Se la cultura non ha confini: l’intervista a Rosella Santoro


«Il nostro modello culturale è senza confini». Rosella Santoro, direttrice artistica de «Il libro possibile» disegna idealmente la mappa di viaggio che congiunge le sedi storiche del festival, Polignano e Vieste, a Londra. La capitale britannica sarà la prima tappa internazionale della 24esima edizione. Una novità importante e una scelta effettuata in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura a Londra e con il supporto della Regione Puglia. Tre giorni, dall’11 al 13 marzo, con voci importanti della letteratura, dell’informazione, della divulgazione scientifica, dell’economia. Due le sedi degli appuntamenti: la London Book Fair e l’Istituto italiano di Cultura. La prima ospiterà gli eventi mattutini (a partire dalle ore 10); la seconda quelli pomeridiani e serali (dalle 18.30 alle 21.30). Diversi i nomi prestigiosi coinvolti: Carlo Cottarelli, Philip Ball, Simonetta Agnello Hornby, Diego De Silva, Barbara Gallavotti, Jonathan Coe, Tommaso Ebhardt, Olivia Laing, Michele Masneri, Sara Caputo, Davide Lerner, Paolo Taticchi, Brunello Rosa, Simone Filippetti.

Rosella Santoro, perché Londra?
«Mi piaceva l’idea di dare respiro più ampio al festival in un contesto internazionale, in concomitanza con la Fiera di Londra, tra le più importanti d’Europa. Gli incontri si svolgeranno nel Padiglione Italia dove sarà aperto al pubblico il Media Corner del “Libro Possibile”. In programma interviste con autori, editori e protagonisti del mondo culturale. Desidero sottolineare il contributo dell’Istituto italiano di Cultura a Londra. L’idea è quella di una trasferta destinata a valorizzare le eccellenze dell’editoria italiana e pugliese in particolare. Ricordo che il libro di Philip Ball, L’istinto musicale, è stato pubblicato dalla casa editrice pugliese Dedalo. Un risultato di cui essere orgogliosi. Ripeto: il nostro obiettivo è dare un respiro più ampio al “Libro Possibile”, arricchendo il confronto, il dialogo, oltre i confini nazionali. Voglio ricordare due presenze importanti alla manifestazione: il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini e l’ambasciatore italiano a Londra, Inigo Lambertini».

L’offerta culturale è ampia e variegata, come nella tradizione del «Libro Possibile». Cosa potrà maturare durante l’esperienza londinese?
«Vogliamo affrontare, da più punti di vista, tematiche che toccano l’attualità. Vogliamo farlo in modo stringente, avvalendoci di più generi letterari. Cerchiamo di cogliere il senso del cammino umano in questo momento storico così complicato. La nostra sarà una riflessione sul senso profondo dell’umano. Ecco perché, nell’affrontare vari argomenti, passeremo dall’ economia alla divulgazione scientifica, dall’analisi ironica del contesto politico alle relazioni, alle storie d’amore. Dai conflitti ai rapporti di coppia, dove il conflitto c’è. E poi le criptovalute, l’Intelligenza Artificiale. Sentiamo l’urgenza di scandagliare in maniera approfondita questo particolare momento in cui, pur tra mille conflitti, il mondo appare strettamente interconnesso. Ci aspettiamo – com’è nello spirito del festival – di operare una riflessione collettiva attraverso il dialogo, sempre più ampio e aperto. Alla fine, cerchiamo risposte. E vogliamo trovarle».
La sfida sui grandi temi è complessa.
«Noi offriamo un modello culturale vivo, capace di adattarsi e crescere. Parleremo di confini, di migrazioni. Parleremo del conflitto israelo-palestinese. Ci occuperemo dei cambiamenti climatici estremi, di moneta digitale, globalizzazione. Lo spirito è quello di creare un luogo, fisico e ideale, dove l’incontro e il dialogo facciano germogliare nuove prospettive».

A proposito di luoghi, il debutto londinese fa presagire un 2025 importante per «Il
Libro Possibile».
«Il festival inizia a Londra. A Polignano saremo dal 9 al 12 luglio. A Vieste le cinque serate sono programmate dal 22 al 26 luglio. Stiamo lavorando a irrobustire la rete di relazioni internazionali. Perché la cultura è il vero veicolo utile a costruire un dialogo duraturo nella società e per la formazione di una mentalità sempre più aperta e dialogante. È indispensabile costruire ponti e reti di dialogo. Stiamo lavorando per individuare gli ospiti della manifestazione estiva. Stiamo definendo un calendario importante, il nostro pubblico, seguendoci sul sito e sui canali social resterà costantemente aggiornato. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali lavorano alla realizzazione del festival. Il loro impegno è assai prezioso».

I temi degli appuntamenti estivi?
«Ci stiamo lavorando. Pensiamo sempre a “maglie larghe” per avere il più ampio numero di punti di vista attraverso la letteratura e la saggistica. In estate, a Polignano e a Vieste, le nostre piazze saranno aperte e accoglienti, come sempre da 24 anni a questa parte. Ricordiamo sempre che le presentazioni offrono spunti di riflessione proprio per il loro carattere di conversazioni che tendono a esplorare il territorio della letteratura, quindi delle emozioni e della relazione tra persona e società. Questi sono elementi fondamentali in una situazione di spaesamento quale quello che viviamo. Servono nuovi punti di riferimento, in questo senso il ruolo della cultura è essenziale. Noi ci siamo. Nel segno di un modello culturale senza confini».



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