Perché Musk ha detto che la difesa ucraina dipende da Starlink




Elon Musk saluta mentre scende dall’Air Force One – Reuters

Saluta con la mano mentre scende dalla scaletta dell’Air Force One, l’aereo presidenziale che domenica sera l’ha riportato a Washington da Mar-a-lago in Florida. No, non è Donald Trump. È Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e braccio destro del commander-in-chief. Sabato ha cenato con il presidente e con il Segretario di stato Marco Rubio, con il quale erano emerse voci di dissapori. Al loro tavolo si è fermato per un saluto, aggiunge la portavoce della Casa Bianca, il conduttore di Fox News, Sean Hannity. «Elon è una persona speciale e il Doge sta facendo un lavoro incredibile» ha detto Trump, riferendosi ai tagli messi in atto dal Dipartimento per l’efficienza governativa a guida Musk. Citato e ringraziato in apertura dell’annuale discorso del presidente al Congresso sullo stato dell’Unione, Musk interviene a gamba tesa sui dossier internazionali e persino sulle questioni interne a stati esteri. È il caso delle elezioni tedesche, dove aveva esortato a votare per l’estrema destra xenofoba e filoputiniana. È il caso, più recente, delle presidenziali in Romania, dalle quali è stato escluso il candidato di estrema destra, il filorusso Calin Georgescu. «È una follia» ha commentato su X il proprietario del social nonché di Tesla, SpaceX e dei satelliti Starlink. Sempre Musk, ha condiviso un post che afferma che «la democrazia è ufficialmente morta in Romania e nell’Unione Europea».

Non sorprende pertanto che dall’uomo che scende la scaletta dell’Air Force One, e affianca il presidente nello Studio Ovale, arrivi un avvertimento all’Ucraina, apparsa riottosa agli occhi di Washington nel firmare l’accordo per lo sfruttamento americano dei suoi minerali critici e terre rare: «Se spegnessi Starlink, la prima linea di Kiev crollerebbe» ha scritto Musk su X. Parole che sono state lette come una minaccia. Diverse ore dopo è arrivata la precisazione del plurimiliardario: «Per essere estremamente chiari – ha scritto – non importa quanto io non sia d’accordo con la politica ucraina, Starlink non spegnerà mai i suoi terminali. Sto semplicemente affermando che, senza Starlink, le linee ucraine collasserebbero, poiché i russi possono bloccare tutte le altre comunicazioni! Non faremo mai una cosa del genere né la useremmo come merce di scambio». Troppo tardi per non destare allarme oltreoceano. Innescando un durissimo botta e risposta con la Polonia. «Se SpaceX si dimostrerà un fornitore inaffidabile, saremo costretti a cercarne altri» ha replicato su X il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski. Varsavia paga 50 milioni di dollari l’anno per portare Starlink in Ucraina. «Sta’ zitto, ometto – la replica al vetriolo di Musk -. Paghi una piccola parte del costo e non c’è niente che possa sostituire Starlink». Sempre su X, è intervenuto Rubio: «Nessuno ha minacciato di tagliare Starlink all’Ucraina. E dite grazie perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso la guerra molto tempo fa e i russi sarebbero al confine con la Polonia ora». Stamani il premier polacco, Donald Tusk, ha scritto in inglese su X: «La vera leadership significa rispetto dei partner e degli alleati. Anche dei più piccoli e deboli. Mai arroganza. Cari amici, pensateci».

Con la sua nota schiettezza, Musk ha toccato il punto: non c’è niente che possa sostituire Starlink, nell’immediato e in toto. Come direbbe Trump, è Musk ad avere le carte in mano. Per questo vuol essere lui a condurre il gioco. In una metafora trumpiana – che sotto le sembianze del gioco d’azzardo maschera la tragedia quotidiana delle uccisioni sul terreno di guerra, degli sfollati e dei lutti – Musk sta ostentando il suo immenso potere. E lanciando messaggi di avvertimento. Molti analisti concordano con lui nel ritenere, come ha detto, che «Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino». Subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, del 24 febbraio 2022, Musk inviò migliaia di terminali del suo servizio di comunicazione per sostituire i sistemi distrutti dalla Russia. L’anno scorso Kiev ha dichiarato che ne erano operativi circa 42mila tra siti militari (la maggior parte delle postazioni sul campo di battaglia ha il proprio terminale), ospedali, aziende e organizzazioni militari. C’è chi li valuta in 60mila. Per quanto l’Unione Europea abbia avviato contatti con quattro aziende, tra cui la francese Eutelsat/OneWeb, per fornire connettività internet all’Ucraina, perdere la copertura di Starlink sarebbe probabilmente un colpo fatale per la difesa ucraina, alla quale Washington ha appena bloccato ogni aiuto militare (armi, pezzi di ricambio, assistenza) e di intelligence. Il portavoce della Commissione Europea ha però dichiarato: «Abbiamo capacità satellitari in Ue e siamo pronti a sostenere l’Ucraina se necessario. Restiamo impegnati e pronti a sostenerla co GovSatCom fino a quando Iris2 non sarà pienamente operativo».

Nella lista degli avvertimenti all’Europa, interpretabili anche come minacce filoputiniane alla sua sicurezza, s’inserisce il nuovo attacco di Musk all’Alleanza Atlantica. A un post che sollecitava l’uscita immediata degli Usa dalla Nato, ha risposto: «Dovremmo proprio. Non ha senso che l’America paghi per la difesa dell’Europa». Già il 3 marzo si era detto d’accordo con un utente che sosteneva che gli Usa dovrebbero lasciare Nato e Nazioni Unite.





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link