L’et� per vivere bene in Italia? Essere over 50. Si salvano i 40enni, molto male i 20-30enni anche per colpa loro


La qualità della vita e le opportunità lavorative variano a seconda dell’età. Mentre gli over 50 godono di una posizione stabile e privilegiata, i 40enni si distinguono per la loro voglia di crescita e l’ottima formazione. Al contrario, i 20-30enni vivono una condizione precaria, in parte dovuta anche alle loro scelte e attitudini. Approfondiamo tutto:


  • Over 50, esperienza e stabilità come valore aggiunto

  • 40enni, voglia di crescita e preparazione

  • 20-30enni tra precarietà e difficoltà di inserimento

Over 50, esperienza e stabilità come valore aggiunto

Gli over 50 sono oggi una delle fasce più stabili e apprezzate del mercato del lavoro italiano. La loro esperienza professionale, accumulata in decenni di carriera, è considerata un asset dalle aziende, soprattutto in settori dove sono valorizzate competenza e conoscenza dei processi. Questa generazione ha visto un aumento del tasso di occupazione, passato dal 43,2% al 66,1% negli ultimi vent’anni. Il numero di lavoratori over 50 è quasi raddoppiato fino a quasi 10 milioni nel 2024.

Questo successo è legato non solo a politiche che incentivano la permanenza nel mercato del lavoro, ma anche alla capacità degli over 50 di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e professionali. Mentre in passato la pensione era un obiettivo a breve termine, oggi molti cinquantenni preferiscono continuare a lavorare, sia per ragioni economiche sia per una gratificazione personale. La loro presenza in azienda contribuisce a una maggiore stabilità organizzativa, spesso accompagnata da un ruolo di mentorship verso i colleghi più giovani.

Il punto di forza è la continuità lavorativa. La maggior parte di loro ha costruito una carriera solida e duratura senza i salti da un impiego all’altro che caratterizzano invece le generazioni più giovani. Questo ha permesso loro di beneficiare di condizioni contrattuali più favorevoli e di accumulare un patrimonio previdenziale più consistente.

La generazione degli over 50 gode di una qualità della vita mediamente alta, frutto non solo della loro solida posizione lavorativa ma anche della capacità di aver fatto investimenti negli anni passati. Molti appartenenti a questa fascia d’età hanno acquistato una casa prima del forte aumento dei prezzi immobiliari, godendo oggi di una relativa tranquillità finanziaria. Essere proprietari di un immobile significa non dover sostenere il peso di un affitto o di una rata di mutuo e di destinare una parte maggiore del reddito al risparmio o a migliorare la qualità della vita.

Oltre al lavoro e alla casa, gli over 50 possono contare su una rete sociale consolidata. Hanno spesso costruito relazioni durature, sia in ambito personale sia professionale, fonte di supporto emotivo e pratico.

40enni, voglia di crescita e preparazione

I 40enni si trovano in una posizione intermedia ma strategica nel mercato del lavoro. Questa generazione combina una buona dose di esperienza con una forte motivazione alla crescita professionale e sono tra le più dinamiche e produttive. Una delle caratteristiche è la buona preparazione in termini di formazione, frutto di un’epoca in cui l’istruzione universitaria e i corsi di specializzazione erano particolarmente valorizzati.

I 40enni sono alla ricerca di opportunità per avanzare di carriera, pronti a investire in formazione continua e a esplorare nuove sfide professionali. A differenza degli over 50, che puntano alla stabilità, i 40enni desiderano mettersi in gioco per ottenere posizioni manageriali o per avviare attività imprenditoriali. Questo atteggiamento proattivo li rende apprezzati nelle organizzazioni che puntano sull’innovazione e sulla flessibilità operativa.

Questa generazione deve però fare i conti con un mercato del lavoro in cambiamento. La sfida principale è riuscire a mantenere il passo con le nuove tecnologie, senza perdere di vista la necessità di garantire un equilibrio tra vita privata e lavorativa. Molti di loro si trovano in una fase della vita caratterizzata da responsabilità familiari, con figli adolescenti e genitori anziani da accudire.

Uno degli aspetti critici per i 40enni è legato alla casa. Molti di loro non sono riusciti ad acquistare un immobile prima dell’aumento vertiginoso dei prezzi e ora si trovano in difficoltà nel richiedere un mutuo. Le banche tendono a valutare con cautela le richieste di finanziamento, spesso richiedendo garanzie molto elevate e proponendo condizioni che non tutti possono permettersi. Questo porta molti quarantenni a dover rimandare il progetto di acquisto della prima casa, restando in una condizione di instabilità abitativa.

La necessità di sostenere spese familiari – spesso legate ai figli in età scolare o ai genitori anziani – riduce però la capacità di risparmio. Questo li costringe a una continua ricerca di equilibrio finanziario, che si traduce in una qualità della vita meno serena rispetto agli over 50. I 40enni mantengono un’energia propositiva e un’attenzione all’autoformazione, cercando sempre nuove strade per migliorare la propria situazione.

20-30enni tra precarietà e difficoltà di inserimento

La situazione dei 20-30enni è più complicata. Questa generazione si trova in una condizione di bilico tra precariato e disoccupazione. I giovani italiani affrontano difficoltà nel trovare un impiego stabile e nel costruire una carriera coerente e soddisfacente.

Una delle problematiche è la mancanza di esperienza, un fattore che penalizza i neolaureati e coloro che cercano di entrare nel mondo del lavoro per la prima volta. Le aziende preferiscono investire su profili più maturi. La scarsa propensione all’autoimprenditorialità e al sacrificio insieme ad una limitata mobilità geografica, elementi a loro colpa, contribuiscono a restringere il campo delle opportunità professionali.

I 20-30enni, pur avendo un elevato livello di istruzione, faticano a tradurre le loro competenze teoriche in abilità pratiche, anche a causa di un sistema scolastico che privilegia l’aspetto accademico rispetto a quello professionale. Questa discrepanza tra formazione e reale domanda di mercato crea un gap che porta molti giovani ad accettare lavori al di sotto delle loro aspettative o a prolungare i percorsi di studio in attesa di un’opportunità migliore.

Le difficoltà dei 20-30enni non derivano soltanto dal contesto economico. In parte sono il risultato di scelte personali e di abitudini che non favoriscono una crescita economica stabile. I giovani tendono a privilegiare la flessibilità lavorativa rispetto alla stabilità o scelgono percorsi di studio e carriera meno remunerativi, ma più in linea con le proprie passioni. Infine, una minore propensione al risparmio e un uso frequente di strumenti di credito al consumo compromettono la capacità di costruire una solida base economica per il futuro.

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