“Oggi è lei ad aiutare bambini e anziani disabili”


La storia della cagnolina Claudia è una di quelle in cui ci si imbatte una volta nella vita: dopo essere rimasta senza una zampa a seguito di un incidente per lei è iniziata una nuova vita, non di privazioni ma di rinascita: grazie alla persona che l’ha adottata è diventata un cane per la pet therapy che aiuta bambini e anziani, a loro volta con disabilità.

Come spesso accade i cani possono ribaltare le convinzioni che abbiamo sulla vita e insegnarci a vedere oltre quegli ostacoli che crediamo insormontabili. Per Claudia, che oggi ha 7 anni e mezzo, l’abbandono, l’incidente, e la mancanza della zampa non sono un limite: ha imparato un nuovo modo di interagire con il mondo. Questo è stato possibile anche grazie alla sua umana, Anna Dalle Luche che a Fanpage.it spiega perché ha adottato una cagnolina senza zampa: “La vita di Claudia è un messaggio di speranza: la disabilità c’è e non può essere ignorata, ma nessuno deve essere identificato con la propria disabilità“.

Come fa la cagnolina Claudia senza una zampa ad aiutare le persone con disabilità

Anna è un’educatrice professionale che da anni lavora con persone con disabilità, con problemi di dipendenza e donne vittime di violenza. Negli ultimi 12 anni, attraverso il lavoro in una RSA con persone con gravissime disabilità, ha iniziato a pensare a come alleviare la loro sofferenza emotiva.

“Penso che la disabilità sia una parte di una persona, non la persona stessa. Quindi ho pensato che adottare un cane disabile, oltre che una fortuna per il cane, sarebbe stato un segnale  positivo per le persone della RSA – racconta – Negli anni ho visto spesso i ragazzi in sedia rotelle confrontarsi continuamente tra loro su cosa sono in grado di fare in carrozzina, e pensavo che un cane con disabilità potesse essere una carta vincente per mostrare che la vita può avere un nuovo significato anche nella difficoltà”.

Claudia ha perso la zampa posteriore sinistra dopo un incidente con un motorino

Così nel 2020 Claudia, cagnolona meticcia con un po’ di Labrador, è entrata nella vita di Anna e di decine di anziani con disabilità. “Nel 2018 ha avuto un incidente con un motorino e ha perso la zampa posteriore sinistra. Quando ho scoperto la sua storia ho deciso di adottarla, volevo dare una seconda occasione a un cane adulto e con disabilità che altrimenti sarebbe morto da solo. Quando però ci siamo incontrate ho capito che il suo carattere gioioso e le sue capacità potevano essere perfette per dare gioia, e ho iniziato a lavorare con lei perché potesse ottenere una certificazione come cane operativo negli Interventi assistiti con animali [pet therapy n.d.r.]”.

L’intuizione di Anna però è stata una vera scommessa: “Non c’era un precedente, o perlomeno io non ne conoscevo”. Il tempo però le ha dato ragione: “Claudia si è rivelata perfetta come cane da interventi assistiti per il suo carattere solare e affettuoso, e per la sua curiosità! Spesso la chiamo ‘pettegola’ perché ha sempre voglia di star con la gente”.

E i benefici si vedono anche sulle persone con cui la cagnolona fa pet therapy: “Quando entra nella stanza dove facciamo terapia è tutto un ‘Claudia’, ‘Claudia vieni’, e la cosa bella è che sia gli anziani che i ragazzi poi si dimenticano del fatto che lei è disabile“.

“Toccante vederla con una donna tetraplegica: si capiscono senza parlare”

“Vedo quello che può fare Claudia soprattutto con persone veramente gravi. È indelebile nella mia mente il legame che ha sviluppato con una donna tetraplegica“. La tetraplegia è una paralisi che può avere diverse cause e spesso coinvolge gli arti e il torso, costringendo la persona malata a una immobilità pressoché totale, e all’impossibilità di comunicare con gli altri.

Si tratta di una situazione di estrema sofferenza per chi la vive, ma Claudia, che per comunicare non usa le parole ma un altro linguaggio, è riuscita ad abbattere un muro invalicabile. “La donna non può parlare, però è lucidissima, comunica con gli occhi e lo stesso fa anche con Claudia. Quando si vedono la metto seduta su una sedia, accanto alla donna, allora Claudia le mette il naso sulla mano, spinge e tiene il muso lì. Nel suo linguaggio indica la volontà di curarla, di darle conforto, perché è un gesto che ha anche nei miei confronti quando sto male. Quando l’ho visto la prima volta mi sono venute le lacrime, perché ho capito l’estrema sensibilità di questo cane”.

Claudia appoggia il muso sulla mano della donna tetraplegica: è il suo modo per “curarla”

C’è una cura del corpo e una dell’anima e anche se curare una persona tetraplegica non è possibile, gli animali durante gli interventi assistiti con sono capaci di alleviare la sofferenza.

Cosa sono gli Interventi assistiti con animali

Gli Interventi assistiti con animali, noti anche come pet therapy, sono attività di supporto terapeutico in cui vengono coinvolti anche gli animali. In Italia, questi interventi sono regolamentati dal Ministero della Salute e seguono precise linee guida che distinguono tra tre categorie principali: terapia, educazione e attività assistite con animali.

La terapia assistita con animali è un supporto terapeutico vero e proprio che può essere integrato in trattamenti sanitari per persone con patologie fisiche, neurologiche o psichiatriche. A seconda delle esigenze dei pazienti questo tipo di attività può avere obiettivi specifici come il miglioramento delle capacità motorie o la riduzione dell’ansia. Esistono poi attività più generici, senza fini terapeutici diretti, ma utili per migliorare il benessere psicologico e la socializzazione, come nel caso delle RSA o delle scuole.

Gli animali coinvolti, molto spesso cani, vengono formati per garantire il massimo beneficio, e anche gli operatori seguono una formazione specifica, con equipe multidisciplinari che comprendono veterinari, psicologi, educatori e medici.

In Italia, gli Iaa sono sempre più diffusi, molti ospedali come il Bellaria di Bologna stanno aprendo le loro porte agli animali al fine di migliorare la qualità della vita dei pazienti. Perché ciò si realizzi però c’è bisogno di una grande comprensione tra le due parti del binomio uomo-cane, una complicità che certo non manca tra Claudia e Anna.

“Claudia è la mia collaboratrice sul lavoro e la mia famiglia”

Claudia e Anna si scambiano uno sguardo durante una sessione di terapia

Questo tipo di attività possono essere molto stressanti per gli animali coinvolti, per questo è importante sapere capire bene lo stato in cui si trova il cane, ma tra Claudia e Anna questo non è un problema: tra loro c’è un canale di comunicazione sempre aperto.

“Quando lavoriamo ci sono tante persone intorno, ma ci sono anche dei momenti in cui lei mi guarda e io la guardo, così ci diciamo quello che dobbiamo e poi continuiamo a fare il nostro lavoro – racconta Claudia – In quel secondo passa un messaggio fra me e lei di amore, di collaborazione, di fiducia. Lei è la mia collaboratrice sul lavoro ed è anche la mia compagna di viaggio. Insieme siamo famiglia. C’è tra noi una fortissima fiducia reciproca perché tante volte mi ha fatto capire qualcosa che non avevo ancora notato, e aveva sempre ragione”.

Claudia fa un lavoro straordinario perché non è una cagnolina come le altre, ma questo vuol dire anche che ha bisogno lei stessa di maggiore attenzione. “Chiaramente con la sua disabilità vanno fatti i conti, non fa le stesse cose che fa l’altro mio cane, che è un Golden Retriever in salute. Lei ha un passeggino perché quando si stanca di camminare me lo fa capire e sale sul passeggino, ma anche in questo risiede la sua forza: capitano giorni i cui gli anziani vengono spinti da qualcuno e a loro volta spingono il passeggino di Claudia, in una specie di trenino che diverte e sdrammatizza tutto. È la resilienza dei cani da cui dovrebbero imparare gli umani“.

La storia di Claudia: nessuno l’ha soccorsa dopo l’incidente

Claudia è stata abbandonata in strada quando viveva in provincia di Agrigento. Si sa poco del suo passato ma quello su cui sono concordi sia Anna che i volontari che si sono occupati di lei è che era un cane di famiglia, e proprio come gli altri cani abituato a stare in casa anche lei non conosceva i pericoli della strada. Così un giorno è stata investita, probabilmente da un motorino dato che ancora oggi, a più di sei anni di distanza da quel giorno, ha ancora timore quando vede uno scooter.

La ferita era piccola ma dato che nessuno l’ha soccorsa si è infettata e quando finalmente è stata portata da un veterinario era troppo tardi: la zampa era in cancrena. Dopo l’amputazione è stata portata prima in canile e poi grazie all’interessamento di una volontaria è stata spostata in un rifugio privato. A questo punto punto arriva Anna. “Una mia collega di lavoro ha visto l’appello di adozione e si è ricordata del mio desiderio di adottare un cane disabile per gli interventi di pet therapy – ricorda – Vedendo i video, parlando con le persone che la seguivano, abbiamo capito che c’erano delle buone probabilità perché era un estremamente socievole. L’ho adottata consapevole del fatto che avrebbe anche potuto non essere adatta, perché comunque i cani che lavorano negli interventi assistiti devono avere tutta una serie di caratteristiche, ma ero decisa comunque: in ogni caso volevo dare una seconda occasione a un cane disabile”.

Claudia ha quindi affrontato un lungo viaggio dalla Sicilia alla Liguria per raggiungere Anna. Ormai sono passati 5 anni e le due sono più legate che mai.





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