Abbiamo ascoltato «radio vega»: amore, riscatto, fragilità, Rose Villain non ha paura e nelle stelle trova la sua dimensione


Un album trasparente. Citando il titolo di una delle canzoni più struggenti della sua discografia, non c’è parola più adatta per riassumere l’esperienza di radio vega, ultimo disco della trilogia di Rose Villain (preceduto dai fortunatissimi Radio Gotham e Radio Sakura) in uscita venerdì 14 marzo per Warner Music Italy. Tredici tracce sotto la direzione artistica del producer Sixpm (Andrea Ferrara), che la Gazzetta ha ascoltato e che vanno assaporate nell’ordine in cui sono proposte, poiché raccontano nella maniera più limpida possibile tutte le sfaccettature di Rose. Si parte da quella più urban/trap, da personaggio «pubblico», con cinque ospiti di altissimo livello che la consolidano ormai tra le certezze del panorama nazionale: Guè – con cui ci sarà un joint album nel 2026 e, chissà, magari anche un tour negli stadi – Lazza, Geolier, chiello, Fabri Fibra, in ordine di apparizione. Si chiude con una coda intima e struggente, che come la stella che dà il nome al disco fa luce sulle fragilità e, soprattutto, sull’amore. Un blocco di canzoni posizionate lì, alla fine della tracklist, quasi a voler dire: «Soltanto chi ha voglia di conoscere davvero chi è Rosa (Luini, vero nome della cantautrice), e non solo Rose Villain, ci arriva con la giusta attenzione».

«È vero, nei dischi precedenti cercavo un po’ l’approvazione del pubblico, qui non ho pensato a niente, le canzoni si spiegano da sole come un diario aperto». Rose Villain incontra la stampa a Milano per presentare radio vega, e noi non possiamo che confermare questa naturalezza. Prima dello scorso Sanremo, dove ha partecipato con fuorilegge, ci aveva raccontato di essere uscita dal concetto di «genere»: creativa e poliedrica, oltre che migliorata tantissimo nel canto (l’album ne è ulteriore prova), la sua cifra stilistica è ormai quella di non avere un confine definito, di essere credibile e «comoda» tanto nell’urban, trap e dintorni, quanto negli episodi più intimi e vocalmente più intensi. E poi la «svolta» che c’è in quasi ogni canzone, che a un certo punto cambia piega, in maniera sorprendente. A quello ci pensa il gusto del marito Sixpm, che si conferma abile architetto di melodie, coniugando sapienti scelte sonore (il disco è pieno di glitch, interferenze che si sposano con l’immaginario di stelle e firmamento) e ottime conoscenze musicali, consolidando il concetto che il progetto «Rose Villain» sono Rose Villain e Sixpm.

Rose Villain e Sixpm all’ultima Milano Fashion Week

Del resto Vega è la stella più brillante della costellazione della Lira, dal mito di Orfeo e Euridice: «Eravamo a New York per finalizzare l’album – racconta Andy, Sixpm – non avevamo idee, e il primo giorno ho trovato Rose sul divano, con la chitarra in mano, aveva in testa già tutto il viaggio verso le stelle». «A New York (dove la coppia ha vissuto molti anni, ndr.) mi si accendono particolari recettori – continua Rose – nella vita sono piuttosto caotica e disorganizzata, con la musica ho sempre saputo dove andare». E anche se la loro storia è sicuramente meno tormentata di quella tra Orfeo e Euridice, l’amore è uno dei temi più presenti nell’album, specie in quel blocco finale, dove due tracce, la 11 (tu sai) e la 13 (l’amore è un serial killer), raccontano questo rapporto, personale e professionale, che è forse il grande valore aggiunto che accende la magia nella «formula Rose Villain». Lo sottolinea lei stessa proprio nella traccia finale: «In cuffia Ultralight beam di Kanye West – brano con cui lei arrivò all’altare il giorno del matrimonio, ndr. – tra i palazzi tinti d’azzurro alle 6pm». Più didascalico di così! O ancora: «Non c’è June (Carter, ndr.) senza Johnny Cash», con il rimando alla Cash&Carter, società editoriale che ha fondato proprio insieme al marito, e il cui nome è proprio un omaggio a questa coppia. Tu sai è invece una dedica d’amore purissima: «Tu sai lottare al mio fianco contro il patriarcato/so che con te un figlio non può venire sbagliato». Un testo delicato e profondo, registrato in un solo take, abbracciato da una chitarra essenziale senza inutili orpelli, che lascia spazio a tutta l’intensità emotiva della canzone, per chiudersi con un assolo finale che ti fa quasi sentire un intruso, tanto vorresti lasciarli tutti e due soli nella loro intimità senza disturbarli. Ci vuole grande maturità, artistica e personale, per riuscire a raccontare un amore così profondo senza cadere nello stucchevole, ed è il risultato di dieci anni insieme, tra fisiologici dolori e gioie della vita. In fondo «siamo fatti di scale/baby siamo fatti per stare insieme».


Ma non c’è solo l’amore. Il senso di rivalsa e riscatto è al centro di millionaire, traccia numero 2 (vocalmente tra le più belle del disco), che riporta tra i produttori anche il nome del campano Loudly, Ludovico Marino degli Yosh Whale, collaborazione già sperimentata in passato e ben consolidata. La sua mano anche su no vabbè, feat. con Lazza, vera hit di tutto il disco, immediata e già spoilerata nei giorni scorsi, episodio gustosamente trap (non l’unico), dinamico e credibile. Ritornello in napoletano per Rose Villain su ancora, insieme a Geolier («Sia lui che Andy, che è nato a Napoli, hanno controllato che pronunciassi tutto nella maniera corretta», confessa Rose), mentre musica da dimenticare è uno di quei brani travolgenti da ascoltare in macchina, volume a palla e finestrini abbassati. Molto interessante patrick bateman, dal nome del protagonista di American Psycho (costume dello scorso Halloween di Rose, un bell’easter egg): per la produzione, firmata anche dalla stessa Rose accanto a Sixpm, c’è il nome di daykoda, Andrea Gamba, coraggioso nelle sperimentazioni elettroniche e già nella band che accompagna la cantautrice in tour dallo scorso anno (tutto il calendario delle prossime date, estive e invernali, è in coda all’articolo, ben due saranno in Puglia, ndr.). Il lucano chiello, già visto all’Ariston a febbraio in duetto con Rose Villain su Fiori rosa fiori di pesco, presta la sua sensibilità su lacrimogeni, in cui torna ad affacciarsi il tema della salute mentale, già tanto caro all’artista. Il coro finale che vede i due ripetere insieme «Non voglio piangere» crea una magia: sono sempre più strazianti, quasi allo sfinimento, e allo stesso tempo sembrano le voci di due bambini innocenti. Da brividi.

La traccia otto è fuorilegge, che continua a scalare le classifiche delle piattaforme; segue bop, in feat. con Fabri Fibra, unendo quindi in un solo disco tutti e tre i giudici del rap show Netflix Nuova Scena (dal 31 marzo, ogni lunedì, in giuria Fibra, Geolier e – appunto – Rose Villain), pezzo rap purosangue con un beat potentissimo, in cui c’è anche il tocco dei fiati del salentino Gabriele Blandini. La traccia dieci, smith & wesson, è volutamente l’ultima di cui scegliamo di parlare, perché solo chi è arrivato a leggere fin qui ha il diritto di scoprire questa perla di profondità. Un vortice musicale con cui Rose ci porta negli angoli più oscuri della sua anima, quelli di cui tutti ci vergogniamo, che tendiamo a nascondere, e che lei esorcizza cantando. Il falsetto sullo special che dà voce a chi trattiene le emozioni finché non crolla, non si può spiegare a parole. Un dono in musica che forse non tutti capiranno, ma che chi è riuscito a creare una connessione con l’arte di Rose Villain coglie al primo istante. «Sono felice di parlare delle mie insicurezze, sono sicura che tante persone si identificheranno. Per me passione batte talento». Rose ci lascia andare così, ancora una volta fiera di aver portato una pagina di autenticità nella musica contemporanea. Un disco maturo, che non strizza l’occhio alle mode e non cerca di accontentare nessuno, semplicemente è il risultato di ciò in cui ci crede e che le piace. È il risultato di caparbietà, sogni (nel cassetto c’è anche un libro, magari un giorno prenderà vita), e – restando in tema di stelle – un pizzico di giuste congiunzioni astrali. Come quella che vuole che il 14 marzo, giorno di uscita dell’album, sia il giorno della luna di sangue. Un’eclissi che tingerà la luna di rosso: rosso amore, rosso passione, rosso come la copertina di radio vega

CALENDARIO DATE

INSTORE TOUR (in aggiornamento)

15 Marzo – Spazio EDIT GARDEN Feltrinelli – Torino  (ore 17.00) 

16 Marzo – CC La Rotonda Modena – Modena (ore 17.00)

18 Marzo – Mondadori Duomo – Milano (ore 17.30) 

19 Marzo – Mondadori Bookstore – Padova (ore 17.00) 

20 Marzo – ELNÒS Shopping – Roncadelle (BS) (ore 18.00)  

SUMMER TOUR

29 giugno – TRENTO LIVE FEST – TRENTINO MUSIC ARENA
3 luglio – PERUGIA – L’UMBRIA CHE SPACCA
13 luglio – GALLIPOLI (LE) – PARCO GONDAR – SOTTOSOPRA FEST (nella stessa serata di Guè)
19 luglio – MONDOVI’ (CN) – WAKE UP FESTIVAL
1 agosto – FRANCAVILLA AL MARE (CH) – PIAZZA SANT’ALFONSO
12 agosto – ASCOLI PICENO – ASCOLI SUMMER FESTIVAL
18 agosto – BARLETTA – FOSSATO DEL CASTELLO – OVERSOUND MUSIC FESTIVAL
21 agosto – LIGNANO SABBIADORO (UD) – ARENA ALPE ADRIA

THE RADIO TRILOGY TOUR

23 settembre – MILANO – Unipol Forum
26 settembre – PADOVA – Kioene Arena
2 ottobre – ROMA – Palazzo dello Sport
3 ottobre – NAPOLI – Palapartenope





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