Venture Capital in Italia nel 2024


“State of Italian VC 2024”, pubblicato da P101 SGR, offre un’analisi approfondita del panorama del venture capital in Italia, esaminando le dinamiche di crescita, i volumi di investimento, i round di finanziamento, le exit e i principali investitori. Il rapporto traccia l’evoluzione del settore nell’ultimo decennio con un focus specifico sul 2024, mettendo in luce le principali tendenze di mercato, i modelli di business emergenti e l’impatto sistemico del venture capital sull’economia italiana.

Tra i temi chiave affrontati, spiccano l’analisi del ruolo delle università nell’ecosistema Venture Capital in Italia, il cosiddetto effetto volano generato dagli eventi di liquidità, l’influenza dei cambiamenti normativi e le prospettive per il 2025 e oltre. Inoltre, il report confronta il settore VC italiano con quello europeo, offrendo una visione chiara sulla posizione dell’Italia rispetto ai principali mercati del continente.

Questo documento rappresenta una risorsa fondamentale per venture capitalist, investitori, imprenditori, policy maker e studenti, fornendo dati e approfondimenti essenziali per comprendere il ruolo del VC nell’innovazione e nella crescita economica del Paese

Investimenti in crescita, ma sotto i livelli del 2022

Nel 2024, il totale degli investimenti Venture Capital in Italia è sceso del 9,5% su base annua, raggiungendo 1,1 miliardi di euro, in calo rispetto ai 1,2 miliardi di euro del 2023 e ben sotto il picco di 2,4 miliardi di euro registrato nel 2022​. La riduzione è stata più marcata nei round early-stage, con gli investimenti seed in calo del 33,5% e quelli early-stage in discesa del 46,1%​. In controtendenza, il late-stage funding è aumentato del 15,2%, segno di un ecosistema VC che si sta spostando verso round più maturi e finanziamenti più consistenti.

Nonostante il calo, l’Italia ha superato Austria e Portogallo in termini di investimenti VC, attirando 6,9 miliardi di euro tra il 2020 e il 2024, ma rimanendo dietro la Spagna, che ha registrato 13,1 miliardi di euro nello stesso periodo​.

Le aree più finanziate: deeptech e fintech dominano il mercato

Il settore deeptech è stato quello che ha attratto i maggiori investimenti in Italia nel 2024, seguito da fintech e AI & Machine Learning. Il round più grande è stato quello di NewCleo, una startup attiva nel settore cleantech, che ha raccolto 150 milioni di euro​. La spinta degli investitori internazionali ha giocato un ruolo chiave, con il 42% degli investitori attivi nel mercato italiano provenienti dall’estero, in aumento rispetto al 35% del 2023​.

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L’Italia ha registrato una delle crescite più alte in Europa in termini di ammontare investito, con un incremento del 28% su base annua, superiore a quello di Spagna e Belgio​

Exit: IPO in calo, M&A in crescita

Uno degli aspetti più critici dell’ecosistema Venture Capital in Italia riguarda le exit. Nel 2024, il nostro Paese ha registrato 27 exit VC-backed, in calo rispetto ai 28 del 2023 e ai 33 del 2022​. La modalità di uscita più comune è stata il M&A (78% delle exit), mentre i buyout hanno rappresentato il 22%. Tuttavia, l’aspetto più preoccupante è stato il completo azzeramento delle IPO VC-backed, in netto contrasto con Spagna, Francia e Germania, che hanno tutte registrato almeno due IPO​.

Questa tendenza segnala un ritardo strutturale nella capacità dell’Italia di fornire alle startup VC-backed un percorso di uscita tramite i mercati pubblici, limitando il ritorno sugli investimenti per i venture capitalist e riducendo l’attrattività del mercato rispetto ad altri paesi europei.

Confronto con il resto d’Europa

Il Venture Capital in Italia rimane ancora indietro rispetto ai principali mercati europei. In termini di capitale investito per abitante, il paese si colloca 24° in Europa, con soli 114 euro per abitante, molto al di sotto di Spagna (280 euro), Portogallo (493 euro) e Austria (663 euro)​. La Germania e la Francia continuano a dominare il mercato VC europeo, con medie di investimento per deal molto più elevate rispetto all’Italia.

Se consideriamo il numero di round Late Stage, l’Italia ha registrato solo 99 deal, contro i 409 della Francia, i 302 della Germania e i 215 della Spagna

Se consideriamo il numero di round Late Stage, l’Italia ha registrato solo 99 deal, contro i 409 della Francia, i 302 della Germania e i 215 della Spagna​. Questa disparità dimostra come il mercato italiano sia ancora fortemente sbilanciato verso le fasi iniziali, con poche aziende in grado di attrarre grandi investimenti nelle fasi più avanzate di crescita.

Incentivi fiscali: un fattore chiave per il futuro

Sono state implementate diverse misure per favorire lo sviluppo del Venture Capital in Italia, tra cui:

  • 50% di detrazioni fiscali per investitori in startup e PMI
  • Esenzione dalla tassa sulle plusvalenze per chi reinveste in aziende innovative
  • Benefici fiscali per investimenti ESG e deeptech​.

Il governo ha inoltre rafforzato il ruolo di CDP Venture Capital, che gestisce ora 4,6 miliardi di euro in asset e punta a raggiungere 8 miliardi di euro entro il 2028, con un focus su AI e cybersecurity​.

Tuttavia, rimangono alcune sfide, tra cui burocrazia, limitata partecipazione di fondi pensione e assicurazioni nel VC, e una continua fuga di talenti tech​. Questi fattori limitano il potenziale di crescita dell’ecosistema e riducono la capacità del paese di trattenere e attrarre investimenti di lungo termine.

Verso un ecosistema più competitivo

Bisogna dire che sono stati fatti progressi significativi nel settore del Venture Capital in Italia, con un aumento degli investimenti e una maggiore partecipazione internazionale. Tuttavia, il mercato rimane ancora sottodimensionato rispetto ai principali hub europei, con un ecosistema poco liquido e un accesso limitato a capitali di crescita.

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L’Italia ha il potenziale per diventare un attore chiave nel panorama VC europeo, ma per farlo dovrà affrontare le sfide strutturali che ancora frenano il suo sviluppo

Per colmare il divario con paesi come Francia e Germania, sarà fondamentale:

  • Migliorare le opportunità di exit, facilitando l’accesso delle startup ai mercati pubblici.
  • Potenziare il supporto per il late-stage funding, incentivando investimenti di dimensioni maggiori.
  • Ridurre la burocrazia e ampliare il coinvolgimento degli investitori istituzionali, favorendo una maggiore liquidità nel mercato.
  • Mantenere un focus sugli investimenti strategici, in particolare in deeptech, fintech e AI.

L’Italia ha il potenziale per diventare un attore chiave nel panorama VC europeo, ma per farlo dovrà affrontare le sfide strutturali che ancora frenano il suo sviluppo.

Per chi fosse interessato, al seguente link è possibile scaricare il report completo.



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