5 marzo. Tuttavia, la certificazione dei risultati richiederà ancora qualche giorno.
Secondo i dati preliminari della Commissione elettorale centrale (CEC), in testa troviamo “Lëvizja Vetëvendosje” (LVV), guidato dall’attuale primo ministro Albin Kurti. LVV ha ottenuto 396.022 preferenze (42,27%), con un calo di circa 40.000 voti rispetto alle elezioni del 2021, quando aveva ottenuto oltre il 50%.
Il Partito Democratico del Kosovo (PDK) si colloca al secondo posto con 196.353 voti (20,96%), seguito dalla Lega Democratica del Kosovo (LDK) con 171.249 voti (18,28%).
Al quarto posto la coalizione tra l’Alleanza per il Futuro del Kosovo (AAK), l’Iniziativa Social Democratica (NISMA) e diversi partiti più piccoli, con 66.226 voti (7,07%).
LVV, PDK, LDK e AAK detengono un totale di 100 seggi, mentre 20 sono assegnati ai partiti delle comunità minoritarie.
Il meccanismo di formazione del governo
A differenza di quattro anni fa, nessun partito ha ottenuto la maggioranza assoluta, rendendo più complicata la formazione del governo.
Nonostante la vittoria alle elezioni, LVV non ha raggiunto l’obiettivo dei 500.000 voti, necessari per governare da solo.
In base ai risultati attuali, LVV detiene 48 seggi in parlamento. Il partito sperava di raggiungere i 50 seggi grazie ai voti della diaspora, ma l’elevato sostegno iniziale riscontrato nelle missioni diplomatiche all’estero è diminuito durante lo spoglio dei voti postali. Di conseguenza, i voti della diaspora hanno portato solo un seggio in più.
Ciò complica gli sforzi di Kurti per ottenere la maggioranza parlamentare. Tuttavia, il vicepresidente di LVV Glauk Konjufca ha dichiarato a OBCT che il partito mira a formare il governo con il supporto dei rappresentanti delle minoranze non serbe.
“Come avete visto, il governo ‘Kurti 2’ è stato formato in collaborazione con le minoranze non serbe. Questo è il nostro obiettivo perché ha avuto un effetto positivo sul Kosovo, impedendo alla Lista serba, che opera sotto l’influenza di Belgrado, di avere un potere decisivo come nei governi passati”, ha affermato Konjufca.
Le minoranze non serbe detengono 10 seggi riservati nel parlamento di Pristina. Con il loro sostegno, LVV potrebbe raggiungere i 58 seggi. Inoltre, LVV conta sul voto di Nenad Rašić, ministro per il Ritorno e le Comunità nel precedente governo di Kurti, che collabora con le istituzioni del Kosovo.
Rašić è entrato in parlamento dopo che la Lista serba non è riuscita a vincere tutti i 10 seggi tradizionalmente assegnati ai serbi, assicurandosene solo 9.
Tuttavia, per raggiungere la maggioranza semplice di 61 parlamentari necessari per formare un governo, a LVV ne servono altri due. Obiettivo difficile senza la cooperazione dei partiti di opposizione, a meno che alcuni dei loro parlamentari non decidano di allinearsi a Kurti.
Tuttavia, Glauk Konjufca, che ha ricoperto la carica di Presidente del Parlamento negli ultimi quattro anni e ha ricevuto oltre 200.000 voti in queste elezioni, ritiene che la cooperazione con i partiti di opposizione sia improbabile.
“Se necessario, ci incontreremo come leader e decideremo i prossimi passi, ma finora i partiti di opposizione hanno assunto una posizione ostruzionistica. Gli attacchi a LVV sono stati molto aggressivi e penso che queste elezioni siano state piuttosto scorrette, con molte accuse ingiuste e colpi bassi. Ciò ha lasciato il segno”, ha aggiunto Konjufca.
Quali sono le posizioni degli altri partiti?
Il Partito Democratico del Kosovo (PDK), seconda forza politica, ha fermamente escluso qualsiasi coalizione con LVV.
Secondo il leader del PDK Memli Krasniqi, le differenze tra i due partiti sono troppo profonde, sia nell’approccio politico che nella visione per il futuro.
Allo stesso modo, la Lega Democratica del Kosovo (LDK) si è impegnata a rimanere all’opposizione, rispettando la volontà dei suoi elettori. Il leader Lumir Abdixhiku ha affermato che il partito agirà “con piena responsabilità” in base a questo risultato elettorale.
Tuttavia, LVV spera ancora nella Social Democratic Initiative (NISMA), che ha tre parlamentari.
Il leader della NISMA Fatmir Limaj, che è in coalizione con l’AAK, ha espresso apertamente la sua volontà di collaborare con Kurti. “Sono pronto ad assistere il primo ministro se chiede il mio aiuto per servire il Paese”, ha dichiarato Limaj.
La sua dichiarazione ha scatenato l’opposizione del suo partner di coalizione, Ramush Haradinaj, che rimane uno dei più accaniti critici di Kurti.
D’altro canto, i partiti di opposizione non si sono sbilanciati sull’ipotesi di formare un governo se ne avessero avuto la possibilità.
I funzionari di alto rango del PDK non hanno risposto alle domande in merito, mentre Il vicepresidente dell’LDK, Gazmend Muhaxheri, ha dichiarato a OBCT che il partito attenderà i risultati finali delle elezioni prima di prendere una decisione.
“Non possiamo prendere alcuna decisione finché la dirigenza del partito non si riunisce e discute di questo problema. Aspetteremo i risultati finali e poi definiremo la nostra posizione. La prima possibilità di formare il governo spetta a LVV, ma se si passa al secondo partito, allora vedremo. Stiamo aspettando gli sviluppi politici nei prossimi giorni”, ha detto Muhaxheri.
Il futuro governo e la stabilità internazionale
L’analista politico Shenoll Muharremi ritiene che il prossimo governo debba essere stabile, competente, cooperativo e visionario.
Tuttavia, non considera praticabile il piano di LVV di formare un governo esclusivamente con rappresentanti delle minoranze.
“LVV e Albin Kurti non dovrebbero formare un governo da soli con le minoranze, anche se riuscissero a reclutare alcuni parlamentari, come quelli del NISMA. Un governo del genere non gioverebbe al Kosovo né a LVV stesso. LVV non ha la capacità di governare da solo, dato il contesto nazionale e internazionale. Ha bisogno di supporto in economia, diplomazia e progetti infrastrutturali”, ha affermato Muharremi.
Muharremi ha inoltre sottolineato che, data l’instabile situazione internazionale e i rischi per la sicurezza, al Kosovo serve un ampio governo di coalizione in grado di affrontare sia le sfide interne che quelle esterne.
“Soprattutto, il Kosovo ha bisogno di un governo che rimodelli fondamentalmente la sua politica estera. In questa fase, politica estera significa sicurezza nazionale, sovranità e stabilità dell’indipendenza del Kosovo. LVV non è in grado di guidare efficacemente la politica estera del Kosovo sulla base di ciò che abbiamo visto finora. Nessun governo efficace può essere formato senza la cooperazione di almeno due dei tre principali partiti delle elezioni del 9 febbraio”, ha concluso.
I prossimi passi
Per spianare la strada alla formazione del governo, la CEC deve certificare i risultati finali delle elezioni dopo aver esaminato eventuali reclami da parte di partiti politici o candidati, che saranno esaminati dal Comitato per i reclami e gli appelli elettorali.
Dopo la certificazione, il Presidente del Kosovo deve nominare il vincitore delle elezioni per formare il governo. In questo caso LVV, in quanto primo detentore del mandato, ha due settimane per assicurarsi la maggioranza parlamentare necessaria.
Se LVV non riesce a formare un governo entro 15 giorni, il Presidente nominerà un secondo candidato, probabilmente dall’opposizione, che avrà solo 10 giorni per formare un governo. Se anche questo tentativo fallisce, il Kosovo andrà automaticamente a nuove elezioni.
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