Sardegna: il futuro del turismo passa da ristoranti e prodotti tipici


La Sardegna è una delle mete turistiche più ambite d’Italia, ma soffre di un problema cronico: un turismo fortemente stagionale, concentrato in appena sette-otto settimane l’anno, con il picco tra luglio e agosto quando le sue spiagge sono fra le più ricercate in tutto il mondo e i competitor sono le Maldive, le Seychelles o i Caraibi. Questo modello, sebbene economicamente redditizio nel breve termine, non consente però uno sviluppo sostenibile del settore, lasciando molte strutture ricettive e imprese legate all’ospitalità in difficoltà per gran parte dell’anno.

Franco Cuccureddu

L’obiettivo, ormai chiaro, è destagionalizzare l’offerta, puntando su strategie di lungo respiro che rendano l’isola attrattiva in ogni stagione. A ribadire con forza questa necessità è l’assessore al turismo della Regione, Franco Cucureddu, che ha accolto con favore la sollecitazione di Confcommercio Sardegna, protagonista dell’evento “Sa Mesa Nostra”, organizzato alla fiera di Cagliari, perché il cibo di qualità possa diventare una delle strategie di un nuovo turismo per l’isola.

Il ruolo centrale della ristorazione nella strategia di destagionalizzazione

Sul ruolo centrale della ristorazione è intervenuto anche Emanuele Frongia, presidente di Fipe Confcommercio Sardegna, che ha sottolineato l’importanza del progetto: «Sa Mesa Nostra è il grande progetto della Confcommercio Sardegna che promuove i prodotti locali, con i ristoranti come ambassador del territorio.

È un evento significativo che non solo valorizza la convivialità, ma ribadisce il ruolo centrale dei prodotti identitari all’interno dei nostri locali. Questo aspetto è fondamentale perché, oltre a creare un volano importante per chi produce, permette al comparto della ristorazione – che conta ben 11 mila attività in tutta l’isola – di crescere e rafforzare la propria funzione».

Frongia ha spiegato come il progetto si articoli in 18 eventi su tutto il territorio regionale, ciascuno con un focus specifico: «Gli eventi spaziano dalla promozione del vino al formaggio, dall’olio al pane. Ogni appuntamento attira migliaia di persone e coinvolge in modo omogeneo tutte le province sarde. È un’iniziativa organizzata da Confcommercio Regione Sardegna, con il supporto dell’Assessorato al Turismo, e rappresenta un primo passo concreto verso la ristorazione del futuro».

La ristorazione come volano per il rilancio turistico

L’iniziativa si è focalizzata su due pilastri fondamentali che devono reggere un nuovo turismo per tutto l’anno: la ristorazione e la valorizzazione dei prodotti tipici, due elementi imprescindibili per trasformare il turismo in un fenomeno meno legato alla sola stagione estiva e più distribuito durante l’anno. Come ha ricordato il direttore di Italia a Tavola – che ha moderato una tavola rotonda sul tema “Ristoratori ambasciatori di gusto e non solo. Promozione delle produzioni locali a sostegno del turismo di qualità” – il cibo è un potente strumento di attrazione turistica, capace di raccontare un territorio attraverso sapori autentici e tradizioni secolari.

Sardegna: il futuro del turismo passa da ristoranti e prodotti tipici

Roberto Calugi, direttore generale della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)

A sottolineare il ruolo chiave del settore è stato Roberto Calugi, direttore generale della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi), che ha ricordato come in tutta Europa i ristoratori siano riconosciuti come operatori istituzionali del turismo, a differenza dell’Italia, dove questa connessione tra enogastronomia e turismo non ha ancora ottenuto il giusto riconoscimento. L’idea di una ristorazione strutturata e consapevole del proprio valore potrebbe rappresentare una svolta, non solo per attrarre visitatori fuori stagione, ma anche per dare nuova dignità alla filiera agroalimentare locale e creare ricchezza.

Un’isola interamente bio? La provocazione di Farinetti

Un contributo significativo alla discussione è arrivato anche da Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, che ha lanciato un’idea tanto ambiziosa quanto suggestiva: rendere la Sardegna la prima regione italiana completamente biologica. Secondo Farinetti, l’isola possiede tutte le caratteristiche per diventare un modello di sostenibilità agricola e alimentare, puntando su una produzione 100% bio e su un legame più stretto tra agricoltori e ristoratori.

Sardegna: il futuro del turismo passa da ristoranti e prodotti tipici

Oscar Farinetti

L’esigenza di una filiera più organizzata

Di questa difficoltà a reperire le materie prime di qualità ha parlato anche Alberto Melis, ristoratore di Cagliari, che ha evidenziato come l’assenza di un coordinamento efficace tra produttori e ristoratori crei forti squilibri nell’offerta. Un modello organizzativo più efficiente, con una pianificazione condivisa tra agricoltori, allevatori e ristoratori, potrebbe risolvere il problema, garantendo un’offerta costante e contribuendo alla destagionalizzazione del turismo.

Sardegna: il futuro del turismo passa da ristoranti e prodotti tipici

Alberto Melis, ristoratore di Cagliari

Una nuova generazione di ristoratori

Ma qualcosa sta già cambiando. Jessica Cani, consulente di comunicazione, ha parlato di una nuova generazione di ristoratori che sta emergendo in Sardegna. Questi giovani imprenditori della ristorazione mostrano un’attenzione crescente alla qualità delle materie prime e alla tradizione gastronomica locale, con una visione più ampia e innovativa rispetto al passato.

Sardegna: il futuro del turismo passa da ristoranti e prodotti tipici

Jessica Cani

La ristorazione come volano per il turismo 365 giorni l’anno

L’evento Sa Mesa Nostra ha lanciato un messaggio chiaro: la Sardegna ha un potenziale enorme per diventare una destinazione turistica attrattiva tutto l’anno, ma serve una strategia concreta che veda la ristorazione come motore del cambiamento.

Sardegna: il futuro del turismo passa da ristoranti e prodotti tipici

Serve una strategia concreta che veda la ristorazione come motore del turismo

Per rendere questo obiettivo una realtà, occorre lavorare su più fronti:

  • Creare un sistema di produzione e distribuzione che garantisca continuità nella fornitura delle materie prime;
  • Riconoscere ufficialmente la ristorazione come parte integrante del sistema turistico;
  • Sostenere i ristoratori che puntano sulla qualità e sulla valorizzazione delle tradizioni locali;
  • Promuovere la Sardegna non solo come meta balneare, ma anche come destinazione gastronomica e culturale;
  • Garantire possibilità di accesso all’isola (soprattutto con voli aerei dal Nord Europa) tutto l’anno

Se questi elementi verranno messi in atto, l’isola potrà finalmente affrancarsi dalla dipendenza dal turismo estivo e costruire una nuova identità, basata sulla sua vera ricchezza: il territorio, la sua storia, le sue tradizioni e la cultura del cibo.





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